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Computers Il Pensiero filosofico e religioso
scritto inedito di: Milost Della Grazia
la Controriforma
Mentre la Riforma fu praticamente in un primo tempo tutta tedesca, la Controriforma fu italiana con il Concilio  di Trento, ma coincise con l’ascesa politica della Spagna e la fondazione in questa nazione della Compagnia di Gesù, che ebbe una funzione assai importante  nel quadro generale della Controriforma.  La richiesta di convocazione di un concilio generale della Chiesa mirava a creare le condizioni per ricomporre, attraverso un franco dibattito e una radicale riforma, l’unità religiosa dei cristiani.  Molti cattolici, che ragionavano come Erasmo da Rotterdam e lo stessa imperatore Carlo V°, avevano questa speranza e questo obbiettivo, ma molte circostanze ritardarono la convocazione del Concilio:  il timore del papato di vedere rispuntare posizione non gradite, già emerse nel Concilio di Basilea (1431 ) e nel Concilio di Costanza ( 1413 ), che diminuivano il potere del Papa rispetto a quello conciliare, la nuova ondata di  protestantesimo intransigente e la diffusione del movimento protestante in Italia, che a Napoli aveva trovato accoglienza anche in ambienti ufficiali della Chiesa e da parte di importanti prelati, crearono grande difficoltà anche per la scelta della località dove convocare il concilio.  Quando la dieta di Norimberga del 1524 constatò che non si era fatto nulla per la convocazione di un Concilio universale, propose un Concilio nazionale tedesco da tenersi a Speyer  nella Renania-Palatino, ma Clemente VII° lo rifiutò e Carlo V° lo proibì a causa della lunga guerra tra lui e Francesco I re di Francia. Quando nel 1529 questa guerra si concluse con la pace di Barcellona, il Papa, in occasione  della venuta a Roma di Carlo V°  per la sua incoronazione a imperatore, gli promise di convocare un Concilio, ma la Francia dichiarò subito di non essere  favorevole, perché temeva un aumento del potere di Carlo V°. La situazione cambiò quando il successore di Clemente VII°, il Papa Paolo III°, nel suo programma di governo, si impegnò a dare la priorità a una riforma radicale della Chiesa, facendo anche un tentativo di ristabilire la pace  tra tutti i cristiani, per cui propose Mantova come sede di un Concilio da tenersi nel maggio del 1537.   Ma i protestanti tedeschi si rifiutarono di parteciparvi, per cui si continuò a rimandare la data alle calende greche. Tutti volevano questa Riforma radicale della Chiesa, ma nel contempo la temevano e non si riusciva a mettersi d’accordo sulla sede e sulla data.   Soltanto dopo il trattato di pace di Crepy del 18 settembre del 1544 tra Carlo V e Francesco si ebbe via libera Quando finalmente furono tutti d’accordo, scelsero Trento, antica sede vescovile a metà strada tra la Germania e Roma.
La  Controriforma fu un fenomeno quanto mai complesso e fu il modo in cui la chiesa operò il trapasso dal medioevo all’epoca moderna. Stabilita la sede e la data del novembre 1544, il XIX° Concilio Ecumenico inizio i lavori  il 13 dicembre del 1545.  All’inizio si erano formate due correnti: una chiedeva  una completa Riforma della Chiesa, un’altra corrente, accantonati i problemi della Chiesa, si accontentava di una  condanna dei eretici luterani. Per fortuna  prevalse la prima corrente, ma il Concilio prima venne trasferito a Bologna nel marzo del 1547, poi fu sospeso nel febbraio del 1548. Riaperto a Trento  nel 1551, l’anno dopo, nel 1552, venne nuovamente sospeso per un decennio e durante questa  interruzione Papa Paolo III° (1555-1559 ), noto per la sua intransigenza, colpì duramente quelli che volevano rimandare le riforme e disperse gruppi di protestanti ancora presenti in Italia. 
La  Controriforma aveva avuto due momenti, il primo di difesa, nel quale si cercò di tamponare la situazione, il secondo di  rinnovamento generale della Chiesa cattolica ( Riforma cattolica ).
Infatti il problema  non era soltanto di reprimere  le eresie, ma, soprattutto, di riordinare la Chiesa e Paolo III° nel 1537 dimostrò buona volontà nominando una  commissione  con il compito di esaminare la situazione e di proporre un piano di riforma. Ebbero diritto di voto, oltre ai vescovi, anche i generali di organi monastici. Le prime settimane furono impiegate a preparare un programma di lavoro. L’opera di moralizzazione della Chiesa può essere cosi sintetizzata: 
Venne riconosciuta l’importanza della lettura delle Scritture come guida etica del credente. 
Riorganizzazione del clero con miglioramento dell’istruzione ecclesiastica mediante l’istituzione di seminari in ogni diocesi, conferma dell’obbligo dei vescovi di risiedere nella sua diocesi, divieto del cumulo dei benefici  ecclesiastici, riconfermata l’istituzione divina del sacerdozio con conferma del suo celibato.  confermati il numero dei sacramenti e riconoscimento che le decisioni del Concilio hanno validità soltanto dopo l’approvazione del papa. In tal modo il Concilio ribadiva solennemente il tradizionale ordinamento gerarchico della Chiesa con assoluta autorità del pontefice. Un nuovo strumento di controllo fu creato da Pio V con la Congregazione dell’indice, alla quale fu affidato il compito di aggiornare l’elenco dei libri proibiti.  Si ebbe un generale rilancio delle grandi facoltà teologiche, delle università e delle scuole ecclesiastiche. Infine c’è da considerare la poderosa spinta missionaria che investì interi continenti fino allora rimasti al margine della evangelizzazione. Fu proprio la diffusione delle missioni nei continenti extraeuropei che parve compensare la chiesa cattolica delle perdite di quella vasta parte dell’Europa diventata protestante.
Nell’attuazione dei decreti del Concilio si distinsero figure come San Carlo Borromeo e lo spagnolo Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (1491-1566). Proveniente da una nobile famiglia spagnolo-basca, don Inigo de Onag y Loyola, intraprese la carriera militare dando prova di grande coraggio. L’esser stato ferito alle gambe in battaglia e una lunga convalescenza cambiò il corso della sua vita. La lettura di testi sacri e il clima culturale della Spagna era favorevole alla fioritura di un modo nuovo di impegno religioso che tendeva a risolversi verso forme di acceso misticismo. La vera storia di Ignazio comincia quando l’entusiasmo religioso riesce ad assimilare le esperienze dell’uomo moderno il quale, ormai trentenne, comincia a frequentare l’università a Salamanca e nel 1528 si trasferisce all’università di Parigi con un piccolo gruppo di compagni. Nel 1534 fa voto di dedicare a Dio la propria vita e nel 1539 Ignazio elabora i prìncìpi fondamentali della sua comunità, che viene riconosciuta dal Papa. Al  voto di castità e di povertà si è aggiunge quello dell’obbedienza al Papa e ai suoi superiori. Nella scelta dei suoi membri la Compagnia non bada a pregiudizi sociali o razziali e il reclutamento degli adepti avviene in tutti gli strati sociali. Anziché distaccarsi dal mondo, i gesuiti mirano a inserirsi profondamente in questo mondo e il campo da loro preferito è l’educazione dei giovani. La presenza del gesuita colto ed educato è gradita nelle corti e nei palazzi signorili, come confessori di monarchi e principi e di  educatori di nobili rampolli. In campo teologico le loro posizioni sono conservatrici e hanno dato un contributo fondamentale alle formulazioni dogmatiche del Concilio di Trento, data la capacità della Compagnia di suscitare ondate di energie. In questo senso si accordarono con lo spirito della Controriforma e, in grande parte, lo crearono.  In definitiva la Controriforma fu un fenomeno quanto mai complesso e durevole, tale cioè da imprimere alla chiesa cattolica una fisionomia in larga misura diversa da quella dei secoli precedenti. Fu il modo in cui la chiesa operò il trapasso dal medioevo all’epoca moderna, tentando di adeguarsi e di rispondere alla sfida delle nuove idee, delle nuove istituzione, delle nuove forme religiose.
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