L’élite novgorodese farà dunque un altro tentativo, ma anche questa volta il progetto non si realizzerà: Vladimiro morirà prima di scontrarsi con suo figlio Jaroslav su questa questione e quest’ultimo si insedierà a Kiev al posto di suo padre! Ed ancora una volta lo sfavillio delle nuove costruzioni, le cerimonie solenni e i vestiti importati dalla Grecia attireranno un riurikide nella lussuosa rete di sovrano tronfio della sua ricchezza.
Insomma Novgorod rimase ancor una volta una realtà politica, lontana dalle altre realtà politiche europee e sola con le sue grandi spinte verso l’indipendenza assoluta!
Una cosa però risulta chiara: Senza le forniture di Novgorod, con la domanda crescente delle merci nordiche, Kiev non può prosperare, né vivere e per questa ragione tutti gli sforzi dei rjurikidi (abbiamo chiamato così la dinastia principesca kieviana) saranno sempre concentrati ad assicurarsi, almeno!, l’alleanza economica della città del nord.
La città dunque non rimane legata politicamente a Kiev per molto e, mentre Jaroslav è considerato il principe maggiore della Pianura Russa, Novgorod riesce già a farsi concedere uno statuto particolare che si chiamerà appunto lo Statuto di Jaroslav.
Purtroppo di questo fantomatico documento nulla ci è rimasto, se non riferimenti e richiami, perché è andato o perduto o distrutto al tempo della conquista della città da parte di Giovanni III.
Prima di proseguire la nostra storia, sarebbe bene tuttavia rivisitare questi luoghi da turisti della storia e vedere meglio dove ci troviamo, intraprendendo una visita “guidata” della zona al tempo del massimo splendore della città: il XII-XIII sec.!
Prima di tutto diciamo che Novgorod e dintorni è il sito forse il più scavato della Pianura Russa dagli archeologi per molteplici ragioni. Possiamo ricordarne alcune dicendo che qui nacque la storia russa, che questa città è la più grande città del Medioevo europeo e perciò c’è ancora moltissimo da riportare alla luce e infine che è stata la più grande città di legno mai costruita nel nostro continente.
Grazie a queste circostanze e al lavoro di eminenti storici ed archeologi possiamo quasi, metro per metro, ricostruire l’aspetto reale di questa comunità così famosa e così importante che segnò la storia russa in tutte le epoche.
Partiamo da Russa (oggi Russa la Vecchia, in russo Staraja Russa), la città alla confluenza fra il fiume Porusija e Polist’. Qui ci sono le famose sorgenti di acqua salata, da cui per bollitura e concentrazione successiva si ricava il sale che, una volta pigiato in forme di legno ben determinate con peso costante, si vende nelle steppe del sud perché rende le carni delle pecore e delle capre più saporite! Russa, per inciso, è anche la patria dell’arcivescovo novgorodese Martirio del quale faremo conoscenza un po’ più in là.
Russa si trova sulle rive meridionali del lago Ilmen, praticamente allo sbocco dei due fiumi sopra detti nelle acque del lago. Dopo averlo attraversato tenendoci quanto più al centro della superficie dell’acqua, per evitare le secche e non perdendo di vista i canneti fitti e bassi lungo le rive, giungiamo alla riva nord ed entriamo nella corrente del Volhov. Sempre navigando verso nord lasciamo alle nostra spalle il Convento di Peryn che ormai conosciamo e abbiamo notato subito per le sue cupole dorate. Subito dopo scorgiamo il grande complesso dell’altro Convento: il Monastero di San Giorgio, il più importante della città che sorge quasi a guardia dei confini meridionali. Fu fondato da Jaroslav figlio di Vladimiro ed è da sempre il luogo di sepoltura dei rjurikidi.
Passato questo convento che fa da porta fluviale alla città vediamo a destra la cosiddetta Cittadella (in russo Gorodisc’ce), ossia la residenza privata del namestnik del quale scopriremo dopo le funzioni. Questa è una specie di isoletta in mezzo al fiume visto com’è circondata da canali e piccoli affluenti del Volhov. E’ tutta recintata da un alta palizzata con pali appuntiti in cima e fra di essi torreggia la cupola della chiesa dove il principe-namestnik si reca di solito a pregare.
Di qui già s’intravedono le cupole delle chiese e le mura della città ormai bene in vista! Essa sorge infatti a qualche versta (questa è una misura antico-russa pari a ca. un chilometro) discosta dalle rive del lago e, come vediamo, è tagliata nel bel mezzo dal fiume Volhov. Di qui la Riva di Santa Sofia, sulla nostra sinistra, e di là la Riva del Mercato, sulla destra.
Vediamo subito che ha una pianta quasi circolare e ci dicono che in origine si costruirono le prime mura di cinta del Detinez, naturalmente in legno, e poi si estesero alle costruzioni su entrambe le rive opposte del fiume.
|