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I secoli fra l'Alto ed il Basso Medioevo
L'ultimo documento dei secoli "in mezzo al Medioevo", riguarda un dono di terre in S.Vito e Senedogo, coi relativi privilegi, di diritto del prete Lanfranco, abitante a Comazzo, ma officiante in Sant'Eufemia di Bariano, a favore del vescovo Opizzone (17).  Non c'è dato sapere dalla lettura del documento, se questo Lanfranco fosse imparentato con il conte da Comazzo, marito di Imila, che con l'arrivo a Lodi di San Pier Damiano, venuto, su incarico del Papa per combattere la corruzione ed il concubinato tra i preti, cerca di "acquietare" il Vescovo di Lodi.  Esaurita la panoramica storica sui documenti dell'XI secolo, dobbiamo saltare cent'anni di storia, prima di ritrovare notizie scritte sulle vicende delle terre e luoghi di Comazzo.  Un "longobardo" di nome Pietro da Lodi, figlio di Giovanni de loco rosxate, abitante a Rossate, alla fine della primavera del 1146, vende, per venti denari milanesi, alcune terre, a Giovanni Pataria, nella stesura del contratto, (18) sono come d'uso indicati i confini, sappiamo così, dell'esistenza di un fossato a protezione del paese e di nuovo, sono menzionati i nomi di due grandi proprietari: il monastero di S.Maria Auruni e la chiesa di San Giorgio in Palazzo.  Le lacune nel testo restante del documento non mi consentono di trascrivere il nome, ed i confini d'altri campi, sembra comunque, che un campo fosse vicino al locum di San Nazario, confinante con il Marchese Darorio ed ancora San Giorgio, mentre un altro, ...in campo San Zenoni.  In due carte di convenzione (19), datate 14 aprile e 14 maggio 1148, tra il suddetto Pietro da Lodi, Amedeo, prevosto di San Giorgio (in Palazzo), ed altri personaggi non attinenti alla nostra storia, per i diritti di proprietà d'alcune terre in Rossate, sono menzionati tra i proprietari dei terreni confinanti, il Marchese del Rio e tra i testimoni, Cavallioni e Patarini de Roxiate. Purtroppo non sono nominati i nomi delle terre.  Il primo documento della Nuova Lodi, in cui è menzionato un personaggio attinente a Comazzo, è ancora un'investitura di decime del vescovo Laudense Alberico II, "...ibi fuerunt Conradus de Comatio.". (20)  Nel mese di aprile dell'anno 1161, Federico Barbarossa, durante l'assedio a Milano, si accampò a Comazzo.  Il 17 ottobre 1190, il Vescovo di Lodi e gli abitanti di Castiglione d'Adda, sostengono una causa, trattata direttamente dai Consoli di Lodi, contro Molinario e Giacomo da Comazzo, per  i diritti disbarco sull'isola di Ramorabbioso, nell'Adda, terra di ricchi pascoli e antico possesso dei "dominorum de Comazzo" (21), che doveva trovarsi di fronte a Castiglione d'Adda. (22)  L'anno dopo, in un atto di vendita di terreno aratorio nei pressi di San Vito, nei proprietari dei terreni attigui troviamo "...a mane filiorum quondam Manfredi de Comazzo.". (23)  Il 18 agosto 1195, Giacomo da Bordelasco, feudatario della Lardera di Cogozzo, vende un prato di quel feudo, dopo aver avuto il permesso da Lanfranco e Corrado da Comazzo, proprietari dei terreni. (24)
Comazzo è infine menzionato anche nel trattato di  pace ed alleanza tra il Comune di Lodi e quello di Milano, del 1198, come terra di confine e "sotto" Lodi. (25)
17) Documento datato 21 Febbraio 1065 -  Autografo in Archivio Vescovile di Lodi -  C.D.L.P.  pag. 67 n. 41 e nota a fianco del documento 
18)  Documento datato 7 Giugno 1146 - Autografo nell'Archivio di Stato di Milano -  C.D.L.P. pag. 149 n. 120
19) C.D.L.P. pag. 159 n. 128
20) Documento datato venerdi 1179 - Autografo in Archivio Vescovile di Lodi - Vignati C. - C.odice D.iplomatico di L.odi N.uova - Milano 1883
21) "Signori di Comazzo"
22) C.D.L.N. - pag. 168 n. 147
23) Documento datato 28 maggio 1191 - Autografo in Archivio Vescovile di Lodi -  C.D.L.N. pag. 177 n. 157
24) Autografo in Achivio Vescovile,  C.D.L.N. pagg. 
25) Originale del 28 dicembre 1198, nel Liber Jurium Civit. Laudae -  C.D.L.N. Voll. I pag. 226 n. 209

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