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Computers Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Pitagora l'orfismo, religione misterica e la Matematica
Era nato nel 570 a.C. a  Samos, una delle isole più fiorenti dell’Egeo Orientale. Suo padre, Mnesarco, era un ricco gioielliere, sua madre, Partenide, era probabilmente una inserviente del padre. Fu sicuramente uno degli uomini più notevoli che siano mai esistiti A diciotto anni seguiva le lezioni di Ermodomante di Samos e a venti quelle del grande Ferecide di Siro. Era un ragazzo un po’strano, probabilmente qualcuno dei maestri gli aveva trasmesso delle idee  tipiche dell’orfismo, come il credere nella trasmigrazione delle anime. Pitagora  sosteneva  di essere vissuto già varie volte, di essere sceso nell’Ade, incontrando Esiodo e di aver combattuto nella piana di Troia.  Alla sera, piuttosto che starsene con gli amici,  preferiva andare in riva al mare  per osservare il  flusso e riflusso delle maree, per ascoltare il ritmico sciabordio delle onde e la voce armoniosa di Demetra, dea madre della terra.  Continuava a rimuginare nella sua mente quello che vedeva tutti i giorni, i cicli della natura con  l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni e delle fasi lunari collegate alle maree, il tutto programmato a  ritmi e sequenze perfette, ma soprattutto passava ore ad osservare lo splendore del firmamento, con le sue geometriche costellazioni, la  tenue luce di Betelgeuse, la dolce Aldebaran con le splendide Pleiadi, la quiete geometrica dell’Orsa e aveva capito che tutto l’universo si muoveva con un ritmo perfetto e tutti i fenomeni naturali erano regolati  da una legge matematica da lui  chiamata Armonia. Solo chi era in grado di capire le leggi di questo equilibrio armonioso poteva arrivare all’Assoluto.  Pitagora non poteva esporre questa sua intuizione agli arconti della polis, l’avrebbero condannato per empietà verso gli dei ed aveva un assoluto bisogno di provare con la  ragione quello  che la sua mente aveva  intuito. 
Solo i sacerdoti egiziani con la loro saggezza avrebbero potuto aiutarlo, per cui si trasferì in Egitto. Quando i sacerdoti egiziani furono certi  della sua serietà e grande volontà di apprendere, gli offrirono  tutti i tesori della loro sapienza e Pitagora approfondì lo studio delle matematiche sacre e la scienza dei numeri, arrivando alla sommità del sacerdozio egiziano, ma una guerra sconvolse i suoi programmi e si trasferì a Babilonia,  allargando ulteriormente   orizzonte  grazie ai sacerdoti magi eredi di Zoroastro
Il discorso sull’importanza  della matematica  per spiegare l’origine, la natura e il funzionamento dell’Universo, si presenta molto difficile e complesso, anche a causa di una documentazione spesso incerta per l’assenza di testi affidabili. E’ noto che Pitagora non scrisse alcun libro e il suo metodo di insegnamento era basato sul dialogo tra il maestro e l’allievo, per cui tutto quello che sappiamo su Pitogora fu scritto dai suoi allievi.  Il discorso sulla matematica e la scienza dei numeri  è stato ripreso da Platone nel suo dialogo “ Timeo o Della Natura  “  che esercitò  una vasta influenza sul  pensiero cristiano.
Pitagora dopo dodici anni passati a Babilonia .tornò in patria dopo aver visitato tutti i templi della Grecia e  si fermò a Delfo. Dopo aver istruito i sacerdoti in tutti i segreti della sua dottrina, lasciò per sempre Delfo e partì per la Magna Grecia,  fermandosi in quella costa dell’Italia meridionale che possiamo definire pitagorica, con le città di Taranto, Metaponto, Locri, Sibari  e Crotone, dove fondò una scuola che ebbe  grandissimo successo per i suoi messaggi  filosofici  e morali.
L’ idea di raggiungere la Magna Grecia e di fermarsi a Crotone fu una sua intuizione, perchè senza alcun dubbio nessuna città  dell’ Attica o del Peloponneso avrebbe accettato le sue teorie e sicuramente l’avrebbero accusato di cospirare contro lo stato. Qualche anno dopo ad Atene Socrate fu condannato a morte ed ucciso per molto meno.
Il  Senato di Crotone chiese a Pitagora di chiarire  il suo programma e lui colse l’occasione per manifestare  le sue idee sull’educazione, dimostrando  che non solo non minacciava  la costituzione dorica di Crotone, ma anzi l’avrebbe rafforzata e il suo disegno fu approvato con grande entusiasmo dai ricchi senatori di Crotone, stanchi di litigare con i loro figli i quali, invece di studiare, andavano nella vicina godereccia Sibari a divertirsi. Fu così che nacque l’istituto pitagorico, una specie di Oxford, dove i ragazzi facevano ginnastica, studiavano e venivano educati a rispettare i genitori.
Pitagora e i suoi allievi diventarono una specie di setta aristocratica, dove vigeva il principio “mens sana in corpore sano“, grazie alla severa dieta,  alla ginnastica ed ai consigli e raccomandazioni che ricevevano dal Maestro, il quale spiegava loro  le sue teorie filosofiche, delle quali le più importanti  costituivano l’alternativa  alla  religione ufficiale, per cui per la prima volta  appare nella storia del pensiero antico  l’idea che l’essere umano è costituito da due realtà differenti, quella corporea e mortale e quella spirituale ed immortale, che è l’anima, che deriva  da Dio e scende nel corpo che nasce e dove resta fino alla morte. Soltanto una vita pura e dedicata  al sapere può far  rinascere  l’anima in corpi superiori a quelli in cui è vissuta, dottrina che dimostra la base orfica della sua cultura. La sua  visione del cosmo era per quei tempi rivoluzionaria, in quanto spiegava agli allievi che al centro dell’universo esisteva il Fuoco Centrale  e intorno a questo Fuoco  ruotavano in orbite circolari perfette   la terra, la luna ed  il sole, più i pianeti allora conosciuti, emettendo una musica armoniosa.
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