Alcuni stati cristiani, stanchi dei corsari, misero da parte le beghe e
crearono una specie di "patto mediterraneo" per allestire una flotta e
riequilibrare la situazione nel Mediterraneo. A parte la Francia e Venezia,
aderirono la Spagna, Genova, Firenze, Roma, Napoli, la Sicilia e i
cavalieri di Malta.
Guidati da don Alvaro de Sade, nel maggio del 1559 con 200 galee,
assaltarono ed occuparono l'isola di Gerbe, base delle galee di Dragut.
La battaglia durò ottanta giorni, poi Don Alvaro dovette arrendersi ai
turchi per mancanza di acqua e munizioni. Solimano, ammirato per il
valore del comandante spagnolo Don Alvaro, cercò di portarlo dalla sua
parte, ma visto il suo rifiuto, Don Alvaro finì ai remi, come i suoi soldati.
Liquidata la flotta spagnola, rimasero a Malta i Cavalieri guidati da un
vecchio lupo di mare, mezzo monaco e mezzo corsaro, di nome Mathurin
Romegas, che alternava la sua vocazione di frate con la pirateria.
Questa volta, per caso, aveva catturato su una galea la figlia prediletta di
Solimano, la principessa Mirhmah, donna astuta ed influente la quale,
insieme a tutto l'harem, cinque volte al giorno, dal minareto, con le
preghiere del muezzin, ricordava a suo padre Solimano, di pagare il
riscatto al frate Mirhmah, per essere liberata. Ma Solimano cominciava a
perdere la calma, perchè non voleva perdere la faccia, anche perchè il
monaco---corsaro, oltre alla principessa, si era impadronito anche di un
sacchetto pieno di pietre preziose.
Solimano volle ascoltare ancora i suoi esperi e tutti indicarono Malta
come obbiettivo prioritario.
Alla [me di marzo del 1565 la flotta per Malta era pronta, 180 navi, di cui
150 galee con 40.000 uomini, dei quali 7000 giannizzeri.
Il Gran Maestro dei Cavalieri ordinò la mobilitazione generale.
Da tutta l'Europa i Cavalieri si prepararono e partirono con tutti i mezzi, a
cavallo, sulle navi I turchi presero terra il 20 maggio, in località Marsa.
Il forte resisteva, i turchi imbottiti di hashish ed ubriachi tentavano di
entrare nel forte Sant' Elmo, mentre i Cavalieri versavano olio bollente sui
giannizzeri che fuggivano urlando per il dolore, mentre nuovi cavalieri
continuavano ad arrivare. A mezzogiorno duemila turchi erano morti,
mentre le perdite dei cristiani erano dieci cavalieri e settanta serventi.
Il 13 e poi il 16 giugno i turchi continuavano ad attaccare e la mattina del
18 giugno una palla di pietra uccise Dragut. Mucchi di cadaveri
marcivano da tutte le parti. I turchi si vendicavano decapitando i cadaveri.
Il Gran Maestro fece trasportare in Sicilia tutti gli anziani, le donne ed i
bambini. L'arrivo di rinforzi fu per i turchi il colpo di grazia.-
La Valette aveva settanta anni ed era un valorosa guascone.
Rispondendo ai turchi fece decapitare tutti i prigionieri e poi diede ordine
di sparare tutte le teste contro il campo avversario. Disponeva ancora di
settecento cavalieri e con questi, alla testa dello squadrone caricò i turchi,
infilzandoli con le lance e con le spade, mandando in crisi Lala Mustafa e
Piale Pascià che si accusavano a vicenda, mentre navi con nuovi cavalieri
continuavano ad arrivare.
Solimano il Magnifico ascoltò impassibile i particolari della catastrofica
spedizione e non mancò di rammaricarsi di non aver guidato lui l'impresa.
E' la prova, disse, che la spada dell'Islam è invincibile solo se impugnata
dalle mie mani.
A Costantinopoli a metà dicembre giunse una segnalazione che all'inizio
della primavera un esercito di 200.000 uomini sarebbe stato condotto
personalmente da Solimano alla volta di Vienna e che un grandioso
programma di costruzioni navali era pronto, ma Allah aveva disposto le
cose diversamente, perchè la morte lo colse dopo pochi mesi a 72 anni.
L’eroica resistenza dei Cavalieri di Malta, entrando nella leggenda, aveva dimostrato, per la prima volta che la minaccia islamica poteva essere respinta e in Europa si diffuse un sentimento di fiducia nella mobilizzazione dei cristiani.
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