Ma cosa aveva fatto di così importante Mosè ?
Riuscì a trasportare al di là del Mar Rosso un intero popolo, uomini, donne, bambini, anziani, ammalati e disabili e tutto il bestiame, con carri pesanti trainati da buoi, carri colmi con tutto quello che una famiglia ha in dotazione, senza subire alcuna perdita e con perdite di soldati egiziani limitate, perchè Mosè non poteva dimenticarsi dell’amore con il quale era stato allevato dalla figlia del faraone e di aver fatto parte della nobiltà egiziana. Naturalmente aveva istruito tutti dei rischi che si dovevano correrre, ma che sarebbero stati minimi se tutti avessero ubbidito agli ordini ricevuti, evitando di accendere fuochi, di parlare a voce alta e di prendere delle iniziative non programmate.
Mosè giocò una carta pericolosa, ma aveva calcolato tutto al minuto, la durata della marea, il suo inizio e la sua fine. Nei carri pieni di bambini, di anziani e di donne, tutti mezzi addormentati, ad un dato punto ebbero l’impressione di vedere, nell’oscurità, un grande luccichio d’acqua come condensata, sia a destra che a sinistra e tutti pensarono che Geova avesse fatto il miracolo, creando un lungo varco nel Mar Rosso.
La perfetta organizzazione fatta da Mosè ed Aaronne aveva evitato ogni sorpresa, erano felici anche perchè con l’esodo si era riunito tutto il popolo di Israele. Il più felice di tutti era Mosè, lui non aveva dubbi, la sua soluzione era quella più sicura e rapida. La tecnica da lui escogitata era un vero miracolo, anche per la sua semplicità, un pentolone di bitume, tenuto immobile per ore, poi mosso nel momento giusto, nella direzione giusta ed alla velocità giusta.
Ma quale è stato il geniale trucco di Mosè ?
Aveva studiato le abitudini delle truppe del faraone, che seguivano a distanza gli ebrei, che procedevano con i loro lenti e pesanti carri. In caso di bisogno, con i loro carri leggeri, avrebbero raggiunto gli ebrei in pochi minuti.
Mosè era partito da Gosen con l’autorizzazione del faraone a recarsi nel deserto per “tre giornate di cammino” per compiere sacrifici al loro Dio e si era fermato esattamente a due ore di cammino dal punto dove sarebbe iniziato il traghetto. Finsero di preparare il campo in perfetto silenzio, come per andare subito a dormire, sicuri che dal campo egiziano li stavano osservando. Mosè aveva calcolato tutto, persino il nome delle famiglie che dovevano procedere affiancate, il nome dei responsabili delle varie colonne. Ad un paio di chilometri si erano sistemati gli egiziani con i loro cocchi veloci. Verso le undici di sera Mosè fece accendere un grande braciere pieno di bitume che bruciava e sprigionava una colonna di denso fumo.che poteva essere vista a molti chilometri di distanza.
Durante la notte la posizione del braciere era segnalata dal bagliore delle fiamme. Le varie colonne di Mosè si alzarono al buio perfetto ed iniziarono la marcia di avvicinamento alle undici e mezza di notte, mentre gli egiziani, accampati su di una collina, bene in vista dal campo di Mosè, ma abbastanza lontane per non accorgersi dei movimenti degli ebrei, dormivano tranquilli. Per obbligare gli egiziani a non accamparsi troppo vicino a loro e a rimanere ad una certa distanza, Mosè, due giorni prima, aveva organizzato una specie di blitz nel loro campo, cercando di riempire con la sabbia i mozzi delle ruote dei loro carri e dopo l’incursione il comandante degli egiziani aveva sistemato il loro campo a una certa distanza da quello ebraico, mettendo di guardia due sentinelle.
Mosè aveva sistemato il braciere bene in vista alle spalle del campo ebraico, dal lato del deserto, in modo che non si potesse vedere quello che vi succedeva. Scesa la notte senza luna, gli ebrei al buio, avevano tolto il campo, radunate le greggi ed erano già in marcia, ben silenziosi.
Si era levata la solita brezza notturna, sufficiente per increspare il mare e la marea verso l’una cominciò a scendere e comparve un’ ampia strada sabbiosa ed iniziò il grande esodo, al buio ed in perfetto silenzio per non mettere in allarme gli egiziani che dormivano.Verso le due e mezzo di notte, secondo gli ordini dati da Mosè, il braciere si mise in movimento verso il mare. Le sentinelle svegliarono il comandante ed alle tre del mattino gli egiziani erano pronti a controllare l’accampamento degli ebrei. Non capivano la situazione, il campo degli ebrei era vuoto e nel buio della notte si vedeva soltanto il braciere che andava ormai veloce verso il mare.
Quando anche loro arrivarono al mare gli ebrei erano ormai tutti dall’altra parte del Mar Rosso, la marea stava aumentando rapidamente e gli egiziani che tentarono di inseguire gli ebrei furono travolti dall’acqua che stava aumentano rapidamente.
La soluzione aderente alla Bibbia è molto simile. Mosè, mediante una colonna di nuvole di giorno e una colonna di fuoco e di fumo la notte, riuscì a creare un’ intensa nebbia in tutta la zona, per cui il suo convoglio rusciva procedere lentamente nella nebbia, senza fermarsi mai, mentre gli egiziani non erano in grado di sfruttare la velocità dei loro cocchi per la nebbia intensa.
Arrivati sul Mar Rosso, Mosè, autorizzato da Geova, fece il miracolo di aprire un’ ampia strada tra le due sponde del mare, permettendo a Mosè una traversata tranquilla al popolo di Israele.
Quando arrivarono gli egiziani, il popolo di Israele era tutto passato: Mosè con il gesto ed il Bastone, sempre autorizzato da Geova, chiuse la strada, facendo morire affogati il faraone e tutto il suo esercito.
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