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Gli ultimi asburgici
scritto inedito di: Milost Della Grazia e Machì Venera Milost |
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Storia dei Milost | ![]() |
La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”
Gabriel G. Marquez ![]() Mio padre Emil e suo nonno Anton, il patriarca della grande famiglia di agricoltori sloveni del Herzogrum di Krain-Ducato di Carniola e la sua famiglia era ben nota all’imperatore per la sua fedeltà agli Asburgo. Parlando di loro diceva sempre: “voi sloveni siete, come sempre, i miei unici e grandi amici, oggi a Solferino contro i francesi, nel passato contro i turchi nei Balcani.” Appartengo a quella stirpe di amanti della storia che quando lascia il Friuli o Trieste per andare a Milano, in genere per i morti ai primi di novembre, rompendo l’anima a chi è seduto accanto a me gli chiedo: “lo sai chi comandava la carica di cavalleria a Pastrengo?” Su un percorso di 500 chilometri passiamo tre culture, quella triestina mitteleuropea asburgica, quella dell’impero sul mare, veneziana e quella lombardo-milanese della Battaglia dei Giganti, che decise se diventavamo uno dei tanti cantoni svizzeri oppure il nostro futuro erano i Savoia. ![]() A Miramare il mio pensiero va al “Rinato fiore d’Asburgo, alle tue bianche torri fosche vengon le nubi.” ( G. Carducci ). Prima di lasciare Trieste il mio saluto va alla roccia con i due Lupi di Toscana e a Redipuglia penso a Benito Mussolini che volle questa scalinata di pietra bianca per far riposare i caduti sul carso triestino. Sul Piave maledico quel generale che fece fucilare innocenti soldati per giustificare la sua incompetenza. Non dimenticherò mai quel folle carnevale veneziano con Nicola Grillo e la musica dell’Idomeneo. A Padova rivedo la splendida villa Pisani dove nel 1934 si incontrarono l’uomo della Provvidenza e il Nuovo Redentore, invaso da un delirio messianico, che ci portò alla rovina. Poi Custoza, Goito, Pastrengo e la Torre-Ossario di Solferino, ormai siamo in Lombardia e sono le cinque del pomeriggio e comincio a sentire nell’aria il profumo della cazzuola di verze con le costine di maiale, tipico piatto autunnale lombardo e sotto il bel cielo della Lombardia, dato che mi è venuta un po’ di fame, mi dirigo verso un locale dove so dove trovare una buona cazzuola, ascoltando il C.D . di Zucchero “ Va’ pensiero sulle ali dorate”. L’impero austro-ungarico era formato dall’unione di varie etnie, alcune tranquille come quelle austriache, slovene e croate, altre inaffidabili come l’Ungheria, la Boemia e la Slovacchia, la Slesia, la Galizia e la Bukovina, tutte in continua contestazione. La nomina a Papa del cardinale liberale Mastai-Ferretti, con il nome di Pio IX° , scatenò in tutta l’Europa, specie dove comandavano gli Austriaci, sommosse e rivoluzioni. L’aveva capito il conte maresciallo Radetzky che era meglio andarsene per qualche giorno, evitando di prendere a cannonate questa città che adorava e la sua amante milanese. La gente qui in Friuli ha ancora nostalgia degli Asburgo? Cormons è una bella cittadina vicina a Gorizia, dove ogni anno si festeggia il compleanno di Francesco Giuseppe. Quando chiesi alla madre di un mio amico che abita ad Udine: lei di dov’è? Sono un’austro-ungarica, mi rispose con orgoglio. Buona risposta, ho pensato, risponderò anch’io così. Il senso del dovere e della dignità ha finito per trasformare il suo nome, la sua figura in un mito e per noi, ultimi asburgici, la morale vuol dire dovere, onestà, correttezza, cavalleria, ma soprattutto, come diceva mio padre: “un uomo una parola”. |
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