La repubblica era dunque ben organizzata e funzionò per parecchi anni in modo egregio, anche perché quando ci fu l’attacco tataro in cui la coalizione dei principi intorno a Kiev e a Rostov fu battuta nel 1223, Novgorod nella successiva avanzata degli eserciti tatari verso nord si salvò perché risultò logisticamente impossibile da raggiungere!
Essa continuò i suoi traffici e continuò ad arricchirsi.
Un aspetto strabiliante è il fatto che Novgorod era una delle città più colte del Medioevo in assoluto. Negli scavi e nelle ricerche condotti in città da Arzihovskii, Janin, Sedov ed altri sono state trovate migliaia di lettere risalenti tutte più o meno al XII-XIII sec. con contenuti che denunciano una provenienza dalla mano di persone di tutte le classi e quindi una diffusione dell’istruzione veramente generalizzata. Queste lettere sono scritte su scorza di betulla (in russo queste lettere sono chiamate berjòsty) e sono in lingua russa con particolarità linguistiche locali, ma notevoli per i contenuti.
In esse si parla di amore, di tradimenti, di affari, di prestiti, di richieste personali a parenti ed ad amici, di istruzioni e indicazioni. C’è persino un alfabeto per l’esercitazione di qualche studente, un rebus con disegni e persino una caricatura di Alessandro Nevskii!
Tutto ciò vuol dire che tutti ragazzi, bianchi o neri, erano mandati a scuola presso i numerosi monasteri per imparare a leggere e scrivere e, naturalmente, a far di conto essendo queste competenze ritenute necessarie per la vita da adulti dei novgorodesi per le relazioni all’esterno della propria famiglia. A prova ulteriore di questa altissima scolarizzazione possiamo dire che quasi non esiste arnese riportato alla luce a Novgorod e qui fabbricato che non porti la firma di chi l’ha fatto!
Vediamo ora di immaginarci di rivivere una giornata a Novgorod da sfaccendati curiosi.
Supponiamo di abitare in una delle tante cascine (così si traduce meglio usad’ba) che ci sono in città dove all’interno di un recinto di legno, con pali puntuti per impedire irruzioni indesiderate dall’esterno, ci sono varie costruzioni. C’è la casa padronale di solito riconoscibile dal balcone e da un piccolo portico sulla facciata. Accanto c’è una banja sollevata da terra per isolarla dal suolo, all’interno della quale si accede salendo per una scaletta. La banja è un luogo tradizionalmente importante in una cascina perché vi si compiono le abluzioni periodiche oppure ci si cura o addirittura si partorisce. Essa è molto simile alla sauna finlandese con camere caldissime riscaldate da una stufa con sassi arroventati. Dalla banja si va direttamente in una grossa vasca di acqua fredda, battendosi con giovani rami di betulla con su le foglie ancora attaccate.
Poi ci sono le stalle per gli animali domestici più comuni, specialmente i cavalli che servono per il tiro del veicolo di casa e il granaio o deposito delle derrate alimentari. Ci sarà anche una casa per i servi e un pozzo con la copertura tipica e la lunga pertica per tirar su l’acqua. Ci sarà anche una cantina per conservare al fresco specialmente le bevande tradizionali: la birra (braga), l’idromele (mjod), il vino di Borgogna importato etc.
Qui ci si sveglia con l’apparire della luce del sole sebbene, d’inverno, ci si alzi anche prima. I ritmi di vita sono scanditi dalle diverse festività che la Chiesa ha fissato e col suono delle campane delle numerosissime chiese. Certo non tutte le chiese hanno grandi campane che costano tantissimo e che di solito vengono dalla Germania…
Dopo aver mangiato un frugale pasto con pane di segale e magari dei resti della zuppa di ieri sera, ci vestiamo e usciamo.
Ci rechiamo in un cantone “industriale” e qui nelle ore centrali del giorno si possono vedere i fumi che tutte le case attaccate l’una all’altra in una strada emettono dalle proprie stufe (pec’ki), specialmente dalle diverse officine (masterskie) che lavorano su commessa metalli e altro materiale al fuoco.
Naturalmente noteremo anche la gente che lavora per queste officine, come i conciatori di pelle (kozhemjaki), i tessipanni (sukonniki), i vasai (gonciary), i famosi e importanti mastri d’ascia (plotniki), i pescatori (rybniki), etc.
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