Rodolfo
I° d’Asburgo, imperatore dal 1273
al 1291.
Nato nel 1218 a Limburg (Assia)- Nell’albero genealogico della dinastia
risulta come Rodolfo IV, diverrà Rodolfo I con l’incoronazione ad
imperatore. Gli alberi o le tavole genealogiche degli Asburgo sono sempre
state una preoccupazione per gli storici, per il fatto che Rodolfo I, nipote
di Guntram, ebbe undici figli, Alberto I, tredici, Ferdinando I, quindici,
Maria Teresa ben sedici e cosi via fino all’ultimo imperatore, Carlo, che
ebbe solo otto figli. Per questo motivo le tavole genealogiche riportano
soltanto quegli Asburgo che ebbero una certa importanza nella storia. Rodolfo,
fin dalla nascita, fu baciato dalla dea Fortuna, perchè lo tenne
a battesimo il grande Fedrico II, durante una delle sue brevi permanenze
in Germania, segno evidente delle amichevoli relazioni tra gli Asburgo
e gli Hohenstafen e possiamo considerare Rodolfo IV il fondatore della
potenza degli Asburgo. Il fondatore della dinastia fu Guntram, conte nell’Alsazia,
vissuto intorno al 990 e passato alla storia come il “Ricco.” A quell’epoca
essere ricco voleva dire possedere estese tenute e i possedimenti di Guntram
andavano dalla parte meridionale dell’Alsazia alle prime colline montagnose
dell’attuale Svizzera (zona corrispondente all’attuale cantone di Aargau
), dove i suoi nipoti, intorno al 1020, costruirono una grande casa, con
una imponente torre quadrata non circondata né da un fossato né
da un muro di cinta, che chiamarono “Rocca di Halbsburg”, dall’antico nome
Habichtsburg, cioè Rocca dello Sparviero. Secondo una leggenda Werner,
vescovo di Strasburgo, aveva rimproverato suo fratello, il conte Radbot,
per aver costruito una rocca senza alcuna difesa, cioè senza un
muro che circondasse tutta la casa, con un ampio fossato ripieno di acqua,
come si usava a quei tempi. Radbot, la prima volta che il fratello vescovo
l’andò a trovare, volle fargli una sorpresa.Quando il vescovo al
mattino si svegliò ed aprì le imposte vide che tutta la casa
era circondata da cavalieri in assetto di guerra:
Questi sono i versi che il
poeta Karl Simrock scrisse per l’occasione.
Confida sempre in
queste mura
niente è più forte della fedeltà
che non viene mai meno un valido muro vivente
difenda Habsburg per sempre
e splendido vegli
sulla Germania per sempre. |
Guntram ebbe un figlio, Lanzelin diminutivo di Landolt, vissuto circa
nel 990, quattro figli, tra i quali Radbot, il costruttore della rocca,
il vescovo Werner ed il primo Rodolfo (verso il 1045).
In quell’epoca, forse per desiderio del vescovo Werner, gli Asburgo
costruirono anche il monastero di Muri, che divenne monastero del casato,
dove sono conservati tutti i suoi documenti più antichi.
Dopo sette generazioni la dinastia si divise in tre rami( circa 1240),
probabilmente per la posizione presa nella lotta tra papato ed impero:
Asburgo Laufenburg, gli Asburgo Kiburg e la linea austriaca o reale, dalla
quale nacque Rodolfo IV,futuro imperatore.
Un cronista dell’epoca lo descrisse alto e magro, pallido in volto,
con naso aquilino e capelli radi, un viso austero che rivelava una grande
forza di carattere. Nel
1900 aprirono la sua tomba nel Duomo di Spira ( Speyer ), cittadina della
Renania Palatinato e l’esame dei suoi resti confermò quello che
avevano detto i cronisti dell’epoca, uomo alto, con membra lunghe e sottili.
La dieta di Francoforte nel 1273 lo elesse re di Germania e sempre
nello stesso anno cinse la corona imperiale ad Aquisgrana, rinunciando
deliberatamente l’incoronazione a Roma. Fino a quei tempi i suoi possedimenti
si limitavano ad alcuni feudi in Alsazia ed in Svizzera, ma Rodolfo seppe
utilizzare il prestigio della corona imperiale per accrescere la potenza
della sua famiglia.
I feudatari che non vollero accettare la sua supremazia furono da lui
duramente battuti.
La situazione della Boemia era del tutto particolare. I duchi di Boemia,
della dinastia slava dei Premyslid, nel 1114 erano diventati grandi elettori
e nel 1198 Ottokar I si fece incoronare re, diventando la Boemia uno dei
tanti staterelli della Germania. Suo successore fu Ottokar II, il Vittorioso
(1233-1278), il quale, dopo aver ereditato la Moravia, perseguì
una politica di espansione riuscendo annettersi nel 1260 la Stiria, la
Carinzia e la Carniola.
Nel
1273 doveva diventare imperatore, ma, pensando che il suo avversario Rodolfo
fosse solo un piccolo e povero conte, a bella posta non partecipò
all’elezione, ritenendosi sicuro di essere eletto, invece i grandi elettori
dettero la loro preferenza a Rodolfo d’Asburgo, il quale, di fronte all’atteggiamento
ostile di Ottokar non ebbe altra scelta che dargli battaglia. Lo
scontro ebbe luogo a Duernkrut, nella piana di Marchfeld, sulla sponda
nord del Danubio, alla periferia orientale di Vienna. Rodolfo si assicurò
la vittoria attaccando di sorpresa, nella fase culminante della battaglia,
il fianco del nemico con una sua riserva e lo stesso Ottokar II cadde sul
campo.Era il 26 agosto del 1278, giorno in cui nacque veramente la potenza
degli Asburgo.La piana di Marchfeld divenne una delle località più
famose del mondo di allora, dove già nel 1260 Ottokar II aveva sconfitto
Bela IV d’Ungheria. Rodolfo iniziava così quella politica per cui
i re di Germania miravano piuttosto all’ingrandimento dei possessi personali
del loro casato che ad una politica imperiale, come ai tempi degli Svevi.
Dopo la vittoria Rodolfo si trattenne a Vienna per un lungo periodo,
nel quale seppe fare le sue mosse con grande destrezza, accattivandosi
le simpatie dei nobili viennesi, tra i quali primeggiava uno boemo, il
barone Rosenberg, ricompensando ampiamente tutti quelli che avevano combattuto
al suo fianco, in particolare il conte Mainardo del Tirolo.
Rodolfo non ebbe un particolare interesse per il regno di Sicilia,
che lasciò agli Angioini e rinunciò a riprendere in Italia
la politica degli Svevi, desiderando mantenere un buon rapporto con il
papa, al quale lasciò la Romagna. Dante Alighieri, molto deluso,
lo sistemò nel suo Purgatorio, insieme ad Ottokar II, per un periodo
uguale a quanto vissero. Dante accusava Rodolfo di aver rinunciato all’Italia
ed a Roma, perché troppo avido di nuove conquiste, facendo inaridire
con il suo atteggiamento il verde “Giardino dell’Impero”.
Concluse subito una pace con Venceslao II, successore di Ottokar e,
per meglio consolidarla, sua figlia andò sposa ad un Premyslid,
ma Venceslao dovette cedere l’Austria, la Stiria, la Carinzia e la Carniola,
conservando solo la Boemia e la Moravia.
Rodolfo I fu, senza dubbio, un ottimo imperatore, un condottiero ma
anche uomo politico, fermo nei suoi propositi, ma buono di cuore e di gusti
semplici, uomo pio, religioso come tutti gli Asburgo. Raccontano che il
giorno dell’incoronazione non si trovava lo scettro, indispensabile per
la cerimonia. Rodolfo si alzò dal trono e staccò un crocifisso
dal muro, lo baciò e disse: “Questo è il segno che ha redento
il mondo, Esso sarà il mio scettro”
Aveva circa 15 anni quando la casata degli Asburgo, per contrasti personali,
si divise in tre rami: la linea austriaca ( quella di Rodolfo ), gli Asburgo-Laufenburg
e gli Asburgo-Kiburg. Quando appena ventenne ereditò il potere,
nonostante le minacce di scomunica, rimase fedele agli Svevi e scese varie
volte in Italia con Federico II e con Enrico IV. Accompagnò Corradino
fino a Verona e quando gli giunse la notizia della sua drammatica morte
pianse per non essere stato al suo fianco a Tagliacozzo. Era vicino
alla settantina quando la sua vita fu sconvolta dalla morte di sua moglie
Anna e del figlio Hartmann, il quale morì annegato in pieno inverno
nelle gelide acque del Reno, quando la sua barca si rovesciò. Rimasto
solo, Rodolfo tentò, quasi febbrilmente, di riprendere la sua politica
d’espansione e riuscì ad incorporare alcune nuove terre, specie
nel territorio dell’attuale Svizzera, procurandosi altri nemici. Quando
comprese che la morte era vicina lasciò ai suoi sudditi un messaggio
di pace e di concordia e morì improvvisamente, dopo una cavalcata,
a 73 anni nel 1291. Da allora riposa nella Cattedrale di Speyer,
piccola cittadina della Renania- Palatinato. |