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Computers Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia
dalla Filosofia all'Homo religiosus
Si fa risalire a Pitagora l’uso della parola greca “FILOSOFIA”, cioè amore della cultura e ricerca del principio delle cose, che può svolgersi o in modo exoterico, cioè con un pubblico vasto ma poco preparato, oppure in modo esoterico, cioè insieme a pochi discepoli ed iniziati, i quali sono in grado di vedere le cose con gli occhi dell’anima.
La filosofia abbraccia cinque campi di studio e di dissertazione, la logica, che è lo studio del metodo applicato  al pensiero ed alla ricerca,  l’estetica, che si propone lo studio della bellezza ed  è la filosofia dell’arte, l’etica è lo studio del modo di agire, la conoscenza del bene e del male, la politica, che  si interessa della organizzazione sociale e dell’arte di governare e da ultimo la metafisica, che  studia la “realtà ultima delle cose”, la natura della materia (ontologia ),  della mente ( psicologia ) e dei rapporti tra mente e materia ( epistemologia ).
Essere un filosofo non vuol dire avere idee astruse, ma amare la saggezza e comportarsi sempre  secondo i suoi dettami
Sintetizzare una storia della filosofia, parlando di tutti i filosofi,  sarebbe estremamente lungo, per cui questo mio lavoro sarà soltanto una rivista sintetica sull’origine della filosofia greca, con un rapido accenno alla filosofia indiana e  cinese.  Dei filosofi presocratici  farò un elenco schematico, dedicando un capitolo soltanto a Pitagora, uno degli uomini  più notevoli che siano mai vissuti. Con il pensiero di  Socrate, Platone e di Aristotele, concluderò la prima parte di questa analisi del pensiero filosofico.  Inizierò la seconda parte con la filosofia cattolica, parlando soprattutto di Sant’Agostino e della riforma ecclesiastica dell’undicesimo secolo. Per il periodo del  Rinascimento ricorderò  Bacone,  Cartesio, Spinoza e  Leibniz.  Concluderò la seconda parte di questa mia sintesi della filosofia parlando del movimento romantico e di Emanuele Kant con la sua   “Critica della Ragione Pura Per non annoiare il  lettore dovrò esporre la materia  nel modo più semplice  possibile, fatica  molto utile sia per me,. che devo scriverla, sia  per coloro che la leggeranno, per non  perdere i famosi. mille neuroni al giorno, evenienza molto probabile se, in alternativa,  seguissimo alla TV  l’elezione di miss Italia.
Nel 1917 uno storico tedesco delle religioni, Rudolf  Otto, pubblicò un libro, diventato rapidamente un best-seller, nel quale l’autore spiega la sua teoria perché l’uomo primitivo, Habilis, Erectus e Sapiens,  divenne anche  Homo religiosus.  Per la sua  evoluzione, in cui ebbe una iniziale intuizione del  “Sacro” e della   “Trascendenza”,  ho consultato i libri dello studioso  rumeno Eliade Mircea  e del teologo belga Julien Ries,  passando dall’ antropologia e dalla filogenesi alla psicologia e alla etologia, che si occupa del comportamento degli animali.
Secondo Rudolf  Otto, l’uomo primitivo inserito nell’ambiente della savana,  ha una prima esperienza di angoscia e di orrore di fronte a qualcosa di incomprensibile che lo sconvolge e lo terrorizza. ( fase tremendum ).
Per farci comprendere meglio questo concetto metafisico l’autore ci porta l’esempio di una primitiva  tribù germanica, la quale, di fronte ad un evento naturale, come un temporale con tuoni e lampi, immagina  che un “essere superiore” percorra il cielo con un carro,  battendo le nubi  con un martello gigantesco,  provocando tuoni e fulmini.
I  membri di quella tribù lo chiamavano Donar, loro divinità delle tempeste, del quale rimane tuttora una traccia nella lingua tedesca, in cui il giovedì viene chiamato Donnerstag, che letteralmente vuol dire “giorno del tuono”.
La seconda esperienza è un  reverenziale stupore  di fronte a qualcosa di portentoso, che induce l’uomo primitivo alla venerazione  ( fase fascinosum ). L’uomo osserva affascinato tutto quello che lo circonda, la volta celeste, il sole che sorge e tramonta , la luna e le sue fasi,  il firmamento, i temporali con il fragore dei fulmini che incendiano le foreste, il ritmico mutare delle stagioni e arriva alla conclusione che tutto quello che esiste e si muove intorno a lui in un armonioso bioritmo, è regolato  da qualcuno di Superiore. Dopo il  tremendum ed il fascinosum ha  una terza esperienza e, unico di tutti gli altri  animali, si rende conto dell’ineluttabilità della morte, dando origine in lui ad una certa  religiosità che si manifesta nel culto dei morti, con una  ritualità nei loro confronti che  presume una metafisica percezione di una vita ultraterrena. Si preoccupa di proteggere il loro corpo, soprattutto  la testa che dipinge  con l’ossido di ferro, sostanza gialla che diventa rossa  con il calore del fuoco, per allontanare  ogni parassita  e incastona nelle orbite due conchiglie, simbolo della sua capacità di vedere anche dopo la morte. Tutti indici  di una esperienza del sacro, che supera quella dell’homo habilis. che diventa homo symbolicus che vive una esperienza ancora rudimentale del sacro. Sia Eliade Mircea che Julien Ries insistono sul concetto che l’uomo primitivo è stato molto influenzato dalla contemplazione della volta celeste, sia nel cromatico splendore del giorno, sia  nella visione notturna del firmamento e nelle  caverne si sono osservate immagini di uomini con le braccia protese verso la volta celeste. Tra  l’homo habilis e l’homo sapiens  ( 300.000-35.000 anni fa ) i  riti funebri hanno documentato la speranza  di una vita dopo la morte e l’immaginazione è stata il motore di una ulteriore crescita culturale e religiosa.
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