Non è facile capire cosa accadde circa duemila anni fa in quelle poche ore che corrono tra una cena ed una crocifissione. Gesù si era riunito con i suoi discepoli in una grande stanza al piano superiore di una casa per celebrare la Pasqua (Mr 14 : 16 ). Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane e, dopo averlo benedetto, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete, mangiate, questo è il mio corpo. Poi prese un calice e lo diede loro dicendo: Bevetene voi tutti, perchè questo è il mio sangue, il pane e il vino del patto, che deve essere versato per il perdono dei peccati. Al passaggio del calice la religione cristiana era nata. Dopo aver cantato lodi, uscirono tutti verso il monte degli ulivi, fino all'orto di Getsemani per pregare; questo orto era un antico frantoio sul Monte degli Ulivi, nel quale si ritirava spesso con i discepoli. Mentre Gesù pregava, gli apostoli si stavano appisolando e Gesù li riprese, perchè stava arrivando un gruppo di persone condotte da Giuda, che non aveva partecipato alla cena, forse per mettere a punto l'arresto. Giuda si avvicina a Gesù e con un bacio lo fa riconoscere. Matteo dice che gli misero le mani addosso ed iniziò la violenza. Pietro reagì e pose mano alla spada, recidendo l'orecchio destro di un servo del sommo pontefice, fatto che provocò la fuga di tutti i presenti che non volevano essere coinvolti nella rissa. La situazione stava precipitando e Gesù fu portato nel palazzo del sommo sacerdote Caifa. Sappiamo che Pietro lo seguiva insieme ad un altro discepolo che poi lo rinnegò tre volte. Forse ci fù un processo giudaico, che riunì tutti i capi dei sacerdoti anziani e dagli scribi. Lo maltrattarono, gli sputarono in faccia, lo schiaffeggiarono, qualcuno lo bastonò.
Tutto questo avvenne nella notte, nonostante che fosse proibito dalla legge giudicare un presunto colpevole durante a notte. Al mattino lo portarono al Sinedrio e Gesù fu interrogato da Caifa e dal suocero di quest'ultimo, Anna.
Il Gran Sinedrio, dopo il sommo sacerdozio, era l'istituzione massima del
giudaismo ai tempi di Gesù e la tradizione rabbinica ne attribuisce la fondazione a Mosè, ma, in realtà esso risale non oltre il secolo secondo e a.E. V. avanti Cristo, quando i monarchi Seleucidi dominavano la Palestina. In conclusione questo sinedrio era una forma di governo autonomo, il cui potere aumentò molto ai tempi dei procuratori romani. Qualsiasi causa religiosa e civile, avente attinenza con la legge giudaica, poteva essere giudicata dal gran Sinedrio. Riprendo la cronaca dell'ultimo giorno di vita di Gesù, concludendo soltanto il discorso su Giuda. Perchè tradì e fece arrestare Gesù? Non certo per quei pochi denari e molti studiosi sono dell'opinione che Giuda volesse mettere il Maestro, del quale aveva visto tutti i miracoli, con le spalle al muro e dar vita all'ultimo prodigio, una rivolta politica, una rivoluzione, per modificare quello che anche Gesù aveva in mente, una riforma radicale dello stato sociale, nel quale la povera gente non fosse più considerata gente maledetta, ma Giuda non tenne presente che il potere politico l'aveva in mano il rappresentante dell'impero romano, Ponzio Pillato. Comunque ancora al giorno d'oggi gli storici, in particolare l'inglese Howard Jacobson, hanno spezzato una lancia in favore dell' archetipo di traditore e hanno pronunciato un " j'accuse" contro la guerra di propaganda condotta da san Paolo e da suoi seguaci contro Giuda, ripresa dai Padri della Chiesa e arrivata via via fino a noi. Dopo essere stato interrogato dal Sinedrio, troviamo Gesù da Ponzio Pilato, che è l'autorità di Roma in Palestina da quattro anni, un uomo che vuoI fare carriera politica e non vuole assolutamente grane né dai giudei, né da Roma. Luca riferisce che questo funzionario romano, quando lo informano che Gesù era un ebreo, lo inviarono da Erode, il quale anche lui voleva vivere tranquillo, si rifiuta di vederlo e lo rimanda da Ponzio Pilato, il quale non trova in Gesù alcuna colpa. Anche la moglie di Pilato lo giudica innocente, ma la folla nella piazza, che ha preferito far liberare Barabba piuttosto che Gesù, continua ad urlare a morte, a morte (Gv 19,6 ). Ponzio Pilato non sa come cavarsela, è imbarazzato e si fa portare un catino d'acqua, per lavarsi le mani pubblicamente, perchè non vuole essere responsabile della morte di questo giudeo. E' famosa la risposta del popolo: il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli (Mt 27,25 ). Parole che possono essere interpretate in molti modi. La macchina del supplizio si mette in moto e dopo la scelta del popolo di liberare Barabba, è una esecuzione romana. Mel Gibson ha voluto esasperarla al massimo con quei grassocci soldati romani che si divertono a seviziare Gesù, ridotto ormai ad una massa di carne sanguino lenta. Il piacere che quei soldati romani provano a seviziarlo ridacchiando, li rende più odiosi ancora del famoso attore Charles Laughton, il quale nel 1935, dopo il film sulla tragedia del Bounty, era diventato l'emblema di un sadismo perverso, da correre il rischio di essere insultato per strada. dalla gente. La salita poi verso il Calvario è una esibizione di crudeltà e di cattiveria. La crocifissione è una scena cruda, si parli di croce o di palo non cambia. Quando i chiodi trafiggono i polsi e le caviglie, preferisci guardare altrove e ti infastidisce quella folla che prima urlava "a morte a morte" ed ora piange e si batte il petto. Il centurione romano ferisce con un'asta il costato per vedere se sanguina. Gesù è ancora vivo. Ad un tratto si sente un urlo: " mio Dio, perchè mi hai abbandonato? Gesù non poteva più resistere, aveva sofferto per salvare l'umanità dal peccato, ora chiedeva a Dio di non farlo soffrire inutilmente. Lo spettacolo era terminato.
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