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Computers Trilogia dell'amore
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Prime esperienze
Verso i sedici anni era in vacanza al mare in casa di una giovane signora, conoscente di mia madre,  molto gentile e premurosa con me. Facevo regolarmente i bagni e avevo conosciuto  una ragazza della mia età, con la quale passeggiavo la sera sul lungo mare. Ogni tanto ci baciavamo e, come si diceva allora, la rispettavo. Dopo un paio di settimane mi piantò per un altro ragazzo, più maturo di me,  facendomi soffrire. Dopo un paio di anni la incontrai per caso a Milano e, scherzando, le chiesi: perché mi hai lasciato, eravamo innamorati ?. La sua risposta mi aprì gli occhi: perché mi baciavi e basta. Avevo sofferto molto quando  mi aveva lasciato, anche se alla sera la situazione cambiava. L’appartamento  era molto piccolo, il marito della giovane signora, da bravo marinaio, era sempre in giro per il mondo e la sera dormivamo nell’unico letto della casa, quello matrimoniale. Un conoscente,  che si considerava mio amico, un giorno mi raccontò che quando era in un campo di concentramento in USA, era in uso tra compagni di prigionia la reciproca fellatio. Notò la mia perplessità e il disgusto sul mio volto, mentre mi raccontava questi particolari e scomparve dalla mia vita. Non ho capito se la sua fosse una proposta o solo qualcosa da raccontare ad un amico. Durante gli anni di guerra sono vissuto a lungo con i miei commilitoni in estrema intimità; non vedevamo una donna da molto tempo e non ne sentivamo il bisogno, perché la vita era dura ed avevamo ben altro a  cui pensare.
A Milano ho ricevuto un paio di lettere d’amore da un collega chirurgo, il quale di notte sognava i miei occhi. E’ stato sufficiente non rispondergli, perché tutto finisse senza complicazioni.
Prima della guerra mia madre andava per un paio di settimane a Chianciano per curarsi il fegato e una volta l’accompagnai. Dalla finestra della stanza all’ultimo piano dell’albergo il panorama toscano era stupendo; vedevo tre laghi e la sera mi giungeva in camera, con una fresca brezza, il verso del chiurlo. Mia madre aveva i1 suo giro di conoscenze e frequentavo un gruppo di ragazzi, tra i quali  c’era Pucci, una giovane ragazza con qualche  problema di fegato. Ai primi di settembre si doveva sposare, il  padre doveva essere una mezza personalità e lo sposo un ricco commerciante. Avevamo una grande passione in comune, le poesie di Salvatore Quasimodo, “ Ed è  subito sera”, allora da poco pubblicate da Mondadori. Quando tutto l’albergo dormiva, Pucci mi raggiungeva  tutte le sere al quarto piano e leggevamo Quasimodo, “già la pioggia è con noi, scuote l’aria silenziosa”, finché  ci trovavamo abbracciati sul letto. Pucci mi diede quasi tutto, ma volle rimanere vergine per salire sull’altare candida come un giglio.
Dopo qualche giorno eravamo innamorati, l’ultima notte si mise a piangere tra le mie braccia e compresi la sua disperazione, aveva ventitre anni ed io soltanto diciotto. Mi svegliai all’alba e lei se n’era già andata con il libro di Quasimodo. Quando lasciammo l’albergo mia madre mi disse che avevo una gran brutta cera e che l’aria di Chianciano non mi faceva bene.
1939: ultima estate prima della guerra. Passavo le vacanze al Lido di Venezia,  le serate le passavo al Palazzo del Cinema. Ricordo i film “Le jour s’éleve” con Jean Gabin e “Quai des brumes” con Michèle Morgan, Jean Gabin e Michel Simon. Un mattino al bagno “Quattro Fontane” incontrai una giovane ragazza tedesca, Nini.
Abitava a Berlino, aveva diciotto anni ed era con i genitori al “Des Bains”, l’ Hotel di “Morte a Venezia” di Luchino Visconti . Andavamo in bicicletta fino agli Alberoni e nel tardo pomeriggio a Venezia a bere l’aperitivo in piazza San Marco, quando sugli ori della Basilica si riflettono le luci del tramonto.La sera ero ospite dei  genitori di Nini al “Des Bains”. Eravamo innamorati, tra noi solo qualche bacio, poi la partenza. Voglio essere di un solo uomo, mi disse quando lasciò l’Hotel per tornare a Berlino. Ci siamo scritti per mesi; poi Nini scomparve dalla mia vita. Nini era ebrea e probabilmente è finita in una camera a gas o in un bordello militare,dove finivano le ebree più belle.
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