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Computers La caduta di Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
I Tatari problema o risorsa?
Dunque ci sono molti punti oscuri probabilmente dovuti alla mancanza di unità politica della classe bojara al potere. Unità che, se Marta Borezkaja avesse avuto più tempo, avrebbe forse potuto costruire con le armi economiche di cui disponeva e porsi per davvero a capo della città. Giunge la primavera del 1471! Mosca indugia ad intervenire direttamente contro Novgorod perché evidentemente non ha forze (e denari) sufficienti e non riesce a giudicare quanto forte possa essere il legame della città del nord con la Lituania o con le altre realtà statali vicine. In più Giovanni è una persona riflessiva ed estremamente prudente, come abbiamo detto, e dunque starà raccogliendo informazioni. Insomma vuol essere sicuro che sia veramente necessario un intervento militare per portare Novgorod verso la sua Mosca e perciò, se occorre ricorrere a questa estrema misura, essa deve essere anche efficace subito e non solo un nuovo tentativo. Mosca non è ricca e non ha una grossa armata che possa essere divisa sia per portare la guerra al nord sia per difendere Mosca dai nemici più vicini e Giovanni non desidera che si sguarnisca troppo la città perché ciò darebbe immediatamente l’occasione ai vari personaggi interessati a rovesciare la sua dinastia per annientarla. Dunque deve prima organizzare il nuovo stato che ha in mente e gli stati di quel tempo disponevano per prima cosa di un esercito unito e ben armato che difendevano non solo i confini, ma andavano poi alla conquista delle regioni limitrofe che interessava accorpare. Purtroppo non ha un modello da imitare che gli piaccia, vista la confusione ideologica e i rivolgimenti territoriali che la regione intorno a Mosca sta subendo e deve perciò ricorrere ai soliti vecchi metodi dei rjurikidi per tenere insieme lo stato e cioè attraverso parentele e matrimoni. L’arma più forte poi per legare tutte queste persone è la Chiesa e il giuramento religioso e perciò questo sarà uno dei mezzi più frequenti ai quali Giovanni ricorrerà per concentrare nelle sue mani tutto il potere del suo regno. Attenzione! Siamo sempre in pieno mondo medievale del XV sec. in cui il giuramento non è formale come per noi oggi, ma è un gesto impegnativo molto importante, specialmente fatto in pubblico e con la garanzia di un prelato! Tuttavia come fare con i Tatari che tutti cristiani non sono? L’Orda d’Oro ormai non conta più, tanto che Giovanni decide di non pagar più nemmeno il vyhod, ma ora c’è Kazan’ ed occorre cercare altri mezzi per tenere amici questi Tatari. Un mezzo potrebbe essere quello della loro conversione al Cristianesimo moscovita oppure i matrimoni dinastici o anche le concessioni di territori da governare dove i Tatari si stabilirebbero e metterebbero nuove radici. Naturalmente poi quando si tratterà di andare in spedizione militare Giovanni avrà cura di tenere presso di sé i figli dei khan di Kazan’, onde evitare problemi di ribellione. Sul fronte sudoccidentale ci sono poi altri Tatari, quelli di Crimea contro i quali suo nonno ha combattuto e vinto, i quali ultimi, con l’affermarsi della potenza selgiuchida e dopo la presa di Costantinopoli, data l’affinità etnica con la nuova Istanbul, sono diventati i naturali alleati di Maometto II. Giovanni con molto preveggenza nel 1468 si è assicurato un’alleanza e una cooperazione con il khan di Crimea Menghli Ghirey e da questo lato dovrebbe poter star tranquillo. Per quanto riguarda invece il Granducato di Lituania e Polonia, come ora si chiama la grande nazione regionale del suo avo Vytautas, Casimiro sta distruggendo in questi anni i vecchi ordini stabiliti in Ucraina dai suoi cugini, discendenti dei vari figli di Olgherd. Casimiro IV è il primo successore di Jogaila a governare in Lituania dopo Vytautas e quindi per consolidare il suo stato deve eliminare questi numerosi concorrenti che tendono a separarsi dal potere centralizzato fra Cracovia e Vilnius. Ad esempio è quel che sta succedendo a Kiev, sede naturale di Olelko (ossia Alessandro) figlio di Vladimiro che a sua volta era figlio di Olgherd e padre di quel Michele che abbiamo visto andar via da Novgorod. Addirittura Michele ha come madre Anastasia, la figlia di Basilio di Mosca, e quindi è il cugino di Giovanni III. Michele Olelkovic’ è ritornato a Kiev proprio per essere diretto partecipe ai cambiamenti che Casimiro sta introducendo nella “sua” Ucraina. Oltre a ciò la sua presenza è stata richiesta perché i Tatari di Crimea ora alleati dei Selgiuchidi partecipano a varie spedizioni nei territori del Granducato e, causando disordini e confusione, devono essere affrontati militarmente e Michele sembra essere la persona adatta.

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