La tradizione del diluvio universale è comune a tutti i popoli del mondo con le caratteristiche fondamentali praticamente uguali nelle diverse leggende, collera della divinità per la malvagità degli uomini, salvataggio di un gruppo più o meno grande di persone, spesso con l’aiuto di una divinità, ripopolamento della terra per vie naturali o miracolose.
Che l’acqua fosse qualcosa di fondamentale nella vita di un uomo l’aveva già capito nel VII secolo a.C. il filosofo Talete, che era di casa nella splendida Mileto.
La sua non era una grande scoperta, ma fu il primo filosofo a guardarsi in giro e a porsi delle domande. Talete più che all’acqua dava importanza all’umido. Avrei voluto spigargli che l’umidità fa venire i dolori reumatici, mentre l’acqua è un elemento che entra in tutte le cellule per il loro benessere, tanto che il nostro corpo per l’87% è formato da acqua.
Sono sicuro che mi avrebbe chiesto, ma lei come fa a saperle queste cose? A questo punto mi sarei sentito molto imbarazzato, perchè non potevo rispondergli, l’ho letto in un libro, in quanto a quei tempi Gutemberg non aveva ancora inventata la stampa.
Riprendendo il discorso sul diluvio, in Mesopotamia il Tigri e l’Eufrate, che nascono dai contrafforti dell’Anatolia, scorrono paralleli verso il golfo Persico, con argini molto bassi. Quando per le piogge la portata dei due fiumi aumenta, un centinaio di chilometri prima di Bassora l’acqua supera la cresta dell’argine e allaga tutta la Caldea, per cui gli abitanti devono per qualche tempo allontanarsi dalle loro abitazioni. In Egitto con il Nilo la situazione è più o meno uguale.
Più complesso era il cosiddetto diluvio del Mar Nero. Nell’oligocene l’ultima glaciazione stava terminando e le due calotte polari arrivavano fino a latitudine temperate, liberando grande quantità d’acqua che determinava un progressivo innalzamento del livello del Mediterraneo. L’istmo del Bosforo che mette in comunicazione l’Egeo con il Mar Nero a quei tempi non era navigabile ed il Mar Nero era un grande lago che si stava prosciugando per l’evaporazione. Con l’innalzamento del livello del Mediterraneo, circa 7000 anni fa, un’enorme massa d’acqua cominciò a passare dall’Egeo al Mar Nero sommergendo centinaia di villaggi sorti sulle coste dell’ex lago.
Pochi mesi or sono il batiscafo che aveva individuato il Titanic ha documentata la presenza di questi paesi sommersi da migliaia di anni.
Anche questo cataclisma fu definito diluvio.
La mitologia greca racconta che Zeus, giudicando che la gente dell’età del bronzo era solo una grande massa di gente abbruttita dai vizi, decise di annegarli tutti risparmiando soltanto due giusti, Deucalione e sua moglie Pirra, ai quali consigliò di costruirsi una grande cassa di legno con la quale potevano salvarsi. Zeus fece piovere per nove giorni e nove notti. Deucalione e Pirra uscirono dalla cassa che si era fermata sul Parnaso. Zeus inviò loro Ermes, al quale potevano esprimere un solo desiderio. Deucalione chiese di avere molti compagni e Zeus disse: buttatevi dietro alle spalle le ossa delle vostre madri.
Pirra fu terrorizzata per l’empietà, ma Deucalione comprese che Zeus alludeva alle pietre, le ossa della Terra, che è la Madre Universale di tutti. Questo fu il diluvio dei greci.
A questo punto compresi che per parlare del diluvio biblico non potevo limitarmi a descrivere inondazioni o nubifragi locali. Infatti la Bibbia per indicare il diluvio usa il vocabolo greco “kataklysmòs”, ed allora, per parlare di “universalità”, dovevo trovare una traccia di questo cataclisma nelle leggende di tutti i paesi del mondo, infatti è quello che trovai.
Circa cinque millenni fa sul nostro pianeta si scatenò una catastrofe che spazzò via la maggior parte degli abitanti del nostro pianeta e la famosa ondata del 26 dicembre dell’anno scorso và interpretata come manifestazione naturale che periodicamente colpisce il nostro pianeta ancora in fase di assestamento e non come intervento divino che punisce l’uomo per la sua malvagità.
Ho trovato notizie del diluvio universale anche nelle leggende di quei popoli che non potevano essere venuti in contatto con la Bibbia e questi avevano alcuni punti basilari in comune con il racconto biblico, fatto che conferma che il diluvio provocò una distruzione globale che poteva essere voluta dal Padreterno.
I sumeri trovarono una versione del diluvio nelle tavolette d’argilla venute alla luce con gli scavi fatti tra le rovine di Nippur. Il racconto babilonese noto come epopea di Gilgamesh è ricco di particolari e di lui ho già parlato a proposito della morte del suo amico Enkidu.
In una tavoletta d’argilla trovata in condizioni perfette Gilgamesh racconta che andò a trovare il suo antenato Utnapishtim, il quale aveva ricevuto l’immortalità dopo essere sopravvissuto al diluvio. Utnapishtim gli spiega che gli era stato detto di costruirsi una grossa barca e lui ne aveva costruita una a tre piani nella quale aveva fatto entrare la sua famiglia, il suo bestiame e molti animali selvatici. Utnapishtim gli spiegò che la tempesta era durata sei giorni e sei notti e che la barca poi si posò sul monte Nisir. Per prudenza fece uscire prima una colomba ed una rondine, che ritornarono subito, non sapendo dove porsi ed alla fine un corvo che non ritornò e così comprese che poteva uscire.
In India una leggenda racconta di Manu, un ragazzo che aveva fatto amicizia con un piccolo pesciolino rosso chiamato Ida, la quale, quando il diluvio stava arrivando, consigliò a Manu di salire su una barca, che lei, diventata molto grande rimorchiò in un posto sicuro. Quando tutto finì, se ne andarono via insieme a rinnovare la razza umana.
Secondo una leggenda cinese il Dio del tuono regalò un dente a due bambini Nuwa e Fuxi, spiegando loro di seminarlo perchè da esso sarebbe nata una grande zucca, che veramente spuntò dal terreno diventando enorme. Quando il Dio del tuono scatenò il diluvio, i due bambini svuotarono la zucca e si accucciarono dentro di essa. Il diluvio uccise tutti gli altri esseri umani e i due bambini andarono felici a ripopolare il mondo.
E’ interessante notare che l’ideogramma cinese che corrisponde a “nave” deriva
dall’insieme di tre ideogrammi, uno per l’imbarcazione, un altro per il numero otto, il terzo per la parola bocca. La riunione dei tre ideogrammi vuol dire nave , ma anche
“otto persone in una imbarcazione”, che ricorda il racconto biblico di Noè e della sua famiglia, otto persone che sopravvissero al diluvio con un arca.
Gli indiani del Nord America raccontano varie leggende che hanno in comune il Diluvio universale che distrusse tutta l’umanità. Per esempio la tribù degli Aricara racconta che un tempo la terra era abitata da una razza di uomini così forti che si permetteva di schernire gli dei. Il Dio Nesaru distrusse questi giganti mediante un diluvio universale, mettendo prima in salvo in una grande grotta la sua tribù e molti animali.
Gli indiani del Sud America hanno leggende simili. I Maia dell’America Centrale credevano che un grande serpente avesse distrutto il mondo con tanti torrenti d’acqua. Il Dio Tezcatlipoca avvertì l’uomo Nata e sua moglie Nena che si scavarono un grande tronco di legno, facendone una barca con la quale si salvarono.
Potrei continuare con centinaia di altre leggende molto simili che parlano di un Diluvio universale.
A questo punto ritengo che l’antico testamento, oltre che guida etica, sia un testo storico molto valido, scritto da vari autori che avevano una base culturale di conoscenze relativa al tempo in cui vissero e scrissero la loro parte del Sacro testo.
In tutte le narrazioni mitologiche l’acqua è una potenza negativa, perchè cancella la vita arrivando inaspettata come l’onda del 26 dicembre che cancellò la geografia dell’Oceano Indiano. Ho letto su un giornale che questa catastrofe sarebbe assimilabile al Diluvio universale perchè ha unificato nella morte individui di ogni nazionalità, peccato che l’unificazione sia durata poche ore, dopodichè le differenze sono riemerse. Mente i corpi dei cittadini tailandesi venivano spinti con le ruspe nelle fosse comuni sulle spiagge si riaprivano gli ombrelloni ed i turisti occidentali tornavano ad abbronzarsi. La vera conseguenza del terremoto non è lo spostamento dell’asse terrestre, ma l’esplosione della faglia tra paesi ricchi e poveri, tra chi se la spassa tra i bungalow e chi li pulisce per pochi soldi.
Ma al di là di ogni polemica, la spaventosa inondazione che tutto aveva coperto, dimostra l’impotenza dell’uomo di fronte all’acqua, elemento fondamentale per la sua sopravvivenza e nello stesso tempo misteriosa energia distruttrice.
Una catastrofe così spaventosa non poteva essere dimenticata e si cominciò a celebrarne la ricorrenza, non a caso, il 17° giorno del secondo mese ebraico ( iyyar ), che corrisponde al 2 novembre, giorno in cui ricordiamo i nostri morti.
Solo la forza ed il peso dell’acqua poteva sollevare o sprofondare le zolle della litosfera terreste, che possono convergere l’una contro l’altra, sprofondando nel mantello terrestre, sollevando come un fuscello l’Himalaya (Anna Purna 8.078 mt. ), creando abissi inesplorabili (11.521 mt fossa delle Mariane), provocando terremoti.
Noi non possiamo modificare nulla, possiamo solo ricordare una splendida poesia di Goethe, il canto degli spiriti sulle acque.
L’anima dell’uomo
è simile all’acqua
viene dal cielo
risale al cielo
a terra di nuovo
ridiscende
in eterna vicenda
anima dell’uomo
come somigli all’acqua
destino dell’uomo
come somigli al vento.
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