Noi abbiamo però parlato anche di un altro popolo coinvolto nella fondazione della città e cioè dei Variaghi. Che ruolo ebbero costoro in questo evento?
E’ evidente che i Variaghi (così era chiamati i Vichinghi, per lo più svedesi, che frequentavano le coste baltiche dell’est) vagavano nella zona dei Grandi Laghi poiché i reperti più notevoli che si trovano scavando da queste parti sono i cosiddetti “tesori di monete” (in russo sklady) che di solito sono abbinati a oggetti di sicura origine scandinava, ma, non solo! Essi provano prima di tutto che c’erano degli intensi traffici commerciali con il sud arabo-musulmano! Tuttavia la presenza anche di monete dell’Europa occidentale ci aiuta ad immaginare che i traffici, benché in misura minore, andassero anche verso ovest e che questa intensa attività si può datare intorno al VIII-IX sec. d.C., molti secoli prima del traffico baltico dell’Hansa germanica, dunque!
Il lago Ladoga, come abbiamo già detto, anticamente si chiamava Nevo, come il nome del suo emissario che si versa nel Baltico e che oggi attraversa San Pietroburgo, la Nevà.
Il primo approdo per chi entra nel sistema dei fiumi russi del nordest dopo aver attraversato controcorrente la Nevà è proprio su questo immenso lago vicino alla foce del fiume che proviene da Novgorod e qui si trovano i più antichi resti di insediamenti variaghi, nella antica città di Ladoga (oggi Stàraja Làdoga). Questi reperti sono di molto anteriori a quelli trovati più a monte del Volhov proprio perché Ladoga risulta essere la più antica città del nord russo.
Il nome della città è certamente scandinavo, Aldeighja, Aldeighjuborg, ma è riconoscibile come una denominazione che i Finnici che abitavano la regione prima degli Slavi e degli Scandinavi dettero alla foce del Volkhov ossia Alde Joghi o fiume basso, poiché nel versarsi nel lago, questo fiume deve superare alcune rapide, non facilmente transitabili con barche a basso pescaggio.
Anche qui abbiamo la prova archeologica che, se fino alla prima metà del IX sec. si può caratterizzare una presenza slavena e finnica, a partire dalla seconda metà la prevalenza di reperti scandinavi (variaghi), prova che in realtà, in pieno accordo con il racconto delle Cronache Russe, in quest’ultimo periodo esiste anche una “signoria” variaga nel bacino del fiume di Novgorod.
Perché i Variaghi si spostarono verso sud? Che cosa li attirò verso il Lago Ilmen? Ci fu forse una catastrofe a Ladoga che li costrinse ad abbandonare la città per il sud, una carestia o una pestilenza?
Nelle Cronache russe su questo trasferimento esiste la versione molto romantica a cui abbiamo accennato sopra. Questa in pratica dice che a causa delle liti continue fra le genti che abitavano intorno a Lago Ilmen, gli Slaveni e i popoli a loro alleati chiamarono d’oltremare un certo Rjurik affinché costui con i suoi uomini e la sua organizzazione armata mettesse ordine nella regione.
Detto-fatto, Rjurik giunse a Ladoga con i fratelli Sineus e Truvor e vi si insediò e, prima da questo avamposto sul Lago Ladoga e poi dalla città sulle rive settentrionali del Lago Ilmen, divise tutta la regione in tre parti di cui una la curò direttamente, mentre ai suoi fratelli affidò le altre due. Così Sineus si stabilì a Lago Bianco (Bjelo Ozero) e Truvor a Izborsk, nelle vicinanze di Pleskov (oggi Pskov) sul lago Peipus (chiamato anche Lago dei Ciudi). Poi Sineus e Truvor morirono prematuramente e Rjurik accentrò nelle sue mani il governo di tutta la regione.
Questa è più o meno la versione ufficiale ammessa nel XII sec. La realtà però deve essere stata notevolmente diversa, secondo noi. |