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Computers Carrellata storica sul Risorgimento italiano
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Sorgono le società segrete
Nel 1980 visitai l’isola di Lampedusa, sede di un ex-penitenziario borbonico, isola descritta nei libri come  ricca di boschi. Dopo un ampio giro dell’isola, mi resi  conto che a Lampedusa non esisteva un solo albero. 
In Italia, dopo la “restaurazione” la vita non cambiò molto, la Lombardia ed il Veneto erano passati agli Asburgo e la  repubblica di Venezia era stata cancellata dalla storia, la Toscana era un ducato gli Asburgo e,  tranne lo stato pontificio, tutto il sud della penisola era in mano ad una dinastia borbonica spagnola. Ma l’illuminismo, la rivoluzione francese, la parabola napoleonica avevano scosso gli animi e l’Italia non era  più un paese di morti, come l’aveva descritta Lamartine. Stavano sorgendo le società segrete con  l’ambizioso proposito di modificare l’assetto di quella Europa nata dal congresso di Vienna. La più importante era la Carboneria, che  prendeva simbolicamente il nome dal carbone che, bruciando, suscita una fiamma luminosa. Gli affiliati erano organizzati in “vendite” ed avevano un insieme di simboli e cerimonie simili a quelli della massoneria ed il loro programma era l’indipendenza italiana. 
Nel 1827 si inscrisse alla Carboneria il giovane avvocato Giuseppe Mazzini ( 2  ), il quale, dalla nativa Genova, aveva iniziato a diffondere idee rivoluzionarie. Esiliato a Marsiglia, fondò la Giovane Italia, con un giornale che sbandierava apertamente un programma di unità nazionale su base decisamente repubblicana.
 Prima del 1848, in tutta  l’Europa si ebbero dei movimenti insurrezionali, che coincidevano con la così detta rivoluzione romantica tedesca. Sembrava che in tutta l’Europa fosse maturato uno stato d’animo comune, al di sopra delle barriere di ogni singolo stato. Iniziò a Cadice in Spagna fra le truppe in partenza  per l’America spagnola ed il re, nel gennaio del 1820, fu costretto a concedere lo statuto. La rivolta  si propagò al Portogallo, da qui a Napoli, poi fu la volta di  Parigi e dell’Olanda. Nel Lombardo-Veneto la repressione  fu molto dura ed i nostri ricordi scolastici sono Maroncelli e Silvio Pellico, finiti allo Spielberg in Moravia. Poi fu la volta della Grecia, quando il romantico filellenismo tedesco aveva fatto accorrere in suo aiuto uomini pronti a combattere contro i turchi, come Byron, morto a Missolungi  e  Santore di Santarosa, morto combattendo a Navarrino.
Ricordo la mia visita a Missolungi,  così lontana dai percorsi turistici, piccola cittadina di mercanti,  tra il golfo di Patrasso ed un grande lago paludoso, il suo cimitero degli eroi e la mia stizza quando mi resi conto che la gente del luogo non sapeva chi era stato  Byron venuto qui per morire per la loro libertà. Ricordo la mia ostinazione nel cercare la casa dove era morto, poi una gentile signora, meno ignorante degli altri, mi condusse davanti ad una piccola casetta gialla. Suonai il campanello ed un signore anziano, molto cortese, mi confermò che in quella casetta era morto Byron, mi indicò una finestra, precisando che quella era la camera, ma che purtroppo non potevo visitarla, in quanto occupata dalla anziana madre inferma.

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