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Storia e Mitologia
Storia e Mitologia scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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un giudizio su Mosè | ![]() |
![]() Lo consiglio come libro storico, con grande ricchezza di particolari, per quelli che vogliono scrivere qualcosa sugli ittiti. Sconsigliabile la lettura ai fanatici, ai fondamentalisti ed agli ignoranti che non hanno una sufficiente cultura di base, per comprendere il significato di certi versetti. Pensare che questa Antica Scrittura sia il frutto della grande mente di Mosè, il suo hobby, o che sia stata tutta dettata da Geova a Mosè, è solo questione di fede. Non cambia il valore di questo libro, che è sacro, sul quale una infinità di uomini hanno giurato nei tribunali di tutto il mondo ed aprendo questo libro da vari millenni si inizia il lavoro nelle Logge Massoniche di tutto il mondo. Mosè è stato il grande e geniale condottiero del popolo d’Israele e le prerogative dei geni è saper cogliere l’attimo fuggente e vincere la partita in modo fulmineo, anche se poi le loro gesta non modificò la storia. Per curiosità cito qualcuno di questi casi. Napoleone a Marengo trasformò una sconfitta in una grande vittoria, Garibaldi, con una Europa incredula che lo dava per spacciato, con un pugno di garibaldini, dopo aver ottenuta la resa di ventimila soldati borbonici e del loro generale, grazie al suo genio, conquista Palermo, senza sparare un solo colpo di fucile , senza perdere un solo soldato. Il generale tedesco Heinz Guderian, con le sue guerre lampo, in 14 giorni arriva a Parigi, dopo aver perso pochi uomini e senza aver causato gravi perdite ai francesi. Nella prima guerra mondiale, sullo stesso fronte a Verdun, i francesi, in un giorno, persero 350.000 uomini e i tedeschi 280.000. Non si può certamente fare un paragone con Mosè, ma girare per quaranta anni per i vari deserti, attaccati anche da tribù ostili, con la guida di un uomo esperto, ha permesso al popolo di Israele di arrivare in buone condizioni a due passi dalla meta. Dopo aver traghettato tutto il suo popolo, Mosè, ritto su di uno scoglio, osservava gli egiziani che annaspano nel Mar Rosso e probabilmente pensava che questa tragedia si poteva anche evitare. Concludendo il discorso su Mose ho scoperto un lato della sua personalità che non conoscevo. Quando pascolava le pecore del suocero, aveva preso l’abitudine di scrutare le stelle, alla ricerca del significato di Dio. E’ possibile che quando, da giovane, frequentava una scuola egiziana, sia stato attratto dal monoteismo di Akhenaton, dato che l’Inno ad Aton, scritto durante i diciotto anni del regno di questo sovrano egiziano, è molto simile al Salmo 104 della nostra Bibbia. A Mosè piaceva molto, durante le prime ore della notte, star sdraiato all’aperto, contemplando il cielo stellato ed aveva osservato che le stelle e la luna avevano tutte un loro posto e così, sulla terra, ogni animale e ogni pianta aveva il proprio posto e scopo specifico. Mosè aveva intuito che, ogni cosa lassù nel cielo e quaggiù sulla terra, faceva parte di un sistema assoluto e che in quel sistema universale stava il significato di Dio, giungendo alla conclusione che come vi erano leggi universali per la natura, così dovevano esservi leggi morali valide per tutto quello che ci circonda, ma queste leggi si potevano comprendere solo con la mente. Anche Pitagora, molti anni dopo, passava le sue notti osservando il cielo e Mosè e Pitagora, a distanza di vari millenni, giunsero alle stesse conclusioni, usando soltanto parole diverse. Mosè fu uno dei primi uomini a capire che il bene ed il male sono due forze in continuo conflitto tra di loro e solo definendo una legge morale universale l’uomo è stato in grado di distinguere il bene dal male e, come dice Socrate, il giorno che l’uomo capirà che cosa è il bene, non potrà più scegliere il male. Per me Mosè è stato uno dei più grandi uomini mai esistiti, ha anticipato di millenni il quadro filosofico di Pitagora ed il metodo analitico di Socrate, arrivando alle conclusioni di Kant. Quando Mosè morì, Geova lo fece seppellire in un luogo rimasto sconosciuto ( De 34: 5-7 ) per impedire, probabilmente, che gli israeliti cadessero nel laccio della falsa adorazione, venerando la sua tomba Ma Geova ha potuto seppellire solo la spoglia mortale di Mosè, perchè di lui è rimasto l’immortale ricordo. Ovunque riposino le sue ossa, due cose riempiranno sempre di emozione la sua anima, il cielo stellato sopra di lui e la legge morale dentro la sua anima immortale. E’ quello che gli ha permesso di conservare sempre la sua fede in Dio, senza perdere la sua dignità di uomo razionale (Nota 2). |
( Nota 1 ) Tutti i lavoranti mescolavano
fango del Nilo con sabbia, acqua e paglia tritata, poi un altro gruppo
di schiavi con un grande
recipiente in legno versavano la poltiglia nelle forme vuote di legno, che venivano fatte asciugare sotto il sole per otto giorni, ottenendo così degli ottimi mattoni. La prima volta che sono andato ad Urgada in Egitto, ho notato lungo la spiaggia, una grande distesa di forme di legno per fabbricare mattoni. Non ho chiesto se la poltiglia fosse sempre la stessa o se attualmennte venisse aggiunto del cemento. ( Nota 2 ) Con questa frase, incisa anche sulla lapide della tomba di Emmanuel Kant termina anche la “ Critica della Ragione Pura “. |
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