Computers | Storia
degli Slavi
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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Serbi |
Furono loro i grandi invasori trascinati fino al Peloponneso dagli Avari,
furono loro ad occupare la Grecia per più di 200 anni. Tornati nei
Balcani avevano costituito diversi principati ( Raska, Travunija, Duklja
). Il principale centro per la diffusione del cristianesimo , sia
per i Serbi che per i Bulgari, fu quello sul lago di Ohrid, con i santi
Clemente e Naum.
Il primo stato serbo si formò a Zeta in Montenegro nel 1077 sotto il re Bodin. Nel XII° secolo Stefano Nemanja proclamò la sua indipendenza da Bisanzio. Nel 1331 un suo nipote, Dusan, 1331, creò un grande stato, dal Danubio fino al golfo di Corinto. Nel 1371 il sultano Murad I°, animato dagli ideali della guerra santa, decise di occupare tutta la penisola balcanica. Per far fronte alla minaccia , il principe serbo Lazar Hrbeljanovic si alleò con il signore della Bosnia,. Tvtko I Kotromanic, che si era proclamato sovrano di tutti i Serbi. L’esercito turco poteva contare su 40.000 uomini, con un nucleo di giannizzeri, quello serbo-bosniaco su 25.000 uomini, tra cavalieri e fanti Il 28 giugno del 1389 i due eserciti erano di fronte sul campo dei merli nel Kosovo. Il cavaliere Milos Obilic entrò nella tenda del sultano e lo uccise con un pugnale. Bajazid, figlio dell’ucciso, si scagliò con i suoi uomini sulle truppe serbe come una folgore , Lazar vene fatto prigioniero e decapitato. Da allora sul campo dei merli cresce un fiore purpureo, il bozur. Per i Serbi il ricordo di questa battaglia è qualcosa di sacro. Ancora oggi, quando il figlio di un serbo fa i capricci e non vuole mangiare, la madre gli dice: se non mangi, come farai a diventare grande e vendicare la Serbia per i morti del Kosovo ? Il resto della storia della Serbia non vale la pena di raccontarla. Guerre, congiure, la Macedonia è il pomo della discordia tre Bulgari e Serbi, nel Kosovo e in Macedonia è instaurato un regime di terrore. Il secolare dominio turco è raccontato superbamente nello splendido libro “Il ponte sulla Drina”, del premio Nobel Ivo Andric. |
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