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Computers Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
Le Classi Sociali
Chi tirava i fili dietro le quinte erano però i bojari. Seguiremo l’etimologia di questa parola proposta da Kolesov e diremo che i bojari erano in pratica i magnati della popolazione novgorodese e cioè coloro che potevano decidere (antico-russo boljarin e poi bojarin). Di diritto erano tutte quelle persone alle quali erano attribuite le cariche che abbiamo nominato finora e che arrivarono ad essere circa 300. Ogni bojaro si distingueva per un distintivo speciale che indossava in pubblico: Un’alta cintura d’oro e d’argento di grandissimo valore che veniva custodita in famiglia e passata da padre in figlio. I bojari insieme con i prelati cristiani dei monasteri e i ricchi mercanti che facevano capo alle famiglie bojare costituivano la cosiddetta gente bianca che contava più di tutte le altre classi. Infatti dopo questa classe più abbiente c’erano tutti gli altri liberi chiamati la gente nera ossia il popolino. C’erano poi i non-liberi che potevano essere o debitori che scontavano il loro debito lavorando presso il proprio creditore oppure gli schiavi veri e propri, catturati nelle razzie o comprati al mercato o nelle campagne. Infine c’erano i contadini, pochi in verità, gli smerdy che avevano una posizione giuridica libera indefinita e con pochissimi diritti perché legati alla terra che coltivavano, senza sbocchi di emancipazione possibile. In realtà esisteva anche una classe media di cittadini che era la classe mercantile alla quale però non si assimilavano i grandi mercanti che ormai non viaggiavano più stagionalmente come nel passato per recarsi nei mercati del sud o a Kiev, ma mandavano propri “impiegati” con credenziali e salvacondotti. Questi ultimi infatti erano chiamati kupzý, mentre i mercanti e gli intermediari stranieri erano i gosti o ospiti della città. A questa classe di persone appartenevano anche le cosiddette “persone autosufficienti” (in russo zhitye ljudi) che non dipendevano per vivere da nessuno, ma soltanto dal loro lavoro e dal loro mestiere specializzato. I gosti avevano anch’essi uno statuto particolare che cambiò pochissimo durante l’esistenza della repubblica novgorodese ed i gruppi più notevoli erano i Goti dall’isola di Gotland e i tedeschi delle città dell’Hansa (principalmente di Lubecca). I Goti avevano la loro chiesa e il deposito nella chiesa stessa, tutta rinchiusa nella sua palizzata con la porta che dava sulla Piazza del Mercato, ed era chiamata la Corte di sant’Olaf, mentre i Tedeschi possedevano un’analoga costruzione chiamata la Corte di san Pietro o Ufficio anseatico novgorodese (Kantoor). Conosciamo lo statuto della Corte di san Pietro, detto Skra, che definiva diritti e doveri dei tedeschi che si trovavano o stazionavano a Novgorod e che risale più o meno al 1184. Anche i kieviani e i russi della Bassa del Volga erano in qualche modo tenuti separati come stranieri dai novgorodesi, almeno a livello personale, tanto da esser chiamati in modo discriminatorio rusiny! Come abbiamo detto, Novgorod aveva diviso il territorio tutt’intorno in Quinti (Pjatiny) il cui rispettivo centro amministrativo e politico avrebbe dovuto essere il cantone nel quale il Quinto aveva il suo vertice geometrico e geografico. I Quinti erano due ad ovest, chiamati rispettivamente, “della Scelon” giacché racchiudeva il bacino di questo fiume che si versava nel lago Ilmen da sud e che includeva anche il porto di Koporiè, e quello “dei Voti”o “dei Vodi” dal nome di un antico popolo autoctono che comprendeva invece il territorio del Ladoga. Gli altri Quinti erano, due a nordest, chiamati, il primo “circum-Onego” che comprendeva specialmente il bacino del Volhov e la costa artica del Tre, e il secondo detto “del Legno” che giungeva al Valdai ai confini con il territorio suzdalese. Il terzo Quinto era chiamato “Bezhezkaja” e si estendeva verso sudest. Oltre questi territori Novgorod possedeva alcune regioni “distaccate” come quelle in cui si trovava Mercato Nuovo (Torzhòk) ai confini con i territori contestati fra Mosca e la Lituania e il grande deposito di Volok Lamskii all’inizio della “scorciatoia fluviale moscovita” verso il Volga. Alcune città che si trovavano in questi Quinti erano chiamate città delegate (in russo prigorody) in quanto erano dipendenti politicamente dalla metropoli novgorodese. Fra di esse c’erano Pskov e Izborsk, Grandi Anse (Velikie Luki), Russa Vecchia (Stàraja Russa), Ladoga etc. e qui venivano mandati i posadniki scelti da Novgorod. In realtà poi le distanze e le comunicazioni difficili trasformavano queste città delegate in vere e proprie unità autonome (come Vjatka?) che collaboravano con la metropoli solo in determinate circostanze. Anche i pogosty a volte salirono al grado di città delegate.

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