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Dizionario biografico dei Melegnanesi (don Cesare Amelli) |
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Balossi Domenico, sacerdote diocesano. Dottore in teologia. Nel 1926 era parroco a Luino e vicario foraneo e nello stesso anno 1926 fu nominato cameriere segreto di Sua Santità Pio XI. Vedi “La Campana”, anno 1926, p 73. |
Banfi Domenico, musicista. Nel Coldani-Saresani leggiamo a pagina 156: “Domenico Banfi fu professore peritissimo di strumenti musicali da corda e da fiato. Chiamato egli quindi per la sua virtù in Madrid da Filippo IV (1605-1665) re delle Spagne dal 1621, vi continuò i suoi servigi di quella real corte fino alla sua morte sotto Carlo II (+1700). |
Banfi Giulio, militare. Mastro di campo della milizia urbana di Milano. Allo stato attuale non si hanno altre notizie. così in Coldani-Saresani, pag. 161. |
Barbieri Francesco, sacerdote diocesano. Vicerettore nel seminario teologico arcivescovile di Monza nel 1910. Nel 1917 fu nominato parroco a Carugo. Il 16 aprile 1931 fu nominato monsignore mitrato di Abbiategrasso. La mamma si chiamava Luigia Sancassani.Vedi “La Campana”, 1910, pag. 208; 1913 agosto pag. 25; maggio 1931 pag. 20-21 con fotografia |
Bascapè Carlo,
sacerdote barnabita, poi vescovo di Novara (1550-1615). E’
la personalità ![]() |
Bassi de Mita Ester (1895-1944), maestra di scuola elementare. Pittrice.Vedi “Il Melegnanese”, anno 8, n. 8 (15 aprile 1975), pag. 4 con fotografia. |
Bedoni Maria, attivista (1922-1999). Fu vera apostola cristiana nel servizio al prossimo. Catechista dei fanciulli con pazienza e serio impegno. Nominata ministra straordinaria dell’Eucaristia, accostando gli ammalati anche con il conforto della parola. Con riconosciuta capacità, con impegno e con dedizione appassionata diresse la Casa Alpina di Macugnaga parrocchiale, assicurando una cordiale ospitalità a centinaia di ragazzi e di ragazze di Melegnano e non solo di Melegnano. Visse con silenzio evangelico la scelta vocazionale di laica consacrata. Vedi “La Campana”, aprile 1999, pag. 4. |
Benini Vincenzo, medico
e benefattore (1890-1973). Nacque a Melegnano da Luigia Boiocchi e da Giuseppe
il 10 gennaio 1890. Fu presto orfano di padre, che non vide mai. Ebbe quattro
sorelle e quattro fratelli, due dei quali diventati sacerdoti. Lavorò
per alcuni anni nella bottega artigiana del padre che faceva il canestraio
e poi riprese la scuola con molti sacrifici, alle lezioni serali a Milano
Vinse un posto al Collegio Borromeo di Pavia e nell’estate del 1919 si laureò in medicina presso l’università di Pavia con massima votazione di 110/110, Vinse un concorso a Padova come ostetrico e ginecologo, poi venne a Melegnano all’Ospedale Predabissi e vi rimase dal 1922 al 1926 sotto la direzione del prof. Carpi e del prof. Reina. Con Benini iniziava a Melegnano l’era della nuova e moderna assistenza con un personale sanitario più preparato e con materiale tecnico e profilattico per una migliore assistenza alle donne partorienti, Premio nazionale “De Gasperis per la missione del medico”. Vedi anche Enciclopedia Melegnanese, fascicolo 76. Vedi anche Archivio Amelli, cartella B-3, fasc. 2, con opuscolo con fotografia. Vedi “Il Melegnanese”, anno 1, n. 16 (1 settembre 1868) pag. 1 con fotografia. Vedi ancora “Il Melegnanese”, anno 1, n. 17 (15 settembre 1968), pag. 3. Vedi ancora “Il Melegnanese” anno 1, n. 20 (1 novembre 1968), pag. 4). Vedi pure “Il Melegnanese”, anno 6, n. 21 (1 novembre 1973) pagg. 1-2 con fotografia. Vedi la sua biografia nell’archivio della parrocchia di S: Giovanni di Melegnano, armadio 1, cartella 2, fascicolo 33, con fotografia. Fu benefattore, amico e assistente della Casa di Riposo, e presente con interesse e buone parole là dove vi era sofferenza anche tragica e irreversibile, giorno e notte, in Melegnano e fuori Melegnano, nel freddo e nel caldo, con la sua bicicletta, fino a tarda età. Le onoroficenze sono state ben meritate. Vedi “Il Melegnanese”, anno XI, n. 6 (15 marzo 1978), pag. 3 con fotografia. Era stato istituito anche il “Premio Benini” dall’Encte Comunale di Assistenza di Melegnano. in sua memoria, un premio che era un riconoscimento pubblico per coloro che singolarmente o in gruppo si prodigavano nel settore dell’assistenza volontaristica e solidarietà verso il prossimo. |
Bersani Stefano, artista,
pittore (1872-1914). ![]() |
Bersani Stefano, sacerdote
diocesano (1825-1891). Nell’archivio della parrocchia di S. Giovanni
Battista in Melegnano, armadio n. 1, cartella n. 2, fascicolo n. 8, sta
un articolo del giornale La Provincia del 28 agosto 1891, dove tra le altre
notizie riportiamo quanto segue: “Melegnano, 28 agosto 1891. una dolorosa
notizia ha rattristato in questi giorni il buon popolo di Melegnano. Il
suo coadiutore don Stefano Bersani non è più: la morte ce
lo rapì nel pomeriggio del dì 25. I Melegnanesi veneravano
in lui un padre amoroso e caritatevole, una guida sicura, un sacerdote
secondo il cuore di Dio. Nacque in questa borgata l’anno 1825. Fu ordinato
nel 1849 e stette circa tre anni a Verderio Superiore, poi tornò
in patria e sotto la guida del prevosto di allora, D. Giovanni Gadola,
erigeva l’Oratorio maschile e femminile, e più tardi la Compagnia
di san Luigi, opere che furono le sue predilette e per le quali sacrificò
anche parte della propria casa, specialmente per l’istruzione dei giovanetti
da immettersi alla Prima Comunione.
Nel 1859, combattendosi a Melegnano, egli coraggioso uscì di casa durante la mischia e si portò ad assistere i moribondi, amministrando loro i SS. sacramenti. Fu dei primi a protestare contro il famoso Te Deum per lo Statuto, non prendendovi mai parte, quantunque da taluni schernito. Si lasciò tirare nella famosa Società Ecclesiastica, ma tosto si accorse che cosa fosse e ne uscì immediatamente. Fu associato all’Osservatore Cattolico come abbonato. Un terribile morbo durato quattro anni lo portò alla tomba. Ai suoi funerali si potevano calcolare duemila persone”. |
Bertarelli Giuseppe Antonio, artigiano. Sec. XVIII. Sul Coldani-Saresani, alla pagina 157, leggiamo: Giuseppe Antonio Bertarelli dell’antichissima famiglia di Melegnano, viveva ancora sul finire del passato secolo decimo ottavo, ed erasi dato all’arte di fabbricare armi. Sua speciale virtù era quella formar acciarini da fucile all’uso romano, e a tanto crebbe nel perfezionarli, che le sue opere nell’anno 1779 erano ricercate in tutta la Lombardia, non solo ma eziandio dalle corti estere di tutta Europa. |
Bertuzzi Andrea, militare. Sec. XVII-XVIII. Capitano del reggimento Valmerota al servizio di Carlo VI Imperatore (1685-1740)., così in Coldani-Saresani, pag. 161. |
Bertuzzi Rosa, benefattrice. Sec. XVIII. Di antica ricca famiglia di Melegnano. Nel suo testamento in data 25 novembre 1799, rogato dal notaio Gaspare Valesio, dispose lire cento annue da erogarsi in medicinali ai poveri di Melegnano. Nel Coldani-Saresani, alla pag. 175 sta scritto. “Rosa Bertuzzi era germoglio d’una delle più cospicue famiglie che mai vantasse il nostro borgo. Essa fu donna veramente distinta per ogni virtù casalinga, fu erede delle paterne virtù come delle sostanze... fu madre dei bisognosi, e la consolatrice degli infermi. |
Besozzi Giuseppe, sacerdote diocesano (1818-1907). Ordinato sacerdote nel 1842, destinato come assistente alla chiesa dei Servi in Melegnano. Nel 1852 divenne coadiutore titolare. Fu benefattore nei restauri delle chiese melegnanesi e della cappella dell’Ospedale Predabissi; finanziò il pronao del Cimitero e aiutò l’Oratorio maschile. Nel 1895 si ritirò a vita privata e morì il 23 maggio 1907. Vedi “La Campana”, maggio 1908, p. 40. Vedi anche “Cronistoria parrocchiale 1901-1935”, in archivio della parrocchia di S. Giovanni Battista in Melegnano, cartella 93, fascicolo 1. |
Bettoni Vincenzo, artista musicale, cantore baritono (1881-1954). Ha cantato su moltissimi palchi nazionali e internazionali Ebbe una carriera artistica lunga, con magistrali interpretazioni che gli valsero il plauso di critici musicali e di regnanti. Amava Melegnano dove contava molti amici e riscuoteva grandissima ammirazione. Non è possibile racchiudere in poche righe tutta la sua vita artistica Vedi “La Campana”, novembre 1914; pag. 394; 1928, pag. 21; 1929; 1930, pag. 370. Vedi anche Enciclopedia Melegnanese, fascicolo 156. Vedi anche in Archivio della parrocchia di san Giovanni Battista in Melegnano, armadio n. 1, cartella n. 2, fascicolo n. 6, nel centenario della nascita. Vedi “Il Melegnanese” , anno XV, n. 2 (18 gennaio 1982) pagg. 1-6, con diverse fotografie. Comunque Bettoni è ritenuto uno dei più grandi Melegnanesi di tutti i tempi. |
Bianchi Angelino, sacerdote
missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano (1904-1968).
Vicario generale della diocesi di Vijayavada in India. Vedi “Il Melegnanese”,
anno 1, n.13, pagg.1-2. Vedi anche in archivio della parrocchia di S. Giovanni
di Melegnano, armadio 1, cartella 2, fascicolo 19 notizie sul Bianchi e
la sua fotografia. Sulla vita e sulle opere di padre Angelino Bianchi vi
è un libro di pagine 258, autore ne è Costantino Caminada,
ed è stato stampato nel 1969, si trova nell’archivio della parrocchia
di S. Giovanni in Melegnano, armadio 1, libro n. 17, con fotografie.
Padre Angelino Bianchi andò in missione nel 1927 in India, nel distretto
di Hyderabad, in un vasto campo di lavoro, fervido catechista, educatore
di ragazzi indiani di ogni specie, costruttore di seminari, di ospedali,
di lebbrosari, di scuole materne soprattutto di chiese: chiesa di Vatlur,
chiesa di S. Eugenio, chiesa della Madonna Serena, chiesa di S. Giovanni
Battista per ricordare Melegnano, chiesa di Bhinadolu, chiesa di Kalidindi.,
chiesa della Vergine, chiesa di S. Giuseppe, chiesa di S. Antonio, chiesa
di S. Carlo. Fece lunghi viaggi con la sua fedele motocicletta di
grosso calibro, entrando anche nel Bengala. Preparava raduni di indiani,
organizzava feste e teatrini per i ragazzi: fondò anche una Compagnia
Filodrammatica. Provvedeva a tanti ammalati, sciancati, lebbrosi dalle
piaghe purulenti che invadevano strade e villaggi. Dirigeva un giornale
in lingua telegu. Una delle sue preoccupazioni pastorali pressanti
fu quella di preparare ottimi catechisti, istruendoli, armandoli di crocifisso.
Nel 1935 dal distretto di Hyderabad fu staccata la missione di Bezwada
e padre Angelino Bianchi divenne vicario generale, rettore di un grande
collegio, fondatore di una scuola industriale. Nel 1938 fu nominato Amministratore
apostolico al posto del suo vescovo tornato in Italia. Nel 1959 ecco
un primo sintomo del tumore sotto la lingua. Il male continuò e
venne ricoverato all’ospedale di Bangalore, dove non ci fu più nulla
da fare. Morì il 20 giugno 1968. I suoi funerali furono un trionfo.
Fu sepolto a Gunadala in una fossa di cemento. Al cimitero di Melegnano
è stata posta una lapide in sua memoria e gli fu dedicata una via
a Melegnano.
Vedi “Il Melegnanese” anno 1, n. 13 (1 luglio 1968), pag. 1. Vedi anche “Il Melegnanese”, anno 2, n. 21 (15 novembre 1969), pag. 3 e 4. Vedi anche “Il Melegnanese”, anno XXI, n. 23 (15-31 dicembre 1988), pag. 4-5, con fotografia. Vedi pure “Il Melegnanese”, anno 16, n. 12 bis (16 giugno 1983), pag 11. Vedi “Il Melegnanese”, anno XIX, n. 4 (15 febbraio 1986), pag. 2 con fotografia. |
Bianchi Francesco, sacerdote missionario, morto il 23 luglio 1902. Morì in Cina assistendo i colerosi e colpito egli stesso dal colera a Wong-Pu nella diocesi di Hong-Kong. Battezzò circa 150 adulti. Ricevette un migliaio di catecumeni. Riparò capelle. Fabbricò una bella scuola a Soa-Bui e altre due scuole minori. La sua casetta di missione fu trasformata in cappella. Vedi La Campana, luglio 1908, pag. 64; 1920, pag. 164; 1924, pag. 281-282; dicembre 1930, pag. 490. La sua biografia è stata scritta da P. Caminada, dal titolo Il padre Francesco Maria Bianchi. stampata nel 1924, esistente nell’archvio della parrocchia di S. Giovanni Battista, armadio 1, cartella 2, fascicolo 16, dove vi è anche la fotografia del Bianchi. |
Bianchi Francesco, atleta (1940-1977) nato il 15 gennaio 1940 e deceduto il martedì 20settembre 1977 a soli 37 anni. Si impegnò nell'atletica e vinse prestigiose gare. Partecipò alle Olimpiadi di Roma nel 1960, diventando dal 1962 al 1965 il numero uno d'Italia nella specialità dei 1.800 metri, con il titolo di campione d'Italia. Si perfezionò negli Stati uniti con il famoso atleta Luigi Beccali. Partecipò nel 1964 alle Olimpiadi di Tokio e agli Europei di Belgrado. Conobbe anch'egli la dura lunga silenziosa fatica nella seria preparazione del noviziato sul campo del centro giovanile di Melegnano, e non sempre da tutti compreso. Da ultimo fu istruttore dei ragazzi di Carugo Brianza ed istruttore di roccia del C.A.I. di Melzo. Nel 1967 lasciò l'atletica, avendo conquistato dieci titoli italiani e avendo al suo attivo diverse presenze nelle massime competizioni. Fu eletto consigliere comunale nel 1970 e rieletto nel 1975 e vi rimase fino al 1976. Contemporaneamente fu assessore allo Sport e Tempo libero dal 1970 al 1975, a cui si aggiunse l'assessorato al Commercio e Artigianato. Per più ampie notizie vedi "Il Melegnanese", anno 10, n. 18 (gennaio 1977), pag. 1, con fotografia. |
Bianchi Giuseppe, economista,
attivista cattolico (1907-1971). Studiò ragioneria, divenne funzionario
della Banca Provinciale Lombarda e arrivò alle alte cariche amministrative,
fino ad essere vice direttore generale a Bergamo. Protagonista dinamico
di tante iniziative cattoliche pubbliche. Fece sentire la sua esistenza
e il proprio puntiglioso efficientismo, alimentato da profonde e radicate
convinzioni, nei movimenti giovanili e nei movimenti cattolici melegnanesi
che, dagli inizi del secolo fino alla seconda guerra mondiale, furono la
parte più viva della evoluzione cittadina. Egli soleva dire
“Non ho avuto la vocazione alle grandezze. Il mio mondo non è andato
al di là della famiglia e del campo di lavoro. Il mio è stato
un canto fermo, un modulato salmodiare sulle piccole cose di ogni giorno,
in costante e monotona fedeltà. Ho cercato di fare bene il poco”.
Il suo programma era quello di fare straordinariamente bene le cose ordinarie.
Fu presidente dell’Azione Cattolica Giovanile, prefetto dell’Oratorio,
direttore responsabile de “La Campana”, stimato professionista al Credito
Italiano, poi alla Banca S. Alberto e quindi alla Banca Provinciale Lombarda,
dove lasciò un ricordo incancellabile per il suo senso del dovere
e infaticabile valorosa attività. Ebbe prove dolorose nella sua
vita di famiglia, che seppe sopportare con profonda fede. Fu padrino della
prima Messa di don Cesare Amelli, storico di Melegnano.
Vedi “Il Melegnanese”, anno 4 (15 gennaio 1971), pag. 3 con fotografia. |
Biggiogero Giuseppina, professore
di università scrittrice, docente universitaria di matematica (1894-1977).
Autrice di numerose pubblicazioni. Vedi La Campana 1921 pag. 285, e luglio
1915, pag. 318. Vedi anche nell’archivio della parrocchia di S. Giovanni
in Melegnano, armadio 1, cartella 2, fascicolo 22 dove vi è la monografia
sulla sua vita con fotografia di lei. Vedi “Il Melegnanese”, anno 10, n.
22 (1 dicembre 1977), pagg. 4-5. Vedi “Il Melegnanese”, anno XII, n. 2
(15 gennaio 1979), pag. 4 con fotografia. Vedi “Il Melegnanese”, anno XII,
n. 15 (1 agosto 1979), pag. 4. A Giuseppina Biggiogero è stata
conferita la medaglia d’oro alla memoria dal Comune di Melegnano nel 1987.
Su “Il Melegnanese”, anno XX, n. 7 (1 aprile 1987), pag, 12, vi è
un’ampia descrizione della sua vita con bella fotografia. E a lei fu dedicata
una via in Melegnano.
Fu titolare di cattedra di Geometria Analitica e Proiettiva presso Il Politecnico di Milano |
Bondimai (...), militare. Sec. XVIII. Sul Coldani-Saresani, leggiamo alla pagina 162: “Bondimai, che arruolatosi qual volontario nelle armate di Napoleone Bonaparte, militò, ed ebbe parte a quasi tutta la guerra di Spagna. Egli dié prova di non ordinario coraggio, e di valor personale in molti scontri, tra cui si narra ch’egli abbia condotto in salvo il proprio generale in capo Sousset, sorpreso e fatto prigioniero da un drappello di spagnoli. La storia del Lissone fa menzione di lui specialmente all’assedio di Tarragona, come di taluno che nella qualità di semplice granatiere sopravvanzò nell’ardire molti altri che gli soprastavano nel grado. Egli fu fregiato di più d’una decorazione, e non devesi ascrivere che al suo umore troppo risentito, s’egli da ufficiale qual fu ripetutamente, non ebbe eziandio toccati i più alti gradi della militar gerarchia”. |
Boneschi Natale, sportivo
(1899-1935). Nacque a Caselle Lurani il 25 dicembre 1899 da Angelo e da
Maria Parazzini, ma ben presto la famiglia si portò a Melegnano
e gestì l’osteria dei Pellegrini, nella attuale via Mazzini. Appassionato
di motociclismo fu assunto dalla ditta Fabbrica Motocicli MAS dal 1921
al 1935. Si sposò con Luisa Barbieri nel 1934 e dal marimonio nacque
la figlia Natalia.
Partecipò alla gare regionali, nazionali e internazionali, con intensissima attività. Nell’archivio della chiesa di S. Giovanni vi è un opuscolo (armadio 1, n. 237) che segnala tutte le sue partecipazioni e vittorie, e commenti giornalistici alla sue affermazioni. Ad esempio, sul giornale “Il Popolo di Trieste” del lunedì 21 settembre 1931, si legge: “Boneschi, il corridore della MAS, ha fatto ieri una delle sue più belle corse. Il giovane, che è stato attentamente seguito durante la gara dal pubblico, ha terminato la corsa salutato da una formidabile ovazione. In certi momenti la sua temerarietà ha impressionato il pubblico, specie quando curvava. Due o tre volte il giovane corridore è stato sul punto di finire a terra, ma la sua abilità e soprattutto i suoi nervi perfettamente a posto hanno superato ogni difficoltà e vinto ogni rischio”. Sull’opuscolo ricordato vi sono parecchie sue fotografie, oltre naturalmente alle sue numerose affermazioni e vittorie prestigiose. |
Bonizone dei capitani di Melegnano, nobile. Sec. XIII. Bonizone, il fratello Alberto e loro parenti, risultano essere tra i principali possessori delle decime che si ricavano nel territorio di S. Martino in Strada. In Codex Diplomaticus Laudense, a cura di C. Vignati, Milano 1879, anno 1228 (30 agosto), pag. 296, doc. 286. |
Bonomo di Melegnano. commerciante. (sec. XIV) Discendente di una famiglia di Ebrei stabilitasi in Melegnano nel 1387. Era molto gradito al duca di Milano, Ludovico il Moro (1452-1508) che gli aveva rilasciato un passaporto ducale perché potesse andare dove voleva; nel passaporto il Bonomo è definito “dilecto familiari nostro” e riconosciuto “in nos ac in Statum nostrum singulari fide et devotione. |
Bottani Luciano, sportivo (1897-1980). Una vita per la ginnastica. Sportivo e maestro di ginnastica con grande passione e generosità. A 11 anni entrò a far parte della società di ginnastica dell’Oratorio maschile “Virtus et Labor” e a 26 anni diventò istruttore, portando la “Virtus et Labor” a prestigiose affermazioni nazionali ed internazionali. Fu per alcun tempo istruttore anche di altre società e fu pure eletto giudice federale nei concorsi e nelle manifestazioni. Premiato dalla Federazione Ginnastica Italiana e con medaglia d’oro del CONI. Fu cattolico integrale, attivo nell’ Azione Cattolica di cui fu anche presidente, attivo nell’Avanguardia Cattolica e nel Partito della Democrazia Cristiana. Cooperò attivamente nella Associazione Combattenti e Reduci di cui fu segretario, e nella Confederazione Italiana Sindacati Liberi di cui fu rappresentante per il settore legale giuridico dei Pensionati. Si prestò come attivo suggeritore nella Filodrammatica “San Giovanni Bosco” dell’oratorio maschile di Melegnano. Per molti anni fu impiegato bancario nella Banca Popolare di Lodi lodato e stimato dai suoi colleghi. Vedi “Il Melegnanese”, anno XIII, n. 16 (1 settembre 1980) pag. 3 con fotografia. |
Braccioli Giovanni Maria, artista (sec. XVIII). Cesellatore, maestro d’arte. Sulla storia di Coldani-Saresani, alla pagina 157 sta scritto: “Fra i capi d’arte ch’egli ridusse a compimento parlasi in special modo di sei candelabri d’acciaio da lui lavorati con tanta finezza di gusto e precision di cesello, che nel 1770 ebbero l’ammirazione di molti cardinali e principi romani”. Vedi cenni della vita in archivio della parrocchia di S. Giovanni, armadio 1, cartella 2, fascicolo 8. |
Brusati Dionisio, sacerdote diocesano, nobile (+1622). Vedi La Campana 1931, ottobre p. 20. Nella cappella di S. Carlo in chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista sta una lapide scritta in latino dove si dice che il Brusati portò in Melegnano le reliquie di alcuni martiri e che un suo discendente restaurò l’altare della detta cappella. La lapide suddetta ha le seguenti parole:“D.O.M. - DIONYS. BRUSATUS - CAN.US S. GEORGI MLNI. - I. CAN. DTOR. PROTON. APLCUS - MELEGNANI NOBILIS MUNICEPS - IN COMITATU PONTF.E LEGAT. - COLONIAM AGRIPPINAM S.S. RELIQUIAS - HUIC ECCLE. DONAVIT MDCXXII - ARAM HANC NOBILIS D.D. PAULUS BRUSATUS - MARCHIO SEPTALE ECC. - INSTAURAT HONESTAT ET DITAT - MDCCLIII. E questa iscrizione noi traduciamo in lingua italiana, così: “A Dio Ottimo Massimo. Dionigi Brusati, canonico di S. Giorgio di Milano. Già canonico dottore protonotario apostolico, generoso nobile di Melegnano, essendo nel gruppo della legazione pontificia a Colonia in Germania, donò le reliquie a questa chiesa nel 1622. Il nobile signor Paolo Brusati, marchese di Settala, questo altare restaura, lo decora e lo arricchisce nel 1753. Per l’opera di Brusati, vedi anche in archivio della parrocchia della Natività di S. Giovanni, cartella 124, fasc. 7, e fasc. 10, nel cui interno vi sono altri documenti. vedi pure cartella 140 per atti degli anni 1596-1632, con il testamento. |
Brusoni Edmondo, musicista e maestro di musica (... 1908...+1919) Su “La Campana” del 1908 a pagina 138, noi leggiamo: “Il concittadino Brusoni prof. Edmondo avvisa chi può avere interesse, d’esser disposto a dare lezioni di pianoforte a domicilio - anche due volte per settimana -. Chi vuole approfittarne favorisca farne richesta con cartolina postale indirizzata a Lecco - prov. di Como -; in seguito egli stesso verrà a domicilio del richiedente per gli accordi”. E su “La Campana” del dicembre 1919, pag. 279, sta scritto: “Il 6 novembre uno scorso a Lecco, ove da qualche tempo dimorava, improvvisamente cessava di vivere il nostro concittadini Sig. Edmondo Brusoni, maestro di musica assai stimato e valente escursionista dei monti e laghi lombardi di cui lasciò diversi volumi di descrizioni. Diresse prima col padre Sig. Pietro, e poi per diversi anni il nostro Corpo Musicale “Giuseppe Verdi”, applicandosi con premura e sollecitudine, lieto di giovare al caro paese natio”. |
Busnè Stefano, amministratore,
sindaco, farmacista. (1816-1886) Nato da Gaspare e da Maria Anna Brambilla,
fu chiamato nel battesimo con i nomi di Carlo Giuseppe Fortunato. Fu sindaco
di Melegnano dal 1873 al 1885. Esercitò la professione di farmacista.
Nel giorno dei suoi funerali (morì il 16 maggio 1886) la epigrafe posta sulla porta della chiesa di S. Giovanni aveva queste parole: “Preci e sacrifici / al Dio delle misericordie / onde presto accolga nel suo gaudio l’anima / di / Stefano Busnè / probo intemerato nei negozi / solerte pel bene di questo Comune cui giovò e diresse / affettuoso, caritatevole con tutti / della patria libertà zelante amoroso / meritamente per ciò d’Ordine equestre insignito / Colpito da penosissimo malore / trovò nella religione sempre da lui praticata venerata / l’unico conforto per cui esemplarmente / rassegnato morì / La moglie, i fratelli, i parenti, gli amici in tanto lutto / consolati nella fede / ricordano, ammirano, pregano”. Per altre notizie vedi il Coldani-Saresani alle pagine 184-185. Vedi archivio della parrocchia di S. Giovanni, cartella 15, fascicolo 6 per l’anno 1836 |
Buttafava Antonio, sacerdote benefattore. Sec. XIX. Nel suo testamento datato 18 giugno 1833 dispose che con i suoi interessi bancari di ogni anno si preparasse la dote matrimoniale ad alcune signorine di Melegnano in procinto di sposarsi. Sulla sua tomba nel vecchio cimitero (dove oggi vi è il monumento Ossario oltre la via Vittorio Veneto) stava una lapide con le seguenti parole: “All’anima / semplice ingenua e pura / del sacerdote Antonio Buttafava / che molto si distinse / in vita / per zelo, religione e carità verso i poveri / e in morte / dotando in perpetuo povere fanciulle / Affrettate o fedeli l’eterno riposo”. Per più ampie notizie vedi il Coldani-Saresani alle pagine 176-177. |
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