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Via Giosuè Carducci
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Giosuè Carducci fu , poeta, insegnante universitario, scrittore, critico della letteratura, oratore. Nacque a Valdicastello nella Versilia, Lucca,  il 27 luglio 1835 e morì il 16 febbraio 1907 nella sua casa di Bologna. Il Carducci trascorse quasi quindici anni, fino all’adolescenza, prima in Versilia e poi in Maremma, in mezzo ad una natura selvaggia e forte e con uomini altrettanto gagliardi e generosi. E proprio là, aiutato dalla madre, cominciò a leggere  gli scrittori classi italiani della libertà. Quelle prime esperienze esistenziali e culturali lasciarono una traccia profonda dentro di lui: una nostalgica ammirazione per la vita rude, semplice, libera e virilmente affrontata, che spesso gli si mutò in rimprovero per gli uomini meschini fra cui era costretto a vivere, un grande rispetto per l’arte classica greco-romana, considerata appunto come l’espressione di età più o meno remote, ma tutte caratterizzate da impegno vitalistico, da virilità e da genuinità di affetti. La poesia carducciana ha come motivi le rievocazioni storiche, la polemica politico-sociale, la commossa contemplazione di paesaggi, l’amore, la morte; quindi, poesia celebrativa, di memoria, di raccoglimento. Nelle prime raccolte manifestò avversione al manzonismo e al romanticismo. Le sue raccolte stanno nei titoli: Juvenilia, Levia Gravia, Giambi ed Epodi, Rime nuove, Odi barbare, Rime e Ritmi. La via Giosuè Carducci è lunga metri 55 per 8 di larghezza. E’ una strada di collegamento tra i palazzi delle cooperative della via Edmondo de Amicis con il resto della zona. E’ una via piuttosto recente perché è sorta in connessione alle nuove costruzioni nella zona dove per secoli vi erano campi, il cui livello scendeva lentamente verso il fiume Lambro e che appartenevano ai frati Carmelitani della chiesa di santa Maria del Carmine ed in parte alle famiglie Montorfano e Visconti.
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