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Computers La caduta di Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
Giovanni il gobbo
Basilio però dopo il suo accecamento è molto cambiato, ha paura di morire. E’ diventato sospettoso e cerca di capire quel che avviene intorno a lui attraverso i rumori, i sospiri e i toni del parlare perchè non ha più fiducia in nessuno di coloro che gli stanno intorno. Cerca di usare gli occhi di suo figlio Giovanni Timoteo per riuscire a capire se qualcuno stia tramando ai suoi danni. Sembra che a causa di questo star sempre a raccontare chinato sull’orecchio di suo padre, Giovanni fosse soprannominato il Gobbo (gorbàtyi)! Da questo nuovo modo di comportarsi del Gran Principe si accresce un certo odio da parte dei parenti che subiranno da lui continue ingiustizie. Se si pensa alla vicenda del suo omonimo Basilio Borovskii che fu tenuto da lui in prigione per lunghissimi anni benché lo avesse aiutato a riconquistare il trono di Mosca e gli avesse ceduto città e villaggi ereditati legittimamente, si può avere un’idea delle tensioni che attraversavano non solo la corte moscovita, ma forse tutta la regione. Il figlio di questo Basilio Borovskii riuscirà e a fuggire con la sua matrigna, rifugiandosi in Lituania. Qui raccoglierà intorno a sé un gruppo di scontenti e di oppressi da Basilio l’Oscurato fra cui c’è persino, Giovanni di Mozhaisk, un nipote di Vladimiro di Serpuhov che era stato un amico fedelissimo di Demetrio del Don. Per farla breve viene ordita una congiura non tanto per sbarazzarsi di Basilio per sempre, quanto invece per riuscire a liberare Borovskii dalla prigione di Uglic’. Per sfortuna dei congiurati, questi furono scoperti e vennero condannati alla tortura e alla morte per taglio della testa. Le Cronache dicono che questa esecuzione fu un evento, il più terribile, per il santissimo Giorno del Gran Digiuno ossia per l’ultima domenica di Quaresima, e non possiamo che credere. Facilmente ci immaginiamo la scena di questo sovrano che presiede alle torture, cieco e accecato dalla paura di essere sopraffatto da un nemico sempre in agguato. Non vede nulla certamente, ma ode gridi e lamenti indicibili, ed infine tira un sospiro di sollievo quando il tonfo sordo dell’ascia fa cadere la testa al condannato ormai stremato dalle torture subite. E al suo fianco vediamo imperterrito, perché così occorre mostrarsi alla gente, Giovanni Timoteo, il suo giovane figlio. In realtà, come giustamente pensa Kostomarov, il cambiamento della politica di Basilio è anche dovuto all’emergere, a causa della sua cecità, di personaggi e di bojari di corte che lo consigliano e gli suggeriscono decisioni e dei quali è costretto a fidarsi anche senza volerlo. Fra questi ricordiamo Morozov, Patrikejev e il generale Basjonok o il freddo Strigà-Oboljenskii che incontreremo in seguito. Giovanni però è l’unico fidatissimo confidente del padre ed è stato nominato già Gran Principe di Mosca in modo che non ci siano problemi nella successione e per questo accompagna Basilio quasi sempre, come un’ombra. Giovanni (a 12 anni!) ha sposato Maria la figlia del Principe di Tver, Boris, secondo la promessa fatta dal padre quando si era rifugiato presso questo cugino, se costui lo avesse aiutato a riprendersi il trono, benchè allora Giovanni non avesse che 7 anni e la sua attuale sposa fosse ancora più piccolina. Boris morirà nel 1461, ma avrà fatto in tempo a vedere la nascita del primo figlio di Giovanni e Maria: Un altro Giovanni (IV) che diventerà famoso in altri tempi per i suoi comportamenti e le sue drastiche decisioni con il soprannome de Il Terribile (Ivàn Groznyi). Nel 1460 Basilio, sempre con il suo solito atteggiamento indicibilmente malfidente, decide di confermare la sua sovranità nella città di Novgorod allestendo lo spettacolo della sua visita. Naturalmente Giovanni il Gobbo rimane a Mosca per proteggere il proprio figlio nato da poco e per tenere un occhio attento sugli affari di stato e sugli altri due fratelli Boris e Andrea Secondo.

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