El Cunjli
E’ un roditore domestico della famiglia dei Leporidi che, nella gastronomia
lombarda, maggiormente attratta dalla sua cugina selvatica, la lepre, non
ha mai trovato grandi estimatori prima del nostro secolo. Era considerato,
nella cultura contadina, un po’ come il pollo, un cibo fortificante da
riservare agli ammalati. Veniva bollito, talvolta dopo averlo farcito,
oppure si arrostiva in tegame, con la solita pestata di lardo o, nelle
zone del lago, con olio d’oliva e vino rosso. Ricettari ormai classici,
come quello della Gosetti della Salda o della Perna Bozzi, ne ignorano
completamente la presenza e l’utilizzo. Solo in opere più recenti,
rivolte a realtà locali ben definite, si è riscoperto un
interesse sommerso per il pavido animale, anche in relazione alle indicazioni
della moderna dietologia, che ne valorizzano la tenerezza delle carni,
la delicatezza del gusto, l’elevato valore nutritivo rispetto al modesto
apporto lipidico (114 kcal/ 100 g, 22 g di proteine e 4 g c.a di grasso),
la modesta presenza di colesterolo e l’elevata digeribilità. Non
solo: recentemente, l'allevamento intensivo del coniglio ha trovato proprio
nel Milanese ed in Brianza le condizioni ideali di radicamento.
Da questa riscoperta emergono, in Lombardia, alcune preparazioni degne
di nota che non limitano il quadro al solo notissimo coniglio alla cacciatora,
con o senza funghi e tartufo: il coniglio in salmì, sul modello
della lepre, sottoposto a marinatura e consumato nelle occasioni solenni
con la polenta; quello cosiddetto alla brianzola, con patate e funghi;
quello con la salsa di noci e aromi (rosmarino, salvia e ginepro) nella
migliore tradizione della cucina alpina.
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