Il presente mi interessa poco, del futuro preferisco non parlare, non mi
resta che il passato e mia moglie, figlia della Magna Grecia, mi rimprovera
per questa mia radicata tendenza a rivangare tra le macerie
del passato e non si rende conto che dopo ventidue anni vissuti
insieme anche lei fa parte del passato. Nel silenzio della
notte penso alla mia vita , rivedo mia nonna Ottilia e risento il profumo
dei pitosfori, rivedo lo sguardo triste di mio padre che parte per
l’America, sento lo scorrere della Vojussa arrossata dal sangue dei miei
compagni, rivedo le chiare notti d’Islanda, il Serengeti e le nevi
del Kilimangiaro, risento il barrire degli elefanti , ricordo le poche
ore vissute con mio padre a San Diego, penso ai miei figli, Enrico e Laura
così vicini e lontani, a mia Erica, più lontana della
luna, penso all’ultima volta che mia figlia Elena mi abbracciò prima
di morire, chiamandomi “babuzzo mio”, penso a mia moglie Venere e la rivedo
mentre esce dalle acque spumeggianti di Lampedusa per passare insieme ventidue
anni meravigliosi. Tutto è finito, anche il mondo sta cambiando
e gli scienziati fanno a gara a darci previsioni catastrofiche. Sembra
che le acque del Tirreno e dell’Adriatico siano diventate calde come l’acqua
dei Caraibi. Non è una buona notizia per i freddolosi come me, perché
questo aumento di calore provocherà violenti fenomeni
di tipo tropicale, con trombe d’aria che spazzeranno via tutto quello che
incontrano, mentre i ghiacciai si stanno sciogliendo a vista d’occhio.
La controprova è che i nostri pescatori trovano nelle reti
pesci che normalmente vivono solo nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano.
Siamo alla fine di settembre e violenti temporali e trombe d’aria
hanno flagellato questa terra friulana, con frane che trascinano a valle
strade, ponti e casolari, distruggendo orti e vitigni con chicchi
di grandine come noci che rimbalzavano sull’erba e con raffiche di vento
che flettevano paurosamente i nostri pini, gli aceri e le betulle. Per
finire il paleontologo britannico Michael Brenton sul Corriere della
Sera afferma che circa 280.000 anni fa il clima della Terra si riscaldò
al punto da provocare l’estinzione del 90 % di tutte le forme viventi e
che la temperatura odierna della Terra è a soli sei gradi
da quella che provocò la catastrofe.
Siamo forse all’Apocalisse che l’Apostolo Giovanni scrisse a
Patmos nel 95 E.V ?
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