Come quando una nave sta affondando, il comandante, in questo caso il Feldwebel, aveva lanciato il famoso “si salvi chi può”. In Italia nel 1943 era successa la stessa cosa, la parola d’ordine era
“tutti a casa”.
Soltanto che allora l’Italia settentrionale pullulava di truppe tedesche, che se ti prendevano, rischiavi di essere fucilato. Questa volta tentavano di mettersi in salvo tutti, compresi i tedeschi, i quali, buttate via le armi, attraversavano anche a nuoto il Po per raggiungere la Germania.
Nel nord-est dell’Italia la situazione era un po’ più complessa per la presenza di partigiani garibaldini fedeli a Tito che con la tracotanza dei vincitori disseminavano la zona di infoibati, mentre il maresciallo Alexander aveva dato ordine alle truppe neozelandesi del generale Freyberg, di raggiungere rapidamente Trieste per liberarla dai partigiani di Tito ancora in circolazione lungo la frontiera vagante alle spalle di Gorizia e di Trieste.
La strada che Anilla e le sue compagne dovevano percorrere era relativamente sicura e tranquilla, perchè la popolazione molto cattolica e conservatrice della Stiria e della Carinzia aveva mal tollerato l’Anschluss hitleriano del 15 marzo del 1938 e l’assassinio del suo presidente Schuschnigg, dimostrando simpatia per gli italiani.
Ho calcolato che la distanza tra Theresienfeld e Nimis è di 472 km, per percorrere i quali le ragazze impiegarono trentatrè giorni, camminando, secondo i miei calcoli, 14 km al giorno. E’ vero che un soldato affardellato con armi e zaino può fare 50 km in un giorno, ma non per trentatrè giorni, soprattutto mangiando e riposando la notte, mentre le nostre ragazze si nutrivano di pezzi di pane e di erbe raccolte nei boschi e la notte, più che dormire, si riposavano, anche per il fresco e l’umidità che penetrava nelle ossa. La prima notte la passarono in un bosco di Wr.Neustadt e il giorno dopo a Neunkirchen iniziarono la salita che le avrebbe portate al passo del Semmering, a quasi mille metri d’altezza.
Al gruppo di Anilla si erano nel frattempo aggregati due ragazzi italiani, un meridionale ed un toscano, entrambi fuggiti da un campo di lavoro tedesco. Li raggiunse un vecchio autocarro e convinsero il guidatore a dar loro un passaggio, ma dopo pochi metri il motore si fermò e non ci fu verso di farlo funzionare. Arrivati dopo tre ore al passo, la temperatura era così fresca che, per il timore di dover pernottare qui al fresco, fecero la discesa quasi di corsa fino a Muerzussch. Quella sera, affamati, si presentarono in una casa di contadini che diedero loro pane, salsicce e due litri di latte.e quella, per loro, più che una cena, fu un banchetto. Dopo dodici giorni erano a Bruck an der Mur, bella piccola città della Stiria, con il fiume Mur che, nato nella zona di Salisburgo si getta nella Drava. Ho sottolineato questo particolare perché, seguendo la valle di questo fiume si arriverebbe più rapidamente a Maribor in Slovenia e da qui in Friuli. Dopo una rapida discussione viene esclusa la scorciatoia slava, e si continua la strada per Judenburg e per St.Veit an der Glan. Per strada incontrano due ragazzi greci, parlano solo il greco e un po’ di tedesco. Sono fuggiti anche loro da un campo di lavoro, sono un po’ disorientati e chiedono, in qualche modo, di aggregarsi al gruppo di Anilla. Tutti insieme si presentano in un paio di fattorie austriache. Nessuno di noi ha dei soldi, comunque anche qui ci regalano salsicce, pane e latte, poi fanno dormire tutti nel fienile. E’ la loro prima notte di vero riposo sotto un tetto, al riparo dalla pioggia e dall’umidità.
Villach, Tarvisio, Pontebba, Gemona e Nimis sono a due passi da casa. Siamo nella valle del Fella
nel Friuli. Il gruppetto di Anilla si è sciolto ed ognuno prende la sua strada. Il due maggio del 1945 a Tarcento incontrano truppe inglesi che stanno avanzando con i loro carri armati. In giro non si vedono più tedeschi, cosacchi e partigiani, ognuno sta cercando di mettersi in salvo.
Dopo un breve viaggio di andata in treno e uno di trentatrè giorni di ritorno a piedi, Anilla è tornata nella sua Nimis, un calvario nei secoli, ma ora paese di pace, di ulivi e di filari di viti dritti e curati, che promettono vini pregiati, di sentieri irti e sassosi, fra prati distesi e boschi odorosi, dove tutto è pace e silenzio arcano, dove tutto ti invita a meditare. Sì, questa è la mia Nimis.
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