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Computers Dall'homo erectus all'homo religiosus  ... 
scritto inedito di: Milost Della Grazia
il politeismo...
Alla fine della glaciazione di Wurm, 10.000 anni fa, con la scomparsa dei grandi animali, si conclude un’epoca, l’homo erectus e sapiens hanno concluso  il loro ruolo invadendo tutto il mondo, compreso il continente americano,  raggiunto per via terra, dato il forte abbassamento del livello del mare determinato dalla  glaciazione.
Nel neolitico l’uomo cacciatore è diventato produttore e sedentario, siamo nell’anno 8000 a.C.,  l’umidificazione del clima aveva reso più fertili le steppe, favorendo la proliferazione dei cereali selvatici. E’ l’epoca della semiluna fertile e del cosiddetto diluvio universale: con scioglimento dei ghiacci, aumenta ovunque di molti metri il  livello del mare, che supera la diga naturale che allora esisteva ai Dardanelli, con milioni di tonnellate d’acqua marina che sommergono la conca dell’attuale Mar Nero, distruggendo migliaia di villaggi, come racconta l’epopea di Gigames..
Con la creazione di molti re e di  sacerdoti, gli uomini superano l’animismo e  passano da una religione politeista al monoteismo. All’inizio del primo millennio avanti Cristo, Zaratustra  sparge la sua dottrina monoteista, il verbo divino ricevuto direttamente dal dio supremo Ahura Mazda e Dio si rivela ad Abramo, scegliendolo come capostipite del popolo d’ Israele, Moshè riceve le tavole con i comandamenti di Dio e guida gli ebrei verso la Palestina e l’umanità si prepara a ricevere il verbo di Cristo.
Prima di concludere con la tesi di Rudolf  Otto penso sia opportuno  chiarire il significato di alcune parole.
Cosa intendiamo con la parola “sacro” ?  E’  una  nozione metafisica e  nello stesso tempo teologica , la cui matrice culturale  è specifica  per le diverse tradizioni di ogni popolo. Per l’uomo  accettare  il  sacro implica l’intuizione di una realtà assoluta che percepisce come qualcosa di  trascendentale, nozione in cui l’uomo  identifica un qualcosa di non riconducibile alla sua comune esperienza. Quando si parla del  “sacro” i concetti perdono i loro contorni e versano la loro sostanza in una realtà del tutto personale ed intima, non facilmente individuabile.
Il  “Mana”  è un termine polinesiano,  vagamente simile al “sacro”, che indica una forza, un potere posseduto dagli spiriti, che possono comunicarlo o  trasmetterlo a noi attraverso qualcosa di simbolico, che può essere anche un comune sasso, una conchiglia. La parola  tabù indica il confine, la separazione tra il mondo del sacro e quello del  profano.
Da ultimo la magia, dal greco mageia.  Maghi mazdei erano i sacerdoti dello zoroastrismo, religione iranico-persiana, che attualmente ha ancora circa 100.000 seguaci, che vivono in India nella zona di Bombay. La magia era una espressione culturale dominante nei popoli primitivi, nei quali non vi era ancora alcuna traccia di religione, per cui era identificata come fase prereligiosa comune a tutti i popoli. Magica era la possibilità di ottenere con le proprie forze quello che avrebbe dovuto concedere la divinità. Il concetto di magico si manifestava in modo attivo, quando il mago metteva in opera, attraverso l’incantesimo, tutta una serie di atti, che tendono a  soggiogare  esseri o forze occulte, oppure in modo passivo, quando doveva intervenire anche un oracolo o un astrologo.
Non dimentichiamo che il giorno dell’Epifania si ricorda l’arrivo dei tre re magi e che  la creazione poggia proprio sulla magia della parola: Fiat lux e la luce fu. Tracce di magia la troviamo oggi nel fenomeno della telepatia e  nelle superstizioni.
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