A Novgorod accompagnano Basilio altri figli, Giorgio ed Andrea Primo. Siamo in pieno inverno ed è stato scelto questo periodo proprio perché si sa che è il più calmo. I fiumi sono gelati, il tempo è freddo e non si intraprendono campagne militari di questa stagione.
Non è una cosa semplice per i novgorodesi accogliere Basilio in pace.
Abbiamo già detto che il partito lituano è diventato molto forte e perciò è pronto anche all’impresa estrema di sbarazzarsi dei principi moscoviti. Basilio ha annunciato all’Arcivescovo che viene qui al nord per pregare, per prostrarsi davanti a certe sante icone che ormai non potrà più ammirare, ma in realtà, e noi lo sappiamo, è venuto per sentire che vento tira da queste parti e, soprattutto, per rendersi conto se è già possibile riscuotere qualche grossa somma di denaro.
I “lituani” invece si consigliano fra di loro e decidono di ucciderlo. Prima però informano Monsignore perché anche Santa Sofia ha delle vecchie pendenze, specialmente con il figlio Giovanni.
Eutimio II è morto qualche mese prima ed è stato compianto come uno dei più stimati arcivescovi della città. Era succeduto al suo omonimo soprannominato il Barbuto e abbiamo accennato brevemente alla sua attività di riordinatore delle Cronache nei capitoli precedenti.
La sorte ora ha scelto Giona, quale suo successore, che è una persona molto realista e le parole che sono riportate dalle Cronache quando dissuade i congiurati ce lo dicono molto chiaramente:
“O pazzi figli miei! Se ucciderete il Gran Principe che avrete ottenuto? Avrete raccolto solo ulteriori guai per la nostra città perché suo figlio maggiore è ancora vivo e pronto a vendicarsi e che cosa ci vuole a farsi dare un esercito dal khan, suo amico, e marciare contro di noi per devastare tutte le nostre terre?”
Basilio intanto è arrivato alla Cittadella, dove risiederà durante il soggiorno, ed ha portato con sè persino l’odiato (dai novgorodesi!) vincitore sulla Scelon’, Teodoro Basjonok.
La compagnia principesca rimarrà a Novgorod fino alla primavera e durante questo tempo lo stesso Basjonok subirà un attentato, benchè non mortale!
In quel periodo Pskov chiederà a Basilio di confermare il loro attuale namestnik, il lituano Alessandro, e accompagnerà la richiesta con 50 rubli per le spese di nomina. Basilio acconsente, ma è il lituano a rifiutare tale nomina e allora Pskov chiede di destinare alla città Giorgio, il figlio di Basilio, quale namestnik, e il giovane giura sulla spada di Daumantas fedeltà a Pskov.
La città ha certi conti da chiudere con Dorpat (Tartu) e così Giorgio viene messo a capo di una campagna contro la città tedesca vicina. Per fortuna non c’è scontro perché il Vescovo di Dorpat e i notabili chiedono la pace. Costoro vengono invitati a Novgorod per firmare il protocollo sotto gli occhi (si fa per dire) di Basilio e con il pagamento di 100 rubli per il costo del sigillo.
Giorgio non rimane a Pskov, ma ritornerà a Mosca con suo padre.
Basilio comincia a sentirsi sempre peggio fisicamente, ha frequenti svenimenti e dolori in tutto il corpo e per lenirli adopera i metodi magici più strani, suggeritigli dai suoi amici kipciaki. Si fa arroventare la pirite che poi pone sulla pelle nuda coprendosi di piaghe che s’infettano e alla fine, per setticemia diffusa, sentendo la morte vicina chiede di entrare in convento. Gli tolgono naturalmente le facoltà decisionali che passano a suo figlio, già nominato Gran Principe come sappiamo, e gli lasciano scrivere il testamento che, come era da aspettarsi, è il prodotto di una persona che ormai non sa più quel dice. Nel testamento, dopo aver distribuito le varie città e i villaggi ai suoi figli e le proprietà di Sofia, sua madre morta già nel ’53, affida sua moglie e i figli a… Casimiro Jagellone! Non sappiamo che significato abbia questa disposizione testamentaria, ma il fatto che il documento sia firmato dal Metropolita Teodosio, succeduto a Giona, ne conferma l’autenticità!
Non è qui la sede per dare un giudizio critico su quest’uomo perseguitato dalla sorte e dalla sua improntitudine e diciamo soltanto che il 5 marzo del 1462 morì.
|