I
Celti amavano la compagnia e la conversazione, erano ospitali, bevitori
di vino e di bevande fermentate, e buoni mangiatori: così
almeno ci appaiono quei Celti che vennero a contatto con i centri civili
italici. Anche le tradizioni che compaiono nella tardiva letteratura
celtica hanno limpronta della generosità e della fantasia più
vivace. Le piccole comunità galliche mantenevano una disciplina
nel loro stile di vita ed erano disgustati e disapprovavano lo stile di
vita dei romani nelle città. La nostra concezione aristotelica della
realtà pone in primo piano il "come" i fenomeni, intesi in senso
fisico aristotelico, avvengano; per i Celti la domanda principe era invece
"perchè". L'abitudine scientifica alla descrizione del fenomeno
ci porta a preoccuparci più degli aspetti esteriori che dei motivi
di un avvenimento, forse ritenendo che lo studio del come, porti alla conoscenza
del perchè delle cose. La filosofia aristotelica classifica
tutto in categorie e sillogismi, un pragmatismo molto adatto alla mentalità
pratica dei romani che diedero agli ordinamenti civili e militari questa
loro impronta di fredda coerenza avente l'obiettivo di ottenere il predominio
sulla natura, sulle cose e sugli uomini (ricordiamoci che i
Romani ...). Per i Celti invece, la filosofia era immersa nella natura,
il fatalismo celtico si opponeva ad ogni coercizione, era ben più
importante per loro capire perché accadessero le cose, che non studiarne
scrupolosamente e meticolosamente la struttura. "Gallia
omnia divisa in partes tres ..." può
essere considerata la sintesi del metodo Romano. Da questa disposizione
di spirito deriva l'etica, la religione, l'arte, del popolo celtico.
Il celta viveva in perfetta armonia con gli astri del cielo, con il vento,
con gli alberi ed i fiori, con gli uccelli e tutti gli altri animali. La
difficoltà incontrata dai Celti nella costituzione di uno Stato
unico forte è proprio una conseguenza di questo loro spirito libero
che pone l'uomo al centro imponendogli però un comportamento fiero
e ostentatamente duro. I Celti dopo aver ucciso i loro nemici ne asportavano
e conservavano le teste per mostrarle come monito e prova della loro forza
e coraggio; l'attaccamento al valore della famiglia e del clan, il patto
di sangue fra amici erano esteriorità con un profondo significato
romantico di attaccamento alla natura ed alle sue leggi. Forse nel sangue
dei Lombardi un pò di questa impronta è rimasta. |