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Storia
degli Slavi
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
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il massacro ad opera degli Avari | ![]() |
![]() Nello stesso tempo erano penetrati nei territori tra il Caspio ed il mar Nero gli Avari, popolazione nomade di probabile origine mongolica. L’imperatore Giustiniano li riconobbe come federati, usandoli per combattere contro gli Unni e gli Slavi. Nel 568 si erano sistemati nella puszta ungherese e il loro khan Baina, fece capire agli Slavi, che giudicava ottimi contadini, che li avrebbe lasciati in pace, in cambio della metà dei prodotti che producevano. Gli Slavi invece uccisero i suoi ambasciatori, che si erano presentati con dei carri per ritirare il “pizzo” e Baina, da bravo mafioso si vendicò, massacrando centinaia di Slavi e violentando le loro donne. Non è chiaro quello che successe dopo, nonostante la documentazione di Teofillato Simocatta, storico e segretario dell’imperatore Eraclio. In pratica gli Avari cercarono di usare le tribù slave come “carne da macello”, cioè, durante le loro incursioni e guerre, loro procedevano a cavallo, preceduti dalla fanteria formata solo da Slavi. Se questi vincevano, gli Avari depredavano i vinti, intervenendo soltanto quando vedevano che gli Slavi correvano il rischio di essere sopraffatti (da Fredegario, probabile cronista dei Merovingi). Pertanto furono gli Avari a guidare gli Slavi nell’invasione della penisola balcanica, ma battuti da Carlo Magno, si convertirono al cristianesimo e divennero suoi vassalli. Gli Slavi, per lo più Croati e Serbi, a ondate successive occuparono tutta la Grecia, assediarono Bisanzio e Tessanolico, dilagarono in tutto il Peloponneso, Monemvasia divenne una cittadina slava, arrivarono anche alle Cicladi, nell’isola di Milos, a Creta e crearono una loro colonia anche in Anatolia. Rimasero in Grecia per 218 anni, tanto che qualche storico affermò che “neppure una goccia di sangue greco scorreva più le vene dei Greci”. Il grande linguista Max Vasmer ha elencato per il solo Peloponneso 429 toponimi di villaggi, montagne e fiumi. |
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