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Computers Lunga storia degli Asburgo e .....
scritto inedito di: Milost Della Grazia e Machì Venera Milost
Origine dei turchi
I turchi erano una delle tante tribù nomadi dell' Asia Centrale, che con le loro continue incursioni verso sud avevano creato, venti secoli or sono, un problema politico-militare ai cinesi Per tenerli a freno, l'imperatore Shi Huang-ti fece riunire tra loro i numerosi tronchi delle antiche fortificazioni creando così la Grande Muraglia Cinese. Bloccati ad oriente, queste tribù si sfogarono verso ovest, generando un sommovimento a catena tra i vari popoli dell' Asia Centrale. Prima di insediarsi in Anatolia, per circa 50 anni sostarono nell'Iran dove vennero islamizzati con il loro capo Turkmeni Oghuz. Dopo aver conquistata la maggior parte dell' Anatolia, nel 1157 la dinastia dei Selgiuchidi si estinse e nel 1281 subentrò quella degli ottomani, i quali nel 1453 con Murad e Maometto II conquistarono Costantinopoli dopo una sanguinosa battaglia. Fu una fine molto triste, perchè, mentre l'ultimo imperatore, Costantino XI°, moriva lottando contro i turchi sulle mura della città, il popolo urlava" meglio il potere con il turbante che quello con la tiara. e l'impero bizantino si sciolse come neve al sole. Solimano fu in grado di conquistare la penisola balcanica arrivando fino alle porte di Vienna, mentre Mehmed II ereditò tutta la tecnologia dei bizantini ed ebbe a sua disposizione cantieri navali efficienti, migliaia di schiavi da mettere ai remi, ma soprattutto ebbe a sua disposizione validi comandanti, per lo più cristiani rinnegati, ma ben pagati, in grado di partire alla conquista del Mediterraneo, realizzando in pieno il programma del Corano: " un solo dio in cielo, un solo re sulla terra, lotta agli infedeli". La Taifa era l'organizzazione che armava le navi, addestrava gli equipaggi, organizzava le operazioni dei pirati e pagava il "quinto" del bottino al Sultano. Così il Mediterraneo diventò un campo di battaglia, dal Mar Nero fino a Gebel el Tarik (Gibilterra). Negli ultimi decenni del XV secolo, fino alla battaglia di Lepanto, la pirateria costituì un grave problema per tutto il mondo cristiano. Mentre gli eserciti occupavano la maggior parte dei Balcani, arrivando a Bratislavia, i traffici marittimi erano messi in pericolo dalle navi con la bandiera verde della mezza luna. D'estate, quando i pirati privilegiavano le coste della "lunga terra," così chiamavano l'Italia, uno dei momenti più duri per le navi cristiane fu la comparsa del corsaro Barbarossa. Figlio di un rinnegato greco, si era dedicato alla pirateria fin da giovane. Non era un volgare bandito, ma un capo carismatico e intelligente, imitato da molti altri come Dragut, Sinan l'ebreo di Smirne, il calabrese "Occhialì il tignoso ", il barone siciliano Cicala, tutti cristiani che avevano creato una organizzazione formata da criminali di varie razze che aggredivano con ordine e disciplina solo dopo un'attenta valutazione dei rischi e dei vantaggi. Attaccavano nel cuore della notte, con urla e schiamazzi, trasportando sulle loro navi tutti i giovani, uomini, donne e bambini, purchè sani e robusti e alla [me anche i loro feriti e i loro morti. Lasciando però ai parenti un barlume di speranza, perchè sostavano alcune ore allargo per offrire la possibilità di un riscatto. Il contrasto tra la Francia e la Spagna, aveva favorito l'estensione della guerriglia al golfo di Genova, specie dopo la sconfitta della Francia nella battaglia di Pavia del 1525. Francesco I, con grande scandalo, si era alleato con il più grande nemico della cristianità, Solimano il Magnifico. Il Barbarossa aveva raggiunto le coste della Provenza e Tolone era diventata base navale della flotta ottomana. Dragut, che era diventato il braccio destro del Barbarossa, aggredì tutte le località delle Cinque Terre, compresa Nizza, che però resistettero eroicamente. Questa guerriglia provocò il ritorno sulla scena del vecchio ammiraglio principe Andrea Doria e di suo nipote Giannettino, il quale, al comando di venti galee, riuscì a catturare Dragut, affondando la sua nave con un solo colpo di cannone. Raccolto in mare, mentre aggrappato ad un grosso legno tentava di allontanarsi, lo trascinarono davanti al giovane Doria. Quando lo vide gridò: "io schiavo di questo fantoccio effeminato? " "Per ricordo di un effeminato prenditi queste mie dolci carezze" e a calci nel sedere, lo fece arrivare alla cella, dove trovò i compagni di naufragio. Dragut restò legato ai remi per quattro anni.
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