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la Storia attraverso gli atti
i Da Comazzo
Soprattutto per questioni di distanze, Milano era avvantaggiata nei confronti dell'Imperatore, costretto ad attraversare le Alpi, coi propri soldati, per ribadire la sua sovranità su questo lembo di terra lombarda.  Da un rogito del 4 Maggio 1025, sappiamo che Ilderado (conte) di Comazzo, aveva proprietà a Codogno, Palazzo Pignano e Spino "dicitur Eis" d'Adda, di cui metà ne vende al prete Pietro del Monastero di Sant'Ambrogio fuori Milano, per mille libbre d'argento (6), ma nel contratto stipulato lo stesso giorno è stabilito che, solo in cambio della mano di Rolinda, figlia di Lanfranco, conte palatino di legge Longobarda, Pietro può disporre dei beni. (7)  Lo stesso Ilderado, con una donazione stilata il giorno dopo, assegna un terzo dei suoi beni a Rolinda sua fidanzata, come dote. (8) Il documento è di notevole importanza, perché cita il padre di Ilderado, Angi detto Otto de vico Comatio vissuto seguendo la legge dei Ribuari, che è il più antico rappresentante dei Da Comazzo, di cui abbiamo notizia.  In un documento del 1029, conservato nell'Archivio di Stato in Milano, sono elencate le proprietà terriere possedute in Valtellina da Redaldo, fratello di Ilderardo, e Cesarea, detta Imilda, sua sposa. (9)  Ilderado e Rolenda, finalmente coniugi, offrono una notevole parte dei loro beni al monastero di S. Vito in Castiglione d'Adda, fondato da Ilderardo anni prima, per espiare una  penitenza. (10)
Dalla lettura dell'atto di donazione, la cui traslazione occupa ben quattro pagine del Codice Diplomatico di Laus Pompeia ,datato addì 10 Gennaio 1009, cioè il 23 Dicembre, sicuramente 1039 (11), che elenca possessioni, sia nel Lodigiano che fuori, i cui nomi trascrivo dopo il punto, possiamo affermare, che i conti Da Comazzo, erano una delle più ricche e potenti famiglie lombarde dell'inizio del Basso Medio Evo. Casalpusterlengo, Somaglia, Zorlesco, Gattera, Vittadone e San Fiorano, terre lodigiane, Gerenzano e e Villanterio, nel pavese, Lemene, nel bergamasco, Lograto nel Bresciano, Castel Gabriano e Ravara nell'odierna provincia cremonese.  Ed il citato "curtis Senethoco (albergo) cum villa, castro e ecclesia", a Casal Lupano, presso S.Vito ed il porto lodigiano sull'Adda di Vinzasca. Nel documento dichiarano di devolvere, al Monastero, anche le decime della corte di Comazzo nel Lodigiano e della parte milanese. "... Decimam portionem de tota curte Commatio cum ecclesiis suis vel de omnibus rebes territoriis illis reiacentibus clausuris campis silvis pratibus gerbis pascuis piscationibus offerimus Deo in supramemorat monasterio. ...Similiter de curte Commatio que est in comitatu mediolanensis. ...".  Rolinda, dopo la morte di Ilderardo, e dopo aver avuto la vidimazione imperiale, degli istrumenti di dote e fidanzamento (12), con rogito del  24 Maggio 1044 (13), dona la terza parte delle possesioni di  S.Vito di Casal Lupano al Vescovo di Lodi.  Lanfranco, dopo la morte della madre, dona altre terre dello stesso luogo, con rogito del 29 Luglio 1050, del notaio e messo imperiale Arnulfinus de Tribiano. (14)   L'8 Aprile del 1051 i coniugi Ilderardo figlio di Ilderardo ed Imilla, figlia di Pietro di stirpe Longobarda, sottoscrivono una donazione, ancora in favore del Vescovo Laudense, di terreni e case in S. Vito, Casal Lupano, e nei paesi di Trabacca e Romelli. (15)  Mentre lo storico Giulini, dice che nell'anno 1053, Lanterio (da Comazzo ?) e sua moglie Guida, lasciano tutti i beni che hanno in Comazzo, Muirago e Loirago (Mairago e Livraga?) al Monastero di S.Ambrogio in Milano.(16)
I Secoli tra l'alto e basso Medioevo
(6) Doc. A  vedi nota (12)
(7) Doc. B  vedi nota (12)
(8) Doc. C vedi nota (12) 
(9) C.D.L.P. Notizia storica pag. XLVI
(10) C.D.L.P. Notizia Storica pag. XLVII
(11)  Archivio di Stato di Milano - C.D.L.P. n. 32 pagg. 46/50
(12) Apografo nell'Archivio Vescovile di Lodi, allegati al quale, vi erano i doc. A, B e C - C.D.L.P. n. 34 pagg. 52/56
(13) Autografo nell'Archivio Vescovile di Lodi - C.D.L.P. n. 35 pagg. 56/60
(14) Apografo nell'Archivio Vescovile di Lodi - C.D.L.P. n. 36 pagg. 60/61
(15) Autografo nell'Archivio Vescovile di Lodi - C.D.L.P. n. 37 pagg. 61/63
(16) Giulini - Mem. di Milano ecc. - 1053 - vol. II pag. 53  - Agnelli G.- Lodi e il suo territorio - Lodi 1917 - pag. 511 

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