Nel 1467 scoppia di nuovo la peste…
Cominciò naturalmente ad imperversare da Riga a Pskov, spopolò Novgorod e poi toccò a Tver e a Mosca e questa volta fu così micidiale che si cominciò a parlare della “fine del mondo”.
Questa è una questione curiosa che aveva cominciato a circolare negli ambienti russo-orotodossi da qualche decennio, già a cominciare dal tempo degli Strigòlniki. Infatti nella Chiesa Ortodossa erano state composte secondo la tradizione le tabelle che calcolavano le date della Pasqua nei cosiddetti Paschalia e questi calcoli, sicuramente per ragioni pratiche, terminavano nell’anno 7000 dalla Creazione del Mondo secondo il computo ortodosso, anno che, secondo invece il computo della Chiesa Latina, corrispondeva al 1492 d.C. (dopo la Nascita di Cristo)!! Quindi un anno molto prossimo…
Rifacendosi alle scritture e all’Apocalissi di San Giovanni, si ricordava che prima del grande giorno del Giudizio Finale ci sarebbero stati dei segni nel cielo e sulla terra e che chi li avesse riconosciuti e fosse ricorso quindi al pentimento per i propri peccati, avrebbe poi goduto del perdono del Signore e sarebbe stato mandato in Paradiso. Sarebbe apparso sulla Terra l’Anticristo…
Quasi a comprovare questo sentimento di paura della fine si erano viste comete e c’erano stati terremoti (evento abbastanza raro nella Pianura Russa), inondazioni ed incendi. Sul lago Niero di Rostov, addirittura, c’era stata la tenebra per ben tre giorni e poi si era sentito uno strano boato prima che tornasse a splendere il sole!
E dunque questa peste era un altro inconfondibile segno che il Giudizio Finale era vicino e che l’Anticristo potesse essere proprio Giovanni…
A Mosca per questi motivi successe di tutto. I preti abbandonavano il loro comportamento pio e si davano al divertimento più sfrenato. I laici costruivano una chiesa dopo l’altra per comprarsi un posticino in Paradiso o salvarsi attraverso la preghiera dalla morte sicura. Insomma ci fu una tremenda confusione.
Il Metropolita Teodosio, da santo uomo che era, decise di abbandonare il suo incarico e si dedicò a rimettere ordine e fiducia visitando monasteri e chiese. Dopodichè si rinchiuse in una cella del Monastero dei Miracoli dove visse agli ultimi anni della sua vita… servendo un lebbroso!
Giovanni III a questo punto radunò il Sinodo e fu scelto il nuovo Capo della Chiesa: Filippo…
Proprio in quegli anni la sposa di Giovanni, Maria, morì, ma tutti dissero che era stata avvelenata! E’ vero che questa morte provvidenziale dette la possibilità a Giovanni di risposarsi… e diventare Imperatore Romano, ma chi uccise Maria, il veleno o la peste?
Ad ogni buon conto questa morte fu vista da un certo italiano Giambattista Volpe, monetario di Giovanni III, come l’occasione buona per crearsi una nobiltà personale e vivere a corte da gran signore, visto che aveva già abbracciato la fede ortodossa. Così attraverso i suoi contatti fece sapere al Papa Paolo II della vedovanza del principe moscovita e dell’intenzione (inventata dal monetario!) del principe russo di cercare una nuova sposa in qualche famiglia reale dell’Occidente, ad esempio con la nipote del defunto ultimo Imperatore di Costantinopoli, Zoe (nelle Cronache Russe chiamata anche Zinaida) Paleòlogo e di esser pronto ad unirsi alla Chiesa Latina.
A Roma si colse subito la palla al balzo pensando alla riunione, fallita fino a quel momento, con la Metropolia di Mosca e che con questo matrimonio, magari, si poteva rimettere in discussione. Nel 1469 perciò il Cardinale Bessarione di Nicea, che abbiamo incontrato qualche pagina fa, mandò alla corte moscovita una lettera da parte del Papa. La lettera fu consegnata da un greco di nome Giorgio, da Carlo, fratello del monetario italiano, e da un loro cugino, Antonio. Queste persone in udienza dal Principe spiegarono che a Roma viveva, quale pupilla dello stesso Cardinale, la figlia di Tommaso Paleòlogo di Mistrà, fratello del defunto Imperatore, in età da marito e che il Papa gli proponeva come sposa. La ragazza aveva rifiutato già dei pretendenti fra i quali, pensate un po’, il re di Francia e poi persino il Duca di Milano, perché cattolici romani!
Giovanni riflette, si consiglia con il Metropolita e finalmente incarica il coniatore di monete, Giovanni l’Italiano, di andare a Roma e di controllare la buona salute e l’aspetto fisico di Zoe, prima di dare una risposta positiva a contrarre matrimonio con lei.
Vorremmo che il lettore concentrasse un momento la sua attenzione su questa mossa politica russa. Infatti avendo ormai capito l’indole di quest’uomo, possiamo tranquillamente pensare che Giovanni abbia acconsentito, malgrado l’odio diffuso verso il Papato di Roma, a prendere in considerazione questo matrimonio per dei fini molto precisi: Sposando Zoe Paleòlogo, Giovanni si imparenterebbe con la più importante famiglia regnante (in realtà ex regnante) d’Europa, quella dell’Imperatore Romano! Le conseguenze di tale evento sono moltissime e vedremo come Giovanni le piloterà per portare se stesso e la sua dinastia ad un gradino di potere spirituale e culturale, oltre che politico, molto più alto di qualsiasi altro sovrano del suo tempo.
|