Nella culla della nostra civiltà le leggi di Hammurabi erano perfette,
ma parlavano delle donne solo per precisare quale
cifra un uomo doveva pagare al futuro suocero per avere una moglie,
per la quale il matrimonio era soltanto un
passaggio di proprietà dal padre al marito. Per gli ebrei
la donna era decisamente un essere inferiore, ma, non avendo
una buona documentazione, posso solo dire che in tutti i paesi
medio-orientali la condizione della donna era
drammatica, mentre in estremo oriente fare l’amore era una buona
via per raggiungere il nirvana, per cui la condizione
della donna era decisamente migliore..
Parlando della condizione della donna europea nel medioevo
si va subito ad urtare nell’ideologia che considera la
donna un essere ingannevole, una eterna Eva male riscattata da
Maria, il miglior aiuto del diavolo, un essere del quale si
discuteva se avesse o meno un’anima, ma in conclusione un male
indispensabile per la procreazione e il funzionamento
della famiglia. Per l’antropologia cristiana solo l’uomo era
la creatura di Dio, corrotta dal serpente e da Eva e per causa
sua era stato condannato alla sofferenza concretizzata nel lavoro
manuale. Discorso pertanto maschilista e immorale, in
quanto nega l’utilità del lavoro che invece nobilita l’uomo,
tenendolo lontano dall’ozio. E’ interessante la
contrapposizione tra la mentalità orientale buddista
con la sua equazione L'UOMO + LA DONNA produce
amore e conduce al
nirvana e il pensiero morale, politico e sociale del
filosofo cinese Confucio, il quale cinquecento anni prima di Cristo aveva
capito che per l’uomo valeva la massima“ cercati un lavoro che ti piace
e non lavorerai neppure un giorno nella tua vita, il tutto contro la mentalità
maschilista ipocrita e piagnucolosa dei cristiani di quei tempi.
Penso che sarebbe di cattivo gusto ironizzare su tutto
quello che la chiesa cristiana ideò per reprimere gli impulsi
sessuali dei cristiani, cercando di raffreddarli con il terrore
del castigo, ma non parlarne del tutto sarebbe una
ipocrisia. Questa perversa interpretazione del sesso
è stata determinata dal comportamento di centinaia
di asceti,
uomini e donne rinchiusi in monasteri, i quali, nelle loro
notti tormentate vedevano nella donna il demonio tentatore e
non avevano capito che il desiderio sessuale e la visione onirica
di una donna era solo un riflesso pavloviano provocato
dalla fisiologica messa in circolo di determinati ormoni,
situazione molto simile a quando vedi qualcosa di appetitoso e
ti viene la famosa “acquolina in bocca”, qualcosa di normale
dunque, come il bisogno di mangiare, di bere e di
respirare, tutti fenomeni che Aristotele aveva descritto
molto prima del fisiologo russo Pavlov. Da noi invece diedero
tutta la colpa alla povera Eva, dimenticando che nella
Genesi è scritto molto chiaramente che Dio creò la
donna e la
condusse all’uomo e disse “dovranno divenire una sola carne”.e
quando Dio creò l’uomo, lo creò perfetto, con tutti i
suoi ormoni e, come si legge nei Vangeli, Gesù Cristo
non ebbe mai un atteggiamento negativo verso la donna e verso
l’amore. Tutto questo generò nel cristiano una sessualità
ipocrita e perversa, con un disprezzo del corpo, abominevole
rivestimento dell’anima, come diceva Gregorio Magno, e solo la
penitenza era il mezzo per assicurarsi la salvezza,
arrivando alle autoflagellazioni pubbliche o private, come
quelle di San Luigi re di Francia. Questa era l’
interpretazione del verbo di Dio fatta dalle varie chiese cristiane,
nelle quali i vari teologi cercavano di capire perché
Dio avesse accettato di farsi uomo e di umiliarsi in Cristo. |