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Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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Il pensiero socratico | ![]() |
Quando parlava di sua madre levatrice, diceva ridendo “ anch’io aiuto
gli uomini a partorire, ma non figli, solo idee.
Non propose un sistema bello e fatto da difendere con le armi della dialettica e con i suoi interlecutori partiva sempre da zero chiedendo a loro di abbandonare le loro idee per cercare insieme nuove idee per risolvere in modo concreto i vari i problemi . Inaugurò così la tecnica del dialogo come mezzo di ricerca filosofica, tecnica che verrà ripresa in maniera insuperata da Platone. ![]() Chi conosce il bene agisce anche bene, perché non è pensabile che chi conosce il bene faccia il male, perché fare il male significa non solo arrecare danno e commettere ingiustizia nei confronti degli altri ma anche nei confronti di se stessi. La sua abitudine a porre domande, a discutere su vari problemi gli valse la fama di “rompiscatole ” e per le sue idee venne accusato di empietà. Fu il primo pensatore condannato a morte per le sue idee e non per avere commesso un delitto materiale contro le leggi della sua città. Fu indubbiamente il primo grande pensatore di cui si possa dire che ha affrontato i problemi più delicati del comportamento umano. Fu il primo filosofo condannato a morte e poi giustiziato per le sue idee, e non per aver commesso delitti veri e propri contro la legge della sua città. L’accusa più grave che gli fu contestata, oltre a quella di empietà, riguardava la sua presunta opera di corruzione dei giovani, mentre per lui educare significava creare attraverso il dialogo delle “teste pensanti”, non infarcite di scienza, formando non dei sudditi, ma dei cittadini liberi e virtuosi. Socrate insisteva su un altro aspetto qualificante dell’educazione, insegnare ad aver il coraggio di riconoscere i propri limiti, dimostrando di avere quella onestà intellettuale che è l’unica arma contro l’arroganza di chi crede di sapere mentre in realtà non sa nulla. L’autodifesa pronunciata da Socrate, riportata da Platone nella sua Apologia, servì soltanto a peggiorare la situazione. Secondo quanto ci ha trasmesso Platone egli esordì affermando che è dovere di chi parla dire la verità. Per Socrate la parola di un uomo deve esprimere quello che una persona veramente pensa, come dice un versetto dei Salmi (119,160 : La sostanza della tua parola è verità. Dopo la sentenza di morte, egli si rivolse alla minoranza che aveva votato in suo favore , chiamandoli “giudici”, mentre si era rivolto all’assemblea con il generico appellativo di “Ateniesi”, non riconoscendo la legittimità della sentenza, pronunciata da persone indegne del ruolo di giudici. Socrate sapeva di essere innocente, ma rifiutava di mettersi in salvo, perché questo sarebbe stato un insulto alle leggi della sua città. Agli amici che piangevano perché ormai aveva bevuto la cicuta disse: “bisogna farsi coraggio perché solo il mio corpo verrà seppellito”. Le sue ultime parole, rivolgendosi a Critone, furono :“siamo in debito di un gallo ad Esculapio, non te lo dimenticare”. |
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