..
Computers Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
La Vece e la Cleptocrazia
L’istanza decisionale più allargata era l’assemblea cittadina: la Vece. Questa risaliva ad un’antica istituzione dei villaggi slavi quando il ciur ossia il capo-villaggio chiamava tutti in adunanza per decidere sulle questioni che interessavano tutti i maschi del villaggio stesso. Essa corrispondeva grosso modo al thing scandinavo e in pratica legiferava, ma anche esautorava e confermava le cariche pubbliche. La Vece esistette in tutte le città russe, ma i rjurikidi cercarono in ogni occasione di svuotarla politicamente di autorità per rendere la propria posizione, la più assoluta possibile, e già a Kiev ai tempi di Olga (seconda metà del X sec.) la Vece kieviana non aveva più molto peso. Quella di Novgorod invece conservò il suo grande ruolo politico e lo mantenne gelosamente fino alla caduta della repubblica. Ma come funzionava la vece a Novgorod e nelle città che imitavano il suo stesso tipo di autonomia governativa, come Polozk e Pskov? Innanzitutto avevano diritto a parteciparvi tutti coloro che si considerassero in diritto e fossero riconosciuti dagli altri astanti in tale condizione di libertà, per sentito dire. Gli stranieri o i cittadini di altre città non erano assolutamente ammessi, salvo i due posadniki di Pskov che vi parteciparono, almeno fino a quando la città non si rese indipendente da Novgorod. Prima di proseguire vogliamo soffermarci sul concetto di repubblica per giustificare il nome che gli storici hanno dato al tipo di organizzazione di governo in vigore a Novgorod, sviluppatasi velocemente dopo la morte di Jaroslav il Saggio, Gran Principe di Kiev. In questi secoli che qui stiamo attraversando in Europa il “potere del signore” era giustificato per mezzo di alcune teorie e con le ideologie che le avevano elaborate. La teoria cristiana e l’ideologia che la diffondeva e la confermava, il Cristianesimo, era la più sofisticata e la più antica ed addirittura era integrata al sistema imperiale romano di cui era la religione unica e ufficiale. Essa in poche parole affermava che il potere sugli uomini è di Dio e che Dio lo concede ad alcuni uomini scelti da lui in vari e imperscrutabili modi che sono i principi o i re. A costoro, dopo la benedizione del vescovo, rappresentante di Dio in terra, è dovuta obbedienza. Il vescovo controlla che quest’uomo scelto si comporti secondo le leggi che Cristo ha dato agli uomini per vivere insieme e quando sbaglia può e deve intervenire. E’ammesso anche la trasmissione di questa dignità di signore per via famigliare, di padre in figlio, purché sia sempre confermata dalla benedizione vescovile. C’era poi la cleptocrazia variaga fondata sul concetto di mafia. Essa era l’ideologia del potere militare imposto con le armi e la cui giustificazione ad esistere consisteva nel fatto che le armi e gli armati della banda del signore (druzhìna) servivano a respingere ogni altra forza concorrente esterna. Il cleptocrate non imponeva un tributo, ma viveva delle sue rapine regolari e periodiche sui propri soggetti, i quali erano lasciati in pace finché subivano e pagavano. Naturalmente interveniva nelle liti fra i suoi soggetti solo quando queste toccavano gli uomini armati che lo sostenevano, altrimenti lasciava che le questioni si risolvessero attraverso gli usi e i costumi del gruppo o dei gruppi implicati. Questo potere si perpetuava non attraverso l’ereditarietà famigliare lungo la linea padre-figlio, ma lungo la linea fratello maggiore-fratello minore e cioè per obbedienza alla morte del cleptocrate al fratello che gli succedeva, il cosiddetto sistema della lestviza di probabile origine cazaro-turca. I due sistemi di potere sopraccennati richiedevano la presenza di un unico signore e capo. Nel caso di Novgorod, il sistema di potere era demandato a molte istanze, certamente non elettive nel senso moderno, ma comunque democratiche perché lasciavano uno spazio politico ai vari microcosmi locali come i cantoni, le vie, i quinti, le corporazioni etc. Tutte insieme queste istanze governavano lo stato novgorodese al quale possiamo appunto attribuire il nome di repubblica. Anche nella vicina Polonia si sviluppò un sistema, sempre probabilmente evoluto dai vecchi costumi slavi, di magnati che eleggevano il re, la Schlachta, ma appunto perché eleggevano un re, non poteva chiamarsi in assoluto repubblica (benché tale nome fosse poi attribuito nel concetto di Rzecz Pospolita) e la Schlachta alla fine diventò una semplice istituzione nobiliare oligarchica intorno al re. Il sistema di potere introdotto invece dai Cavalieri Teutonici era ancora più innovativo da un certo punto di vista perché lo frammentava nelle varie realtà cittadine e lo demandava in modo paternalistico alle assemblee cittadine. Qui il potere però era esercitatile solo entro i confini della città e del circondario rispettivo e sempre sotto lo sguardo attento dell’Ordine. L’Ordine poi si costituì a stato solo alla fine della sua decadenza, quando ammise la sua indipendenza dal papa di Roma. Tuttavia il Principato Arcivescovile, se possiamo chiamarlo così, di Riga che crebbe e giunse al suo apogeo alla morte di Alberto nel 1229 fu un modello a cui ispirarsi per gli Arcivescovi di Novgorod, i quali già alla fine del XIV sec. (dopo la Morte Nera che ebbe anche un grande ruolo nell’accrescersi dei lasciti ai monasteri per la salvezza delle anime dei colpiti dalla peste) erano i veri e più grandi signori latifondisti di tutto il territorio novgorodese e addirittura, ad imitazione del Papa di Roma che aveva proclamato le coste baltiche Patrimonium Sancti Petri, proclamarono il territorio intorno a Novgorod, la Terra di Santa Sofia!

Visitatori dal 22 aprile 2004
AdCComputers
webmaster@melegnano.net