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Computers Gli ultimi asburgici
scritto inedito di: Milost Della Grazia e Machì Venera Milost
Nascita di un fascista
Dopo un marzo ed un aprile pazzo e ventoso, arrivava la primavera e mia madre mi portava in Villa Perotti, dove vivevano nonna Ottilia e zia Gemma. Mio unico amico era Benny, il loro San Bernardo a pelo corto, di peso poco inferiore al quintale, che zia Gemma e nonna Ottilia avevano scelto come cane da guardia e da difesa. Tornato da scuola, passavo tutto il pomeriggio giocando con Benny, scrutando il cielo alla ricerca di un volo di rondine, che confermasse l’inizio della primavera. Quando l’avevo individuata, correvamo dalla nonna per darle la buona notizia. Le ore del tramonto erano le più dolci della giornata. Seduti sul piazzale accanto ai cespugli di pitosforo, aspettavo che comparissero le lucciole man mano che avanzava la notte. Zia Gemma canticchiava qualcosa accompagnandosi con la chitarra, mentre Benny dormiva e russava ai suoi piedi. La nonna, stanca per la giornata di lavoro, si cullava sulla sedia a dondolo, rispondendo alle domande che le rivolgevo sul nome delle stelle. Alle nove eravamo tutti a letto, a parte Benny che preferiva dormire all’ aperto. Ci avevano avvisati che il giorno dopo a scuola si faceva festa, per piacere portate la divisa. Ma quale festa ? Nascita di un fascista. Avevo sette anni, era la prima volta che a Trieste sentivo questo nome, la Befana, mi avevano spiegato che questa festa romana aveva allargato il territorio di sua competenza fino a Trieste per portarci i suoi doni, quindi oggi è festa e non si fanno lezioni e speriamo che San Nicola, quello della festa degli scolari, non si sia offeso. Non ero più un bambino qualunque, ero un Balilla, mi avevano anche fatto una fotografia di tutta la classe in divisa di Balilla, una camicia nera ed un fez nero in testa. Ci avevano anche insegnato chi era questo Balilla, una specie di eroe e la sua storia era diventata il nostro inno “fischia il sasso, il nome squilla del ragazzo di Pretoria, egli intrepido Balilla sta gigante nella storia “. Balilla è il soprannome di Giovanni Battista Perasso, ragazzo genovese, il quale quando vide dei soldati austriaci maltrattare dei genovesi, raccolse un sasso, e lo scagliò contro gli austriaci, dando inizio ad una sollevazione popolare. Trieste e Villa Perotti sono stati un momento felice e nel contempo triste della mia vita che non conobbe l’amore dei genitori, ma solo quello di mia nonna Ottilia. Un altro grande locale al piano terra l’aveva affittato ad un liutaio ed io guardavo ammirato come le sue mani creavano violini. Il vasto portone della villa fungeva da garage per la Ford. Tutti gli otto figli avevano un lavoro ben preciso, solo mia madre Esther, la più giovane, frequentava ancora la scuola media in Aquedotto, poco lontana dalla villa.
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