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Computers Il Pensiero filosofico e religioso
Cosa sta succedendo al mondo?

scritto inedito di: Milost Della Grazia
La rivoluzione informatica e la globalizzazione
Anni fa mi avevano  regalato un libro di  N. Negroponte  “ Essere digitali .”  Leggendolo avevo capito che il mondo stava cambiando, non prevedevo però così rapidamente. Ma, soprattutto  non avevo capito che l’informatica associata alla globalizzazione potevano sconvolgere l’umanità.
Thomas Friedman, quello dei tre premi Pulitzer, ci racconta  in modo perfetto come in un clima di  globalizzazione e con l’integrazione, senza precedenti, dei mercati, dei sistemi di trasporto e delle comunicazioni, milioni di investitori possono spostare in tutto il mondo notevoli somme di dollari con un semplice clic del mouse. La globalizzazione ha abbattuto i muri che limitavano i movimenti e il raggio di azione delle singole persone, concedendo agli speculatori un potere straordinario, quello di  influenzare tutti i mercati, trasferendo danaro o tecnologia, rivalutando o svalutando  a piacere il dollaro e guadagnando cifre enormi senza sollevare le loro natiche dal computer.
Oggi non ci sono soltanto le superpotenze, ma anche degli  individui superpotenti, che possono agire sulla scena del mondo, come Osama Bin Laden, il quale  ha dichiarato guerra agli Stati Uniti. Nel 1988 ha  diretto in Africa  il  bombardamento di due ambasciate americane e l’aviazione statunitense  ha risposto lanciando 75  missili Cruise contro le sue basi in Afghanistan, senza ottenere alcun risultato. E’ stata la prima battaglia della storia tra una superpotenza e un uomo superpotente e la seconda battaglia è stata quella dell’11 settembre.
Da bravo vegetariano Osama  divide una frittata di quattro uova tra dodici commensali. Alto un metro e novantasei, pesa sessantacinque chili, quindi è magrissimo. A 16 anni si legò a gruppi fondamentalisti islamici, nel 1992 si rifugiò in Sudan. Nel 1998 l’Arabia Saudita  gli tolse la cittadinanza e dovette rifugiarsi in  Afghanistan, dove probabilmente si trova tuttora.
Durante la guerra con la Russia,  con pochi mezzi e pochi uomini, sconfisse la seconda potenza militare della terra. Per lui la vita non ha un grande significato, voleva essere un eroe e c’è riuscito, ora vuole diventare un martire, perché crede sia il modo migliore di morire nel nome dell’Islam. Nell’ottobre del 2000 ha  perso una buona occasione per morire, quando una piccola imbarcazione carica di esplosivo, affiancata al cacciatorpediniere Cole, scoppiò nel porto di Aden, uccidendo diciassette marinai americani. Queste notizie le ho tratte dall’ autobiografia di Bill Clinton.  Tutti pensarono che la strage fosse opera di Bin Laden e di Aal Quaeda e stavano per scagliare la solita pioggia di Cruise sulle montagne a nord di Kabul, dove si ritiene sia nascosto Bin Laden.
Ma la CIA all’ultimo minuto  sconsigliò il lancio, perché le prove della loro colpevolezza non erano del tutto convincenti. Bin Laden è sempre stato miliardario e terrorista, asceta e uomo d’affari, nemico dei russi e degli americani. E’ un uomo intelligente ed istruito, sicuramente conosce la storia dei popoli arabi.
Tutti  hanno capito che i grandi giacementi di petrolio stanno esaurendosi e senza petrolio l’uomo rischia di dover tornare all’età della pietra. I grandi giacimenti che restano sono tutti nei paesi arabi del Medio Oriente, ma ugualmente tutti lo vogliono questo petrolio, dai terroristi di Osama a Bush, angosciato per la sua America, alle  multinazionali occidentali, con l’Arabia Saudita che cerca di difenderlo, blindando i pozzi.
Sono pertanto dell’opinione che lo storico americano David Landes, con il suo articolo, sostenga  una tesi sbagliata, perché non si può incolpare gli occidentali per il sottosviluppo dei popoli arabi, che va invece attribuito alla corruzione ed alla incapacità dei loro governanti, per le mani dei quali sono passati fiumi di dollari guadagnati con il petrolio, con i quali dollari avrebbero potuto preparare ed attuare degli ottimi piani di sviluppo.
Sono riuscito a trovare un articolo di G. M. Khan sul Paradiso Islamico e sul Corano, nel quale si sostiene che la violenza nasce dall’ignoranza o dall’errata interpretazione del Corano, per cui concluderò questo mio scritto parlando di questo problema.
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