![]() |
![]() |
Gli
imperatori del Sacro Romano Impero...
scritto inedito di: Milost Della Grazia |
![]() |
|
![]() |
Carlo V° e Ferdinando I° | ![]() |
![]() Figli dell’arciduca d’Austria Filippo il Bello, Carlo V nacque il 25 febbraio 1500 a Gand, nella Fiandra Orientale, suo fratello Ferdinando nacque invece a Madrid nel 1503. Loro madre era Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando d’Aragona e di Isabella di Castiglia, la regina “cattolica” che con il marito nel 1478 aveva fondato in Spagna l’Inquisizione e cacciati gli ebrei dalla Spagna. I due giovani principi, dopo la morte del nonno e quella precoce del padre, che morì a soli 28 anni, collaborarono sempre tra di loro, non ostante avessero un carattere ed una educazione diversa, per aver passato la loro infanzia, Ferdinando in Spagna dal nonno e Carlo nei Paesi Bassi dalla zia Margherita. Per Carlo la vera patria era il mondo della Borgogna e delle Fiandre e sentì molto l’influsso della profonda religiosità fiamminga inculcatagli dal suo precettore Adriano di Urecht, diventato poi papa Adriano VI. Anche la zia, arciduchessa Margherita, con un carattere molto simile a quello di suo padre Massimiliano, aveva contribuito a plasmare il carattere dei due principi, ma soprattutto a preparare Carlo al compito di sovrano di un impero sul quale non tramontava mai il sole. Erano entrambi cattolici convinti, ma il loro atteggiamento religioso era improntato dal grande Erasmo da Rotterdam, nel senso che aspiravano entrambi ad una armoniosa fusione della morale evangelica con la cultura classica , traendo dalla saggezza del Vangelo la forza per lottare contro l’ignoranza, l’impostura, il gretto dogmatismo e l’intolleranza ecclesiastica. Come Erasmo furono profondamente turbati dalla riforma luterana, che respinsero e combatterono a lungo per impedirne la diffusione. I problemi che Carlo ebbe con il papato rafforzarono lo spirito di indipendenza degli Asburgo , che si consideravano, per l’origine divina della monarchia, i veri protettori della Chiesa, con il pieno diritto ed il dovere di controllarla e reprimerne gli abusi. Carlo V riteneva suo compito combattere contro i Turchi, contro i principi tedeschi luterani, contro il re di Francia Francesco I, considerato nemico della fede, perché, pur di contrastarlo, si era alleato con i luterani e persino con i Turchi, che stavano premendo verso Vienna. Dopo il mio panegirico su Carlo V, ho trovato, in un volume del germanista Ladislao Mittner, alcune notizie sulla sua vita, che non conoscevo. Quando nel 1519 venne eletto re di Roma e successore all’Impero ad Aquisgrana, a quella importante carica aveva aspirato vanamente anche Francesco I re di Francia, il quale, dopo l’elezione di Carlo, si eresse a rivale del giovane monarca, cercando alleati in nome di un buon equilibrio europeo. Quello che ho trovato interessante nel Mittner sono le modalità con le quali si era svolta la scelta di Carlo. I principi elettori tedeschi erano molto perplessi, perché sia Francesco I che Carlo V erano considerati stranieri, Francesco perché francese, Carlo in quanto burgundo di nascita e di educazione, quindi straniero. Uno dei principi elettori, Federico di Sassonia, detto il Saggio, fu molto convincente nel perorare la causa di Carlo, che alla fine fu il candidato scelto dagli elettori come futuro imperatore. Quello che mi ha colpito in Mittner è la descrizione di un Carlo preoccupato solo del potere e della gloria del suo Casato, deciso anche a corrompere i vari principi, pur di essere eletto. Gli elettori si lasciarono corrompere da somme enormi, garantite per lo più dal banchiere Jacob Fugger, ma in parte anche dall’arcivescovo di Magonza, Albrecht di Brandeburgo, il quale aveva organizzato un vasto traffico di indulgenze, raccogliendo notevoli somme di danaro, che in parte servì per corrompere gli elettori, un’altra parte andò alla curia di Roma, per ottenere dal papa Leone X una irregolare concessione di riunire tre grandi vescovadi nelle sue mani. Se tutto questo è vero, tutta l’elezione di Carlo fu una grande “tangentopoli,” che lo coinvolgeva insieme agli elettori, in particolare a Federico di Sassonia, alla curia romana, ai vari arcivescovi, in particolare quello di Magonza e probabilmente anche al papa Leone X, il quale non poteva non essere al corrente della situazione. L’aggravante per Carlo V consisteva nel considerarsi difensore della fede e protettore della Chiesa, per diritto divino, e di aver favorito con il suo comportamento Martin Lutero, dandogli lo spunto e la possibilità di organizzare quella riforma protestante, che poi lui e gli altri Asburgo avrebbero duramente combattuta. I suoi rapporti con Francesco I, considerando che sconvolsero per molti anni l’Europa e in particolare l’Italia, possono essere pertanto valutati in modo diverso, anche se non ho alcuna simpatia per il re di Francia. Gli storici dividono in quattro periodi le guerre tra i due monarchi, sui quali non è il caso di dilungarsi. ![]() |
tel.02 9837517 Melegnano Via Castellini, 27 |