La
religione nasce come esigenza umana a giustificare non tanto la propria
esistenza, ma soprattutto la propria superiorità rispetto a chi
non crede. Dio chiede l’obbedienza totale, presso tutte le religioni, questo
crea una divisione assoluta tra chi crede (il bene) e chi non crede (il
male).
Nella storia si può vedere come ogni religione si sia diffusa
grazie al proprio fondamentalismo integralista. I martiri cristiani
dell’epoca romana si differenziano ben poco dai kamikaze islamici della
Jihad; quando si è disposti a sacrificare la propria vita per il
proprio Dio, non si è certo leggeri con chi non crede, come è
già avvenuto con le Crociate, l’Inquisizione e le repressioni dei
Catari.
Come la religione allenta il proprio potere repressivo, fiorisce
l’eresia e l’ateismo, ne possiamo dedurre che la religione viva del proprio
assolutismo integralista che alimentandola la mantiene forte e compatta.
La storia ci insegna che l’illuminismo ed il liberalismo hanno prodotto
un rallentamento dei costumi religiosi ed un permissivismo che sfociò
nel lassismo, lasciando quindi spazio per l’ateismo, il nichilismo e le
filosofie anticlericali.
Non ci dobbiamo stupire che l’Islam abbia fatto tesoro dell’esperienza
della Chiesa Cristiana amplificando il proprio fondamentalismo integralista.
La vera dicotomia può essere solo tra la ragione e la fede.
Le religioni per sopravvivere possono solo essere repressive, altrimenti
verranno sopraffatte da chi fa uso della violenza per imporre il proprio
credo.
Il cattolicesimo dell’epoca romana si impose con regole che fissavano
con regole tassative i comportamenti ed i costumi del popolo in ogni sua
pur minima espressione, giungendo a reprimere ogni forma di indipendenza
individuale, l’integralismo cattolico richiedeva una dedizione assoluta,
una professione di fede al di là di ogni dubbio, una sottomissione
psicologica totale.
Le regole vennero imposte prima ai Romani e fecero rapidamente presa
sul lassismo religioso cui erano giunti, poi ai popoli barbari con grande
crudeltà e malvagità, con il ferro e con il fuoco, con stragi
terribili condotte in nome di quel Dio dell’amore cui si richiamavano.
Le conversioni dei popoli furono quindi soprattutto frutto del terrorismo
religioso non solo psicologico che proponeva il genocidio come alternativa
alla mancata professione di fede da parte loro. Il nome di Dio venne usato
dai cattolici per condizionare psicologicamente, con il terrore della perdizione
eterna, ma soprattutto con la certezza della morte più atroce in
terra.
Dobbiamo quindi scegliere tra l’ateismo della ragione o la fede
della religione, se scegliamo la seconda non possiamo fare altro che essere
integralisti o soccombere.
A voi la scelta!
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