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Computers La caduta di Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
Le difese di Novgorod
Alla fine del 1470 quindi la situazione a Giovanni sembra finalmente tale per poter mettersi in campagna contro Novgorod. L’unica incognita rimasta è la collaborazione di Pskov. Vediamo adesso brevemente il sistema di fortezze di cui Novgorod si era guarnita da quasi ogni lato. Abbiamo detto in altro luogo che Novgorod era una grande città fatta di legno e questo è vero, ma per quanto riguarda le mura e le fortificazioni che la difendevano verso l’esterno era anche la più antica città russa che usò la pietra, insieme a Pskov, e senza l’apporto tecnologico di architetti stranieri. Orbene dobbiamo immaginarci l’effetto spaventoso dell’imponenza di queste costruzioni sul nemico che le vedeva già da lontano! Figuriamoci l’impressione sui moscoviti, i quali nella Bassa l’unica città che conoscevano e che conservasse ancora tracce di coperture di pietra sulle mura di difesa era proprio Mosca, dopo le varie distruzioni e danneggiamenti subiti nel XIV sec. La centralizzazione dello stato inoltre rendeva inutile un’eventuale ricostruzione di queste difese, dato che il Gran Principe risiedeva a Mosca, se non lungo i confini, quando questi fossero ben definiti e consolidati! Dunque per Mosca Novgorod era all’apparenza imprendibile… Per quanto riguarda i Quinti di nordest, poichè un attacco da questa parte era difficilissimo per chiunque a causa del terreno deserto e impervio (ancor oggi!) sia d’estate che d’inverno, a parte i pogosty altre fortificazioni non erano richieste. Per il lato sud del lago Ilmen a monte sulla Scelon' dominava la fortezza di Porkhov a poche decine di km da Pskov. Il maggior numero di fortezze invece erano lungo le rive meridionali della Nevà e del Ladoga e nell’estremo nord dello stesso lago (Keksholm) o lungo il lago dei Ciudi (di Pskov) e la Narva, contro cioè Cavalieri e Svedesi. Ciò detto pensiamo che ora è comprensibile l’indugio di Giovanni e i tentativi di sgretolare il controllo novgorodese del territorio. Sottolineiamo inoltre che, al fine di sollevare anche la gente semplice contro Novgorod, la campagna militare del 1471 (e del ’78) non fu proclamata come una guerra di conquista, ma come una crociata contro una parte delle Terre Russe che, già riconosciuta quasi come eretica e pagana, stava addirittura per compiere il grande passo dello scisma dalla Chiesa moscovita e il Metropolita Filippo, quando benedisse Giovanni e i suoi uomini che si apprestavano a marciare, dicono le Cronache che agisse come Samuele quando benedisse Davide che andava contro Golia. “I non credenti al principio non conoscono Dio: e questi novgorodesi quanti anni sono stati nella fede cristiana ed ora prima della fine (qui ci si riferisce alla circostanza della fine del mondo di cui abbiamo parlato) hanno cominciato a rivolgersi ai latini e verso gli apostati della fede ortodossa. Si sono allontanati non solo dal proprio sovrano (cioè dal Principe di Mosca), ma anche dallo stesso Signore Iddio. Come il suo (di Giovanni) bisavolo Demetrio (del Don) si armò contro l’infedele Mamai, così fa il buon credente Gran Principe.” Filippo poi non si esime di parlare di Marta Borezkaja dicendo persino che: “Questa maledetta Marta avrebbe voluto incantare tutto il popolo, deviarlo dalla retta via e portarlo dalla parte dei latini poiché la tenebrosa attrazione dei latini aveva accecato la sua anima…”

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