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La
soluzione di una delle fondamentali necessità individuali e sociali
dell'uomo, quella della abitazione, è stata risolta da alcuni aggregati
umani fin da epoche molto remote, e permane tuttora presso qualche popolo
primitivo, costruendo abitazioni sospese su pali, sopraelevandole perciò
o dal suolo o, più frequentemente, dall'acqua, sia stagnante che
corrente. Questa tecnica di costruzione non è specifica di una singola
cultura o civiltà, ne lo è di determinate popolazioni, è
invece un fatto di costume comune a più popoli. Considerando
infatti le testimonianze degli insediamenti palafitticoli fin dai primordi,
si può constatare che questi non corrispondono ad un'unità
etnica ben distinta, ma che hanno assorbito e sono diventati successivamente
compartecipi delle civiltà neolitiche, eneolitiche e del bronzo.
Con la fine dell'età del bronzo in Europa ha termine l’uso di questo
tipo di abitazione, anche se rimangono sporadici insediamenti che ancora
si basano su questa tecnica, come ad esempio la città di Venezia.
In altri paesi extraeuropei, la palafitta è tuttora adottata; la
maggior frequenza si riscontra attualmente nella zona tropicale umida, che
si deve ritenere il centro d'origine di questo sistema edilizio e dove il
fattore climatico e topografico pare abbia avuto una parte determinante
nella sua affermazione e diffusione. In particolare una regione della zona
tropicale che va dall'Indocina alla Melanesia, ad esempio in Thailandia,
ha confermato l'uso della sopraelevazione su pali come forma esclusiva e
generale, ed anche la sua applicazione nelle costruzioni su pali confitti
sott'acqua nelle palafitte in senso stretto. Le più celebri stazioni palafitticole preistoriche europee si trovano nella Savoia, nel Giura, in Austria, Germania, Boemia, Croazia, Macedonia, anche se la Svizzera può essere definita il paese classico delle palafitte, con diverse centinaia di ritrovamenti e l’Italia settentrionale la segue subito a ruota con numerosi insediamenti palafitticoli. I principali da occidente, sono: la torbiera di Trana nell'anfiteatro morenico di Rivoli (Dora Riparia), quelle di S.Martino, S.Giovanni dei Boschi, Alice, Ivrea (Dora Baltea); le palafitte di Oleggio Castello, Mercurago, Lagozza ecc. (Lago Maggiore); Isola Virginia, Bodio, Cazzago, Brebbia, Bardello, Biandrono (Lago di Varese); Sabbioni ed Occhio (Lago di Monate); Laghetto di Varano; Lago Pusiano e torbiera di Bosisio (Brianza); torbiera di Iseo; Bor, Pacengo, Peschiera, Mincio, Polada, Solferino (sponde meridionali del lego di Garda e anfiteatro morenico omonimo); S.Caterina presso Cremona, Campo Castellano presso Vho di Piadena (Bassa Lombardia); Laghi di Fimon a Arquà Petrarca (Veneto), e molti altri. La tecnica delle costruzioni su palafitte è un adattamento ecologico locale che si è modificato solo minimamente col passare del tempo, lo spunto iniziale fu probabilmente dovuto ai vantaggi che offre per la vicinanza dell'acqua, la pesca, la possibilità di difesa e di isolamento dagli animali. I metodi di costruzione furono spesso legati alle caratteristiche specifiche dell’ambiente dove vennero costruite, esistono palafitte in laghi, stagni, rive di grandi fiumi, nelle quali i pali infitti sul fondale reggono l'impalcato aereo, sia come abitazione singola isolata che come singola abitazione comune ad un clan, che come villaggio, in questo caso, a volte, le palafitte reggevano un’unica impalcatura comune a tutta la comunità. In altri casi le palafitte, su più strati sovrapposti, formavano una solida e isolata piattaforma di appoggio, come nella stazione di Solferino del Garda. Altrove i pali servivano a bonificare, consolidandolo, il terreno ammassato nell'acqua allo scopo di creare una specie di isolotto portante. Le terremare, palafitte costruite su terreno asciutto o acquitrinoso, tipiche della Val Padana, e che raggiunsero il loro massimo sviluppo nell'età del bronzo, ebbero probabilmente la funzione di creare una difesa contro le inondazioni. Nella Val Canonica, che costituisce il maggior complesso mondiale di scene, incise sulla rocci, riguardanti tutti gli aspetti di vita di quelle popolazioni preistoriche, su varie incisioni rupestri, sono riconoscibili delle palafitte. Queste abitazioni comuni, secondo Anati:, “…erano generalmente piccole, indubbiamente abitate da unità familiari ristrette. La loro architettura presenta ancora numerosi problemi non risolti, ma sembra che alcune di esse fossero costruite su palafitte, altre no. Per la massima parte però, erano costruite col concetto della palafitta, o capanna nella quale il piano abitato poggia su una piattaforma sostenuta da pali. La parte sottostante doveva talvolta essere usata come ripostiglio o forse come fienile; al piano di abitazione si saliva con una scaletta esterna si cui si vedono numerose raffigurazioni. Generalmente la parte più larga era il tetto spiovente, il piano di abitazioni era più stretto e la base rialzata più stretta ancora. Probabilmente non tutte le figure di costruzioni rappresentano capanne di abitazione; Vi dovevano essere anche numerosi tempietti e costruzioni di carattere rituale e cerimoniale, altarini, granai od altro. E' sorprendente il fatto che, tra le figure di costruzioni che si conoscono (qualche centinaio) non ve ne sono due identiche una dall'altra: vi sono innumerevoli varianti della struttura architettonica, nelle dimensioni, nella decorazioni…". |
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