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Gli sviluppi fino alla fine del secolo
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Gli sviluppi
Ogni ricorrenza che era della Chiesa universale si prestava per qualche lavoro di miglioria anche all’interno dell’Oratorio: nel 1895, in occasione del 400° anniversario della morte di San Filippo Neri, la cappella fu decorata con fregi di stile barocco-rococò. Quattro anni più tardi, nel 1899, per il 45° della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione, fu costruita una grotta della Madonna di Lourdes, in fondo al cortile e poi trasportata sul fianco a nord. In una saletta appositamente attrezzata fu aperta la biblioteca popolare ai servizio di tutta Melegnano. I primi libri furono dati dal prevosto don Enrico Orsenigo. Poi si aggiunsero quelli della Scuola privata “Steffanini” che in paese fu molto benemerita fino all’arrivo delle Suore Domenicane (1889): già alla fine del 1895 la Biblioteca possedeva oltre mille volumi. Pellegrino Origoni ne era il direttore. Dopo che fu costruita la Cappella nuova, il vecchio saloncino fu ancora usato per il teatrino gestito dal Gruppo dei Comici e come sede per le prove della Schola cantorum: due istituzioni oratoriane che avranno una gloriosa, lunga e talvolta travagliata storia fino ai nostri giorni. Però sta di fatto che tutte queste opere oratoriane, suggerite e nate dal sentimento religioso, si sono poste all’attenzione della cittadinanza melegnanese, e, riflettendo la cultura popolare dei tempi, furono con intelligenza e con forza la creazione e la trasmissione della cultura, additando quale fosse la vera fonte di ogni insegnamento morale ed, in ultima analisi, anche civile. Qui sta uno dei meriti consistenti dell’opera oratoriana fin dalle origini di via Lodi: il sorgere di ideali che hanno sviluppato ed innalzato l’anima umana.
Il passaggio di proprietà
Nella Visita pastorale del 1899 si scriveva: ‘la proprietà dello stabile è tuttora dei curati Besozzi e Gittardi”. Anno dopo anno la Fabbriceria della chiesa di San Giovanni restituiva i soldi impegnati da don Gittardi e da don Besozzi. Tuttavia è da ricordare che la liquidazione totale avvenne per il versamento finanziario privato fatto da Pellegrino Origoni, il quale, qualche settimana prima di morire (la sua morte avvenne il 20 gennaio 1934) scherzava sul suo credito e diceva: “Le migliaia di lire che mi si devono, le appenderete alle piante dell’oratorio, e così mi frutteranno di più”. E pochi giorni prima della sua morte egli era felice di firmare l’atto di donazione dello stabile dell’oratorio alla Fabbriceria della parrocchia di San Giovanni, la quale divenne la vera proprietaria: in tal modo la posizione giuridica dell’oratorio, davanti alla legge, diventò più chiara e sicura. Ancora nella Visita pastorale del 1899 si legge: “Fondato l’Oratorio Maschile nel 1887 rimase senza Cappella fino al 1893. In questo anno, cogliendo l’occasione del Giubileo Episcopale di Sua Santità Leone XIII, il M R. curato don Felice Gittardi si impegnò di fabbricarla a quasi tutte sue spese, indi con offerte dei parrocchiani fu compiuta ed arredata in modo che potè essere benedetta il 30 ottobre 1893 dal M R. proposto Orsenigo. E dedicata a S. Giuseppe, di cui solennemente si celebra la festa patronale.  Vi è un quadro del SS. Ecce Homo dipinto su legno, riputato di qualche valore. Le S. Funzioni sono accompagnate coll’Harmonium. Vi si celebra la S. Messa in date solennità e circostanze; ed ogni festa s’imparte la SS. Benedizione trasportandovi le SS. Specie dalla vicina Chiesa dei Servi. Provvede alle riparazioni e manutenzioni l’Amministrazione dell’Oratorio stesso, aiutata del resto, oltre le elemosine dei fedeli, dalla Fabbriceria che con generose elargizioni si prestò alla costruzione della Sagristia, all’ornamento della chiesa, ecc. E' capace di circa 450 giovanetti che nelle feste si raccolgono per la Dottrina Cristiana, il canto dei Vespri, la Benedizione e altre pie pratiche di pietà frammezzate da opportune ricreazioni. La proprietà dello stabile è tuttora dei MM RR. D. Giuseppe Besozzi ex curato e D. Felice Gittardi curato di Melegnano. Vi è istituito il Corpo dei Cooperatori che coadiuvano l’Assistente nella cura dei giovanetti”
Termina il 1800
Il secolo XIX si avviava al tramonto ed il periodo più fecondo e più ricco di realizzazioni sociali era stata la seconda metà del secolo. I mutamenti e le novità diedero un volto diverso e, sotto certi aspetti, nuovo a Melegnano.  La modesta comunità che per secoli ebbe la funzione economica di supporto e di smercio dei lavori e dei prodotti agricoli, nella seconda metà dell’Ottocento si arricchì anche della dimensione industriale alla quale stavano in primo piano tre grosse aziende: lo Stabilimento Trombini e C. per la filatura del lino e della canapa, la Filatura della seta Dezza, le Officine Meccaniche Bergomi, che occupavano complessivamente oltre 1300 dipendenti.  Si ebbero subito le conseguenze nell’ideologia politica e nell’esigenza di fondare Associazioni operaie e Società di Mutuo Soccorso, una Sezione della Camera del Lavoro, ed un Ufficio del Lavoro. L’Oratorio, nelle scelte programmatiche culturali ed educative, dovette necessariamente tenere in considerazione tali cambiamenti; ma nello stesso tempo, molti giovani ed anziani oratoriani divennero protagonisti della nuova realtà. Il periodo del Primo Ottocento si era chiuso con le lotte risorgimentali. Dopo l’unificazione dell’Italia i cattolici erano diventati agguerriti nelle loro posizioni di difesa in tutti i settori della vita nazionale, e così anche nella vita pubblica. Cioè tendevano ad estraniarsi da ogni associazione, anche vagamente politica, con il rischio di formare una società chiusa quasi con proprie leggi e usanze. Tuttavia, specialmente in paesi di provincia come il nostro, si dava il caso che parecchi cattolici erano anche culturalmente preparati o, almeno, avevano frequentato le scuole medie superiori. Da qui derivava che molto spesso si trovava a dover dirigere la cosa pubblica o ad essere consiglieri nei vari Enti locali. Questo capitò anche a Melegnano, dove l’Oratorio era l’unica occasione di aggregazione anche di coloro che seguivano gli studi o che godevano di un certo patrimonio di cultura non soltanto religiosa. Del resto i cattolici melegnanesi oratoriani erano devoti alle istituzioni, reverenti al re, desiderosi anche dell’unità d’Italia, pur salvaguardando il diritto del potere temporale al Sommo Pontefice
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