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Computers Gli imperatori del Sacro Romano Impero... 
scritto inedito di: Milost Della Grazia
Il Grande Interregno
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Durante l’impero di Federico II la situazione in Germania si andava lentamente modificando. L’ultimo imperatore a reggere il potere in modo energico era stato Federico Barbarossa. Suo figlio Enrico VI morì a 32 anni per una infezione intestinale, ma durante i pochi anni di potere si era comportato da individuo malvagio, tanto da ben meritarsi la nomea di “Enrico il Crudele”. L’unica suo lato positivo era l’aver generato un figlio come Federico II, anche se ritengo che il genoma che avevano trasmesso al figlio fosse più simile a quello della madre normanna Costanza e del nonno materno, il grande Ruggero II.
Federico II, innamorato della sua Sicilia, si era occupato molto poco della Germania, delegando gran parte del potere a suo figlio Enrico, il quale, dopo aveva concesso lo “Statutum in favorem pricipum,” che permetteva ai nobili feudatari di trasmettere ai figli anche i feudi minori, si ribellò contro il padre e morì in prigione a 31 anni. 
Dopo la morte di Federico II, ebbero in Germania un momentaneo potere Enrico Raspe e Guglielmo d’Olanda, ma dopo di loro si aprì un lungo vuoto di potere tra la morte di un imperatore e l’elezione del suo successore, periodo definito dagli storici “il Grande Interregno.”
Nella dieta di Cividale del 1232 era stata sancita la trasformazione dei feudatari in veri e propri sovrani, con potere assoluto sui loro sudditi, nel senso che potevano pretendere da loro tributi, applicare dazi, ma soprattutto gestire la giustizia.
Le città erano diventate dei liberi comuni che si autogestivano e formavano tra di loro delle leghe, come quella renana, con Magonza, Worms e Francoforte e quella anseatica o hansa teutonica, dapprima solo con Lubecca ed Amburgo, poi estesa ad oltre ottanta città, per cui la Germania aveva acquistato l’assetto di un insieme di tanti piccoli stati sovrani, con un debolissimo legame centrale, come il ducato di Baviera con i Wittelsbach, il marchesato di Brandeburgo, il regno di Boemia con Ottocaro II, che si era impadronito dell’Austria, della Stiria e della Corinzia. 
Il prestigio dell’autorità imperiale ne soffrì moltissimo, anche per i contrasti tra i vari principi e per i vari tentativi del papato di imporre i suoi candidati.
Durante questo interregno emersero due candidati, Riccardo di Cornovaglia, figlio cadetto di Giovanni Senza Terra e fratello di Enrico III re d’Inghilterra, il quale, con l’appoggio dell’arcivescovo di Colonia e delle città della Renania venne eletto re dei Romani, ma poi dovette rinunciare alla corona imperiale, per opposizione dei principi tedeschi.
L’altro candidato fu Alfonso di Castiglia detto il Saggio, figlio di Beatrice di Svevia, il quale, aspirando al trono imperiale di Germania, assunse anche lui il titolo di re dei Romani, ma questa volta, quando una delegazione gli stava offrendo la corona imperiale, il papa Gregorio X, per indebolire in Italia il potere di Carlo d’Angiò, lo convinse a rifiutarla e nel 1273 la dieta di Francoforte offriva la corona imperiale a Rodolfo d’Asburgo, ponendo così fine al lungo interregno.
Il nuovo eletto fu riconosciuto dai vari nobili non solo in Germania, ma anche dai principali nobili di Lombardia, tra i quali Napoleone della Torre, che Rodolfo nominò vicario imperiale in Milano.
Gregorio X aveva promosso un concilio a Lione, per tentare l’unione della chiesa greca con quella romana, unione che durò pochissimo tempo. Durante il concilio Rodolfo d’Asburgo si accordò completamente con il papa, promettendo pieno rispetto ai suoi diritti,  venendo proclamato capo di una nuova crociata, che però non si tenne.
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