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Via Cordoni
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Francesco Cordoni nacque a Melegnano nel 1834. Fu attivo consigliere comunale, più volte ricoprì cariche pubbliche amministrative, fu zelante nella direzione della Società Operaia, una Società di mutuo soccorso con centinaia di soci, costituita nel 1872 da Antonio Margarita, Andrea Spernazzati, Angelo Bersani, Francesco Cordoni; fu pure  nel Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Predabissi. Il Cordoni morì nell’ottobre 1910 a 79 anni. La via Francesco Cordoni è lunga metri 100 e larga metri 7. Si apre a destra della via Lodi poco prima di raggiungere la . La dedica di una via melegnanese a Francesco Cordoni, avvenuta nel marzo 1970, premiava non soltanto la figura dell’insigne concittadino nostro, ma era un ricupero di onorabilità storica doverosa per tutta la famiglia Cordoni, specialmente per Gerolamo e per Carlo, oltre che a Francesco titolare della via. 
Gerolamo fu patriota fervente ma anche folle, perché iniziò le sue gesta patriottiche disarmando l’ufficiale austriaco inviato dal generale Giovanni Radetzky dalla Rampina a Melegnano per ottenere il libero e sicuro passaggio delle sue truppe durante il ritiro per l’insurrezione delle Cinque Giornate di Milano il 23 marzo 1848. Tale gesto del Cordoni costò il saccheggio di Melegnano e 12 uccisi e molti feriti.  Diversa, invece, la figura, del fratello Carlo, morto nel novembre 1903, consigliere comunale per oltre 20 anni, presidente dell’Ospedale Predabissi, ricordato dai Melegnanesi per le sue virtù e benemerenze in amore per il proprio paese, specialmente nell’opera benefica a favore del Ricovero dei Vecchi (oggi Casa di Riposo in via Cavour), della Società Operaia, e come funzionario della Banca Popolare di Lodi. Nel 1901 la sua malferma salute lo costrinse a dare le dimissioni dai vari impegni, ma le dimissioni non furono accettate da nessuno, tanto era la stima per l’azione operativa e per l’onestà come pubblico amministratore.
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