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Gli Affreschi del Castello  (2)
.Sala dell'Imperatore
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Sala dell’Imperatore, la prima delle grandi sale quando si entra nella parte superiore del castello. Essa è lunga metri 20 e larga metri 7,30. Si chiama Sala dell’Imperatore perchè vi si trovano affrescate le città che furono maggiormente protagoniste nel periodo dell’imperatore Carlo V° che regnò dal 1519 al 1556 su vaste zone dell’Europa ed in Italia.  In questa sala figurano le città di Basilea, Spira, Worms, Colonia, Erfurt, Fulda e Francoforte.  Tra una città e l’altra possiamo osservare le raffigurazioni delle virtù e delle arti: Giustizia, Temperanza, Agricoltura, Speranza, Grammatica, Caccia, Medicina, Carità; Musica, Prudenza, Fortezza, Fede. Questa sala è quella che forse più ha subito gli effetti del tempo ed i cui affreschi sono più rovinati.

Tra le città affrescati nella Sala dell’Imperatore è Colonia, città sulla riva sinistra del Reno.  Ben visibile è il duomo dedicato ai Re Magi, non ancora terminato. Fra una città propria dell’imperatore fin dai tempi di Carlo Magno.  A Colonia il 5 gennaio 1531 Ferdinando, per volere di Carlo V° suo fratello, fu incoronato alla dignità di re dei Romani, una carica che comportava la diretta presa di possesso sui territori italiani.  Il pittore di questo affresco, come per le altre città, si è servito delle xilografie che sono il corredo cartografico dell’opera di Sebastiano Mùnster, geografo, cosmografo e orientalista, che lavorò per 18 anni all’opera dal titolo Cosmographia universale.
Città di Fulda in Germania: particolare dell’affresco nella Sala dell’imperatore. Sulla destra è la facciata della chiesa di San Michele del periodo carolingio. A sinistra sono le varie parti del chiostro benedettino.  Fulda, occupata dai rivoltosi durante il periodo di Lutero, rimase fedele alleata dell’imperatore Carlo V° nonostante le devastazioni dei suoi nemici.
La virtù della Fede - o della Religione - nella Sala dell’Imperatore: una donna che tiene la croce nella sinistra e un vaso sacro nella destra; si nota anche un panno bianco e un libro ai piedi. Un angioletto la incorona.  Tale simbologia della fede o religione è assai nota. Giorgio Vasari, pittore, architetto e trattatista toscano (1511-l574) in un progetto decorativo aveva disegnato la Fede quasi con la stessa forma della Sala dell’Imperatore di Melegnano
SALA DELL'IMPERATORE
La sala è chiamata “dell’Imperatore” perchè i Medici vollero fissare sulle pareti alcune città tedesche che furono strettamente legate alle vicende della casa imperiale del 1500, care sia a Carlo V° sia a Ferdinando I°.  La sala ha dimensioni di metri 20 di lunghezza e di metri 7,30 di larghezza. Il pavimento è in cotto ed il soffitto è a cassettoni. Al centro della parete più lunga si trova il camino costruito in pietra arenaria e la cui cappa è sostenuta da due cariatidi.  Le pareti sono completamente affrescate. Vi sono ben distinti due tipi di affresco: la parete superiore porta i riquadri nei quali stanno le città tedesche intervallate da figure femminili nude allegoriche; la parete inferiore è decorata con motivi architettonici.  Questo salone si presenta sfigurato dalle azioni di vandalismo: segni di chiodi, buche scavate e poi malamente cementate, graffiti indecorosi e malversazioni.  Comunque, per spiegare il significato degli affreschi in alto, partiamo dalla parete dove è situata la porta d’ingresso tra l’atrio esterno e l’inizio del salone dell’imperatore.  Si osserva la città di Basilea, collocata tra la Medicina rappresentata da una donna che si toglie una spina dal piede, e la Carità che allatta un bambino.  Basilea, oggi città elvetica, è un porto fluviale sul Reno in una posizione strategica al confine tra Francia, Germania e Svizzera.  Gli affreschi della parete del camino, alla sinistra, sono la Musica che suona un’arpa e che è di difficile lettura e comprensione perchè è molto rovinata; la città di Spira con la cattedrale a quattro torri, una città famosa nella storia tedesca sulle rive del fiume Reno; viene poi la virtù della Prudenza con lo specchio, un compasso ed un libro.  Gli affreschi a destra del camino rappresentano la virtù della Fortezza con una colonna ed un oggetto non identificabile; viene poi la città di Worms dove si intravvedono sporgenti le due torri della cattedrale dedicata a san Pietro, l’edificio più antico di Worms.  La città è ricordata nella storia tedesca per le numerose assemblee di carattere religioso e politico, tra le più celebri è quella indetta da Carlo V° nel 1521 che mise Martin Lutero al bando dell’Impero.  A Worms fu fatto l’ultimo tentativo di stabilire tra imperatore e impero un rapporto costituzionalmente regolare, perchè proprio a Worms avvenne il primo scontro tra l’imperatore e la riforma protestante luterana. A Worms l’Imperatore Carlo V° aveva una sua abitazione.  Già prima di Carlo V°, l’imperatore Massimiliano I° vi fece decretare la Pace perpetua (1495) che abolì la guerra privata - in Germania vi erano circa 400 principati - e sottopose le controversie ad una specie di arbitraggio della Camera Imperiale.  A destra della città di Worms ecco la virtù della Fede o Religione, che tiene la croce, l’ostensorio, un panno candido, un libro ai piedi.  Sulla parete di fronte - la parete che ha la porta che immette nella seconda sala - è affrescata la virtù della Giustizia che ha come simboli la spada e la bilancia; la città di Colonia, sulla riva sinistra del Reno, città propria dell’imperatore fin dai tempi di Carlo Magno.  Il monumento principale è il duomo iniziato nel 1248 e ultimato nel 1800 - sull’affresco si nota benissimo che non è ultimato.  Colonia fu una delle poche città tedesche che rimasero cattoliche.  A Colonia il 5 gennaio 1531 Ferdinando, per volere di Carlo V° suo fratello, fu eletto alla dignità di re dei Romani. Questo avvenne perchè Ferdinando avesse il potere di aiutare con i mezzi del diritto dell’impero la vacillante gerarchia cattolica in Germania e preservarla da ulteriori perdite.  Ferdinando ebbe quindi in modo solennissimo tutti i diritti di governo in Germania.  A destra della città di Colonia è la virtù della Temperanza che versa l’acqua da un recipiente ad un altro.  Sulla parte che guarda verso l’interno del cortile del castello inizia la Pace che tiene la cornucopia, simbolo dell’abbondanza; la città di Erfurt che nella prima metà del 1500 restava il centro più abitato del Reich e si distingueva soprattutto per la sua università, diventata la prima dopo che i Tedeschi si erano ritirati da Praga.  Era anche un centro commerciale con ampi privilegi imperiali.  Viene poi la virtù della Speranza che medita davanti ad un vaso.  Ed ecco al centro la città di Fulda, una città che rimase alleata dell’imperatore durante la guerra smalcaldica del 1546 e che fu saccheggiata duramente.  Viene poi la Grammatica che tiene due bambini.  Segue la città di Francoforte sull’Oder, una città del Brandeburgo.  Dal 1417 il principe era elettore dell’imperatore, uno dei sette grandi elettori. Francoforte sull’Oder fu un posto di dogana fissato da Carlo V°, come Anversa, Tarvisio, Vienna e Metz.  Finalmente ecco la Caccia, nella figura di Diana cacciatrice con l’arco e le frecce. Il pittore o i pittori, per dipingere le città tedesche, si sono ispirati alle xilografie che illustrano l’opera di Sebastian Mùnster, geografo, cosmografo e orientalista.  Egli compose la Cosmographia Universalis, pubblicata dapprima in tedesco nel 1544 ma che ebbe numerosissime edizioni anche in latino e in tutte le principali lingue europee.  La zona inferiore, cioè la zona delle pareti sotto gli affreschi, si mostra deturpata da ampie chiazze di calce e da guasti di ogni genere.  Si nota dipinto un alto muro, diviso da lesene, da riquadri di marmi policromi, da punte di diamante.  I mensoloni dipinti in prospettiva sorreggono un basso architrave che funge da sostegno alle dodici nicchie delle virtù e delle arti e si presenta come bordo inferiore delle sette vedute delle città.  Nella parte superiore corre uno stretto architrave dentellato lungo tutto il perimetro della sala, unendo la parete al soffitto a cassettoni.  Questa sala è così rovinata perchè, dopo la partenza della Famiglia Medici, essa fu usata per diversi scopi.  Vi si impiantò una grossa baracca per burattini sull’angolo di sinistra tra il camino e la porta verso la seconda stanza.  Fu per molti anni la sala dove avveniva la visita militare dei giovani davanti alla commissione distrettuale per la scelta degli abili al servizio, con conseguente vario affollamento di giovani che non avevano alcun scrupolo per la correttezza e il rispetto delle figure affrescate, arrivando ad accendere la fiamma in alcune parti delle cariatidi che sostengono l’architrave del camino.  Fu molte volte la sala da ballo negli anni venti, sia per beneficenza sia per ricorrenze festose nelle quali accorreva molta gente; in tal caso si sono piantati al muro con chiodi gli attaccapanni come una specie di guardaroba.  In questa sala si tennero conferenze di vario genere:  patriottiche, culturali, scientifiche, e durante l’attesa del conferenziere alcuni intervenuti, per immortalarsi, scrivevano il loro nome graffiando sui muri con il coltellino.  Alcune volte avvennero le feste della Befana, con distribuzione dei doni; in tali occasioni si invitava l’apparatore a mettere stoffe colorate sulle pareti con il fissaggio dei chiodi.  Molto spesso questa sala fu adoperata per le esposizioni e le mostre senza alcun rispetto quando si dovevano attaccare manifesti, pezzi di giornale, locandine sui muri con ogni tipo di colla o di puntine.
Particolare dell'affresco della città di Spira. Questa città fu sede di importanti assemblee, nella metà del 1500, alle quali furono presenti sia Carlo V° sia il fratello Ferdinando, oggetto delle quali erano gravi questioni riguardanti il protestantesimo. Spira fu inoltre sede del tribunale dell'impero. Nell'affresco si nota la chiesa del monastero, ritenuta il duomo della città. L'edificio sacro si erge con le sie quattro torri e domina su tutte le altre costruzioni. All'estrema destra si può notare la porta turrita (Altpörtel o antico portone), risalente al secolo XIV° ed una delle più belle della Germania.
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