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Computers Monsignor Grande Novgorod
scritto di: Aldo C. Marturano
la struttura del Potere a Novgorod
Tuttavia la grande città del nord soffriva di questa situazione incerta. Sognava di avere uno stato proprio indipendente e nel 1054, subito dopo la morte di Jaroslav, a Kiev cominciarono le prime liti su chi dovesse esser mandato a Novgorod come namestnik e come la città dovesse essere governata, senza tener troppo conto dei diritti di autonomia acquisiti nel 1015. Nel 1067 viene fuori un’altra contesa ai danni di Novgorod. Vseslav di Polozk, nipote di Jaroslav, sentendosi pari agli altri successori pretendenti al trono lasciato da suo zio a Kiev e desiderando liberarsi anch’egli dalla concorrenza che Novgorod fa alla sua città sui traffici del Baltico, decide di venire a capo delle questioni in gioco con una spedizione militare. Naturalmente si dirige prima a nordest dove assoggetta Pskov, stretta alleata di Novgorod, e finalmente giunge sul Volhov. Qui riesce ad entrare in città e a smontare le campane di Santa Sofia che porta via con sé a Polozk. E’ una vittoria inconsistente poiché subito dopo deve capitolare a Kiev dove viene deportato e imprigionato. Novgorod ritorna così nella sfera degli interessi kieviani… Nel 1078 nelle Cronache leggiamo che Novgorod ha cacciato il namestnik, il quale, forse persosi nei territori finnici (dei Ciudi), è stato da questi rapinato e ucciso! Questa notizia ci dice che il principe mandato da Kiev non è più il padrone in città, come aveva sempre preteso di essere, ma è stato mandato via per una qualche ragione. E’ forse la grande svolta novgorodese? A questo punto ci chiediamo: Quale potere cittadino è assurto improvvisamente a tale potenza da avere un’autorità e la forza per mandar via un comandante militare namestnik di Kiev? Facciamo subito qualche osservazione. Se la presenza di un comandante militare nel nord in passato si giustificava per la difesa dai nemici esterni, in questo scorcio di secolo in realtà la regione dei Grandi Laghi è tranquillamente tenuta sotto controllo dal centro novgorodese, senza un necessario ricorso alla forza repressiva, per cui pagare un contingente militare senza usarlo, risulta inutile. In questioni di esborsi i novgorodesi erano sempre molto attenti e, finché il pericolo da parte degli stranieri rimase quello di attestarsi in piccoli gruppi lungo le coste baltiche, non disturbava molto gli interessi novgorodesi che continuavano a commerciare bene attraverso le relazioni già esistenti. Cominciarono a temere delle limitazioni ai loro movimenti, quando videro che questi nuclei coloniali erano appoggiati dagli svedesi che cercavano di insediarsi sulla Nevà o dai Cavalieri Crociati o ancora successivamente (nel XIV e XV sec.) quando la Lituania vorrà avere il suo giusto ruolo nelle questioni russe. Insomma Novgorod non ama molto gli scontri per affermarsi politicamente, quanto invece è pronta ad accordarsi a pagare, per investire in un’espansione commerciale futura… Mandare via il rappresentante di Kiev non significa però liberarsi della spesa militare, perché il namestnik è un personaggio politicamente molto importante… Sarebbe allora interessante sapere meglio quali furono le concessioni fatte alla città da Jaroslav il Saggio. Purtroppo, lo ripetiamo, ne sappiamo poco perché poco ci è rimasto. Tuttavia, dagli accurati studi fatti da Kljucevskii possiamo già dire che nella seconda metà del XIII sec. in pieno vassallaggio del resto delle Terre Russe all’Orda d’Oro, Jaroslav (questo però è un altro) di Tver aveva riconfermato quelle concessioni fatte dall’avo omonimo, che dava il diritto a Novgorod di “richiedere” un namestnik! In sostanza dal documento rimasto si può dedurre che le relazioni fra il namestnik (di Kiev o di altro principe russo) e Novgorod era ben configurate e limitate da un cosiddetto contratto (in russo rjad) suggellato poi dal bacio della croce davanti all’arcivescovo. I tre campi importanti in cui il namestnik doveva agire con i limiti prescritti rispettando quei patti erano: Quello giudiziario, quello finanziario-amministrativo privato e nell’attività mercantile (che poi era il perno della ricchezza di tutte le Terre Russe). Vediamo un po’. Il namestnik giudicava per alcuni reati sulla persona quale più alto giudice, ma le sentenze e i giudizi finali dovevano essere concordati con il sindaco: il posadnik… nominato dalla città!! Per il diritto di famiglia e pochi altri reati amministrativi, il giudizio spettava invece esclusivamente all’arcivescovo! In altre parole nessun namestnik poteva permettersi di confiscare, sospendere o incrinare i diritti del giudicando, se non rispettando attentamente le leggi e gli usi già in vigore! Le sentenze dovevano cioè essere giustificate all’autorità superiore civile che era il posadnik! Siccome poi sappiamo che anche il posadnik in principio era inviato (e dunque nominato) da Kiev, è evidente il cambiamento che adesso si è instaurato. Il posadnik dunque, lo vediamo come un personaggio quasi pari al namestnik, ed in realtà, dopo la morte di Vladimiro Monomaco (1125), risulta essere la carica massima che un cittadino delle classi alte potesse ricoprire, corrispondendo più o meno al sindaco. Per di più doveva addirittura già considerarsi un nobile, visto che poteva stare al fianco del principe namestnik e una prova indiretta di questa sua posizione è che i tedeschi che frequentavano la città lo chiamavano col titolo nobiliare di Burggraf. E forse era proprio l’evoluzione più naturale di questa carica, dato che non aveva limiti di durata e che veniva quasi sempre attribuita alle stesse due o tre famiglie bojare. La carica poteva concludersi con la scelta di un nuovo posadnik, ma ciò non significava che quello vecchio perdesse completamente la sua autorità perché sappiamo che continuava a partecipare a varie istanze cittadine fino alla morte. Se il posadnik fungeva da massima autorità civile, il tysiazkii era la massima carica militare strettamente cittadina e nazionale, perché in realtà i novgorodesi, come abbiamo detto, non s’impegnavano volentieri nelle guerre ed era più conveniente lasciarle agli altri…. Quest’altra carica novgorodese importante, alla lettera il Comandante dei Mille e cioè il comandante della truppa locale, raccoglieva sotto il suo personale comando una specie di guardia nazionale. Infatti era prescritto nelle leggi e nei costumi della città che si dovessero avere a disposizione per il servizio militare, specialmente in caso di guerra, almeno mille uomini abili e che tali uomini dovessero essere presi fra i giovani della popolazione cittadina nella misura di 200 giovani per ogni cantone. In caso di guerra infatti le persone mobilitate dal tysiazkii talvolta si aggregavano e si sottoponevano al comando del namestnik e della sua compagnia militare chiamata druzhina. Durante la pace invece facevano da servizio di polizia nella città direttamente sotto il tysiazkii. Dunque dei cittadini giovani abili, una parte era obbligata al servizio militare e il resto invece alle attività civili. Abbiamo detto che quelli destinati alla guardia nazionale venivano reclutati dai cantoni della città e vediamo come. I cantoni erano divisi per strade (ulizy) e ogni strada aveva il suo capostrada (ulizkii). Ogni strada sceglieva a gruppi di dieci i ragazzi considerati in buona salute e abili a battersi per la loro città o a tenerla in ordine. Dieci gruppi e cioè cento ragazzi sceglievano poi per acclamazione il loro capo o Centurione. I Centurioni ossia i Comandanti di Cento che aveva a sua volta il comando sui Comandanti di Dieci si subordinavano al tysiazkii.

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