Solo successivamente nacque l’esigenza di controllare il grande mercato slavo meridionale ossia la grande città di Kiev che aveva buonissimi rapporti con una delle più grandi e ricche capitali del mondo del X sec., Costantinopoli, e Novgorod, quale maggior fornitore della merce che si vendeva a Kiev, concepirà un piano per estendere il tipo di regime terroristico e rapinatore del nord, anche qui, nel sud.
A questo progetto parteciperà Vladimiro, il figlio bastardo di Svjatoslav, fuggito o mandato con suo zio a Novgorod. Quando tutto sarà pronto ecco che Vladimiro, dopo aver eliminato Ragnvald e forse anche Tur, dopo aver ucciso i suoi due fratellastri che dominavano Kiev e dintorni, si impadronisce di quest’ultima città e la fa capitale del nuovo dominio che chiama Rus.
Vladimiro però, agendo in questo modo, ha tradito il progetto originario novgorodese! E’ stato allettato dal tipo di stato che i Cazari del Volga e Bisanzio gli propongono, ma non ha realizzato affatto l’idea di Novgorod capitale malgrado siano stati i novgorodesi a finanziare tutta la sua impresa.
Oltre a ciò Vladimiro, che aveva conquistato la sua nuova posizione a Kiev con la protezione del dio Perun, dopo aver fatto erigere un santuario a questo dio suo personale protettore, d’accordo con suo zio Dobrynja che opera a Novgorod, fa abbattere il simulacro del dio Volhov, venerato nel nord, e vi fa erigere al suo posto il simulacro di Perun, visto che questo dio è risultato vincente.
Quest’atto proditorio è importante perché rientra nelle concezioni del potere dell’uomo di quei tempi e non deve meravigliarci. La concezione medievale, comunissima nel nord pagano, della guerra, era che colui che esce vincitore da uno scontro armato, non vince tanto per sua bravura o per la preponderanza delle sue truppe o altra circostanza più causale, ma perché, quando si è gettato nell’impresa, si è votato ad un dio e, avendo vinto, vuol dire che questo dio lo ha favorito. Questo quindi richiede a colui che ha prevalso un riconoscimento, che è proprio quello di erigergli un simulacro e un luogo di culto e sicuramente una sfilza di sacrifici umani.
Dunque Perun ha vinto su Volhov attraverso Vladimiro!
Come abbiamo visto Volhov però è il nome del fiume di Novgorod (il dio che si manifesta agli uomini come una corrente d’acqua perenne è una concezione magica delle acque apportatrici di ricchezza), l’emissario del lago Ilmen, ma convenzionalmente, dato che esiste una sorgente vicinissima alle rive settentrionali del lago che forma una corrente che si versa nella corrente maggiore, si credeva che proprio questa fonte impersonasse il Volhov e fosse l’espressione visibile del dio, signore dell’acqua che scorre senza fermarsi mai e vero figlio della Gran Madre Terra! Ora che Perun ha prevalso, anche il Volhov si sottomette…
Insomma ci troviamo di fronte ad un mondo ancora dominato dalla magia e dal mistero religioso ed è molto importante che lo notiamo adesso poiché queste tradizioni e questi usi magici, a dispetto dell’introduzione del Cristianesimo con concezioni del mondo molto più complicate, ma pur sempre di natura amgico-religiosa, durarono a Novgorod fino al XVI sec. d.C.!
E Perun, quando vincerà il dio cristiano, verrà abbattuto e sostituito di conseguenza!
L’archeologia, se oggi poi volessimo sapere dove questo cambio di divinità avvenne, ci dà una mano! Siccome in novgorodese Perun suona Peryn, il santuario di questo dio è ancora oggi rintracciabile nella toponomastica locale.
Esisteva infatti un monastero, fra i cinquanta diversi che riempirono tutta la zona intorno a Novgorod, chiamato di Peryn proprio vicino alle sorgenti del Volhov, poco più a sud di Novgorod attuale. Qui, fra le piccole correnti che si versano nel grande fiume, si forma una specie di penisola triangolare e, quando si sciolgono i ghiacci estivi, questa diventa addirittura un’isola.
Su quest’isola del fiume una spedizione archeologica, diretta dall’archeologo V. V. Sedòv, scoprì intorno agli anni ’50 del secolo scorso il famoso Santuario fino a quel momento rimasto sotto la sabbia. Esso è molto simile a quelli ritrovati in area slava nella Germania orientale e lungo il litorale marittimo della Sassonia. E’ costituito da una spianata elevata rotonda con tutt’intorno degli avvallamenti, anch’essi circolari, come il disegno di un grande fiore. Nel centro del “piazzale” si elevava la statua del dio e negli avvallamenti intorno invece si trovavano i simulacri di altri dèi minori e dei fuochi eternamente accesi.
Fu proprio qui che dovette prodursi lo spettacolo dell’abbattimento dell’enorme statua di legno di Perun che aveva già sostituito quella del Volhov e che ora, qualche anno dopo il Battesimo di Kiev voluto da Vladimiro, di nuovo lo zio Dobrynja, in presenza del nuovo vescovo cristiano Gioacchino e con l’aiuto di un certo “generale” Putjata mandato anche lui da Kiev, faceva abbattere il simulacro pagano vinto dal dio cristiano, e lo mandò a finire nelle acque del fiume, mentre si proclamava il nuovo dio protettore ufficiale della città e si poneva mano alla costruzione della prima chiesa di Novgorod!
Con queste cerimonie il cambio di regime è compiuto ed accettato da tutti gli abitanti della città e si conferma la dipendenza di Novgorod da Kiev.
Tuttavia prima del nuovo regime instaurato da Vladimiro, secondo lo storico Platonov, Novgorod già pagava il suo tributo a Kiev, come le altre città lungo il Dnepr e nella misura già fissata da Oleg che le aveva costruite, intorno alla prima decade del X sec. Il tributo che copriva in pratica le spese di logistica, i pedaggi etc. per i traffici e per i mercanti che da Kiev passavano era pari a 300 o 3000 grivne (questa era una moneta d’argento fatta a forma di filo spirale ravvolto su se stesso di vario peso). Soltanto a poco a poco, col passar del tempo e col mutare delle direzioni dei traffici, Novgorod si era “ praticamente emancipata” dalla soggezione di Kiev e, finché non fu oggetto delle bramosie dei principi kieviani, ebbe uno spazio politico tutto suo.
Questo comunque non significava che non esistesse un progetto di instaurare uno stato novgorodese a Kiev. Anzi! Le vicende che seguirono la morte di Oleg (signore di Ladoga!) lo provano, sebbene un suo discendente, Svjatoslav, credesse più in un trasferimento del centro di potere slavo-orientale sul delta del Danubio che non rimanere a Kiev.
A questo punto ai novgorodesi si presentò l’occasione buona per tentare il colpaccio e mettere sotto controllo la grande città russa del sud. Si trattava solo di trovare un campione per l’impresa! Vladimiro fu il primo. Dopo il suo voltafaccia e il suo battesimo, si trattò ora di sforzarsi di convincere il figlio Jaroslav a rovesciare Kiev.
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