Per
l’Europa rappresentò una minaccia, perché viveva unicamente
per la guerra, senza avere alcuna cognizione nè di strategia, nè
di tattica. Se da re di Sardegna diventò re d’Italia il meritò
fu anche del suo primo ministro, Cavour, per il quale non provò
mai dell’amicizia.
Camillo Benso, conte di Cavour, era figlio del marchese Michele, vecchio
massone vissuto sempre a Torino.
Destinato ad una carriera militare, il suo spirito ribelle lo aveva
spinto invece a viaggiare per l’Europa, interessandosi dell’organizzazione
sociale dei paesi più progrediti, soggiornando a lungo a Parigi,
a Londra, portando in Piemonte metodi di coltivazione moderni, che
applicò nelle sue vaste tenute. Nel
1847 cominciò ad interessarsi anche di politica, fondando “Il Risorgimento”,
giornale sul quale esponeva le idee di Benjamin Constant , da lui apprese
in Francia e a Londra, idee che indicavano nell’unione di tutti i moderati
l’ unico mezzo per governare un paese con un programma di pace e di libertà,
sottraendosi alla malefica alternativa della violenza, usando il pugno
di ferro con coerenza e soltanto quando il suo impiego era strettamente
indispensabile. Era quello che Cavour considerò il suo capolavoro
politico, l’alleanza tra il Centro-destra ed il Centro-sinistra, che gli
permise di prendere il posto di d’Azeglio e di diventare presidente
del Consiglio. Grazie all’indirizzo riformistico del suo governo, che tra
l’altro introdusse il matrimonio civile, fu in grado di presentare
il Piemonte come l’unico stato liberale d’Italia. Coinvolse
il paese nella guerra di Crimea, inviando un corpo di spedizione
piemontese, che gli permise di porre le basi per una alleanza franco-piemontese,
che, con Plombiers, fece un passo da gigante per il Risorgimento.
Gli accordi tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III stabiliva che si doveva
arrivare, fino all’Isonzo, ma l’imperatore, che di napoleonico aveva soltanto
il nome, era facilmente impressionabile e rimase scosso dall’orrendo spettacolo
dei 18.000 austriaci e 12.000 francesi caduti a Solferino ( 9 ), per cui,
senza interpellare Vittorio Emanuele, firmò a Villafranca
un armistizio con Francesco Giuseppe, mandando in crisi Cavour, che si
dimise da primo ministro ( 10 ). Dopo qualche settimana riprese in
mano la situazione, guidando brillantemente l’annessione dell’Emilia-
Romagna e della Toscana, non opponendosi all’avventura di Garibaldi, che
nel frattempo era sbarcato in Sicilia. Tra l’altro aveva inviato segretamente
ingenti somme a Roma, nella speranza di riuscire a corrompere le
autorità ecclesiastiche ed era entrato in trattative con il cardinale
Antonelli, segretario di stato, per trovare una soluzione alla “questione
romana”, ma Pio IX ( 11 ) fu intransigente e non volle rinunciare al suo
potere temporale. Cavour morì il 5 maggio del 1861, a soli 51 anni.
Il conflitto tra il conte di Cavour, il politico più importante
della storia italiana e l’ideologo Giuseppe Mazzini eraenorme, come
grandi erano le due personalità, ma soltanto con l’opportunismo
machiavellico di Cavour, fu possibile tradurre in realtà politica
il dogma mazziniano. |