Nei settantacinque giorni che vanno dal ” Tora Tora “ giapponese al disastro di Singapore, quando gli inglesi di Wavell, sfiniti ed affamati, furono costretti ad abbandonare la città, gli alleati occidentali registrarono solo sconfitte. Per prima cadde Hong Kong, occupata dalla fanteria giapponese. Il dieci dicembre una corazzata ed un Incrociatore inglese furono bombardati ed affondati dai Giapponesi. Nello stesso momento l’esercito giapponese occupava l’isola filippina di Mindanau, facendo prigionieri migliaia di americani. Di questi settemila morirono per le sevizie alle quali li sottopose il comandante giapponese generale Yamashito, il quale, arrestato dagli americani alla fine della guerra, fu impiccato.
Il generale Douglas Mac Arthur avrebbe voluto unirsi ai guerriglieri filippini, ma il presidente americano Roosvelt gli ordinò di imbarcarsi su di un sommergibile con la moglie ed il figlio e di raggiungere l’Australia.
Hong Kong si era arresa ai giapponesi l’8 dicembre ‘41 e tutta la guarnigione di 8000 inglesi, canadesi e indiani fu fatta prigioniera .
Il 9 dicembre ’41 i giapponesi occupavano Bangkok, il 31 gennaio ‘42
Yamashita si impadroniva di Singapore. Tra il febbraio e l’aprile del’42 i giapponesi si impadronirono di Sumatra, del Borneo settentrionale, di Giava, di Sarawak,di Celebes, di Timor, della nuova Inghilterra e della Birmania.
Per tutto il ’42 i giapponesi passarono di vittoria in vittoria e Mac Arthur si mise a lavorare per preparare “ l’esercito della riscossa.”
Il luglio-agosto del ‘ 42 fu il momento dei marines e la conquista di Guadalcanal, il loro primo di bagno di sangue. Da quel momento la vittoria arrise agli alleati e Mac Arthur non solo aveva difeso l’Australia, ma aveva riconquistato quasi tutto l’arcipelago delle Bismarck e le isole dell’Ammiragliato, sfondando il famoso “perimetro giapponese “del Pacifico. In quattro mesi cadde anche la Guinea. La tattica giapponese da quel momento fu quella di trincerarsi ovunque fosse possibile difendersi con successo, evitando battaglie.
Il 26 ottobre ’42 gli americani vinsero in modo clamoroso al largo delle isole Stewart, distruggendo cento aerei giapponesi, danneggiando due portaerei e tre incrociatori, il 16 novembre distrussero 23 navi giapponesi, tra le quali due corazzate e cinque incrociatori.
Alla fine del ’42, per aiutare i cinesi, gli alleati entrarono in Birmania con una serie di operazioni in cui si distinse un corpo di guerriglieri detto “Chindits”, comandato dal maggiore generale Wingate, un secondo Lawrence d’Arabia. Sbaragliarono tutte le postazioni giapponesi, in modo che questi dovettero rinunciare al loro progetto di aggredire l’India.
L’umiliazione di Dien bien fu e di Saigon, le batoste del Pacifico, le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki dovrebbero aver dimostrato al mondo che l’era del colonialismo è finita da un pezzo e che la politica delle cannoniere e dei bombardamenti punitivi e di avvertimento dovrebbe essere finiti anche loro e che l’unica soluzione è quella di parlare finchè non si è trovata una soluzione.
Il sinologo Fernando Mezzetti aveva scritto una buona storia della Cina e dopo due anni l’aveva aggiornata in base alla esperienza di due anni vissuti a Pechino. Aveva capito che la trasformazione della vita quotidiana della gente, operata dalle multinazionali come la McDonald’s, il gigante del fast food, era quello che ci voleva per dare una forte spinta al paese, stanco delle chiacchere dei politici che parlano sempre senza concludere nulla, e il libro “Da Mao a Deng “ cambiò in “Da Mao a McDonald’s”, che spiegava come il lancio delle riforme e l’apertura da parte della multinazionale americana di migliaia di ristorantini in tutta la Cina, cominciò ad attrarre massicci investimenti dall’estero, dimostrando che della Cina ci si poteva fidare.
La McDonald’s dimostrò di essere un fenomeno del XX° secolo, simbolo dell’espansione continua ed aggressiva del capitalismo mondiale. Mao era un politico idealista, pieno di scrupoli e di fardelli ideologici, aveva trasformato la Cina in una immensa caserma e convento.
Membro importante del partito comunista era Deng Xiaoping, che Mao, poco generosamente, non amava e derideva per la sua bassa statura e per una notevole ipoacusia, ma che mantenne sempre il potere fino a 90 anni. Deng aveva fatto smantellare le caserme ed i conventi al grido “ arricchitevi “. Deng aveva sempre il suo principio che spiegava tutto in poche parole: “Non ha alcuna importanza che il gatto sia bianco o nero, purchè prenda i topi.”. Deng era sordo e alto un metro e mezzo, ma prese in mano il potere per non mollarlo più finchè morì.
Nel 1989, periodo della tragedia di piazza Tienamen, alla Casa Bianca c’era un altro Bush, il padre dell’attuale, il quale condannò i metodi repressivi adottati dai dirigenti cinesi, evitando però di alzare il tono delle proteste, accordando al vecchio Deng una certa fiducia. Zhao Ziyang il segretario del partito, lasciò la capitale per la Corea e quello fu il momento in cui sembrò che la situazione stesse sfuggendo di mano). Riuniti gli anziani, proclamò la legge marziale, dando ai ribelli il tempo per valutare la situazione. Oggi sappiamo che salvò le riforme e la ripresa economica, senza le quali il paese non avrebbe mai potuto avviarsi verso la democrazia.
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