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Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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il Cristianesimo e la Scuola di Antiochia | ![]() |
Con la morte dell’imperatore Teodosio ( 395 ) i suoi due figli, Onorio
e Arcadia, divisero l’impero in due parti, una orientale e bizantina, che
si avviò ad un lungo periodo di grande splendore, della quale diventò
imperatore Arcadia, e una occidentale, con imperatore Onorio, impero che
scomparve dopo poche decine di anni, sommerso dalle invasioni barbariche
e che finì quando Odoacre nel 476 depose l’ultimo imperatore romano,
Romolo Augustolo di quattordici anni, che suo padre, prima di morire,
aveva messo sul trono ancora fanciullo. Nel IV° secolo d.C. l’imperatore
Costantino, con l’edito di Milano ( 313 ), concesse completa libertà
alle comunità cristiane, che avevano vinto la loro battaglia e Roma
diventò il centro della cristianità, con tutta l’Europa
che si avviava a sviluppare una propria cultura, prendendo come base la
civiltà latina. La cristianità impiegò poi dieci secoli
per costruire e perfezionare la sintesi cattolica, creando la potenza della
Chiesa, istituzione sociale costruita su una fede che si basava su principi
filosofici e sulla storia sacra. Raccontarne tutta la storia potrebbe diventare,
l’argomento di un mio prossimo lavoro e per ora mi limiterò a ricordare
i più importanti fondatori della Chiesa di Roma che raggiunse potenza
e ricchezza per mezzo del suo credo.
![]() Nel IV° secolo lo sviluppo del pensiero cristiano era già notevole ed ebbe importanza la fondazione della scuola di Antiochia, che impostò il suo lavoro sulla interpretazione letterale e storica della Bibbia. Va ricordato, a questo proposito, la figura di Origene (185-253 ), teologo della scuola cristiana di Alessandria, il quale, come Plotino, fu allievo di Ammonio Sacca. Personalità molto controversa, dapprima fu considerato uno dei Padri della cristianità e nominato sacerdote, ma poi fu deposto e condannato per aver sostenuto idee eretiche. Uomo molto austero e rigido asceta, passò parte della sua vita in Cappadocia, evirandosi per evitare qualunque tentazione. La chiesa cristiana ebbe un unico pericoloso conflitto all’epoca di Ario, quando corse il rischio di una scissione. Ario negava la divinità del Verbo, ma Costantino, che si atteggiava a protettore della nuova fede, convocò a Nicea nel 325 un concilio che dichiarò Ario eretico, soprattutto per merito dei Vescovi occidentali. Questo Ario non ha nulla a che vedere con le idee razziste di Hitler. Le discussioni e i vari concili sul significato e le priorità del Verbo, del Logos, del Padre e dello Spirito Santo andò avanti per decine di anni, dando un valido contributo al lavoro dei quattro pilastri o dottori che portarono a maturazione il credo della religione cattolica. Essi sono, in ordine cronologico, San Girolamo, Sant’ Ambrogio, Sant’Agostino e Papa Gregorio Magno. Le notizie su questi quattro cristiani le ho trovate nei libri di Indro Montanelli, l’unico storico italiano che seppe rendere piacevole la lettura di un libro di storia. San Girolamo era nato nel 340 a Stridone, piccola cittadina al confine tra Dalmazia e Pannonia, in una agiata famiglia cristiana, che però non l’aveva ancora battezzato. Frequentando le scuole del suo paese aveva dimostrato di avere una memoria prodigiosa e un grande amore per la cultura classica, per cui i genitori lo inviarono a Roma, affidandolo al Papa Liberio, il quale per prima cosa lo battezzò. Sempre a Roma frequentò per alcuni anni la scuola del famoso grammatico Elio Donato, imparando perfettamente anche il greco. Dopo aver conseguito con il massimo dei voti un diploma, si trasferì ad Aquileia. Era un giovane molto morigerato, vegetariano e senza vizi, pregava molte ore al giorno e non era molto ben visto dal patriarca, il quale in fatto di morale era piuttosto di manica larga, per cui preferì andarsene da Aquileia, che Girolamo definiva la “Sodoma illirica”. Probabilmente non era al corrente della situazione locale, perchè ad Aquileia il simbolo dei vescovi patriarchi erano il pastorale e la spada, che spesso usavano più del pastorale. In Friuli l’imperatore germanico nominava personalmente i patriarchi di quella marca orientale che fungevano anche da guardiani della “ porta d’Italia “, dalla quale passavano tutti gli invasori, in particolare i turchi con le loro scorrerie. Fuggito da Aquileia riparò ad Antiochia, dove fu ordinato sacerdote ed ebbe tutto il tempo per imparare la lingua ebraica e l’aramaico. Non gli andava bene neppure questa cittadina del Medio Oriente, troppo umida secondo lui. Aveva trenta anni e decise di dedicarsi all’ascetismo, per cui raggiunse il deserto della Calcide nei pressi di Antiochia. Nel 382 il Papa Damaso lo richiamò a Roma, affidandogli la traduzione in latino dell’Antico Testamento. Viveva in Laterano, girando scalzo con una pelliccia di capra sulle spalle e una tunica di colore indefinibile, probabilmente mai lavata, ma le dame della corte lo trovavano divertente e lui spesso leggeva a loro qualche pagina della Bibbia che stava traducendo. Roma era una città corrotta e Girolamo, parlando con le dame, esaltava la verginità, affermando che poteva essere perduta anche per un solo pensiero. I romani volevano buttarlo nel Tevere, sia per le sue idee, sia per la puzza che emanava la sua tunica e ad un dato punto fu costretto ad andarsene e si sistemò in una grotta nelle vicinanza di Betlemme, dove passò il resto della sua vita pregando. Fu indubbiamente uno degli uomini più colti del suo tempo e la teologia cristiana gli deve molto per il suo rigore morale e per la ottima traduzione dell’Antico Testamento, riconosciuta dal concilio di Trento come traduzione ufficiale della Chiesa, ma non è chiaro per quale motivo l’hanno fatto santo. Diventato anziano, si ritirò a Betlemme dove morì nel 420 a ottanta anni. |
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